Gazzetta di Modena

La petizione

Montecchio, oltre 30mila firme per il pronto soccorso aperto anche di notte

Daniela Aliu
Montecchio, oltre 30mila firme per il pronto soccorso aperto anche di notte

Dopo la morte della donna incinta davanti all’ospedale, la petizione continua a crescere

27 marzo 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Montecchio Dopo la morte di Kulwinder Kaur, la 40enne indiana incinta fuori dal pronto soccorso dell’ospedale Franchini di Montecchio perché chiuso di notte, la petizione per riaprire il servizio sanitario anche nelle ore notturne sta andando avanti e sta raccogliendo sempre più adesioni: ieri sera è stata raggiunta quota 31mila firme.

Sebbene la dirigenza Ausl abbia dichiarato che non c’è stata alcuna correlazione tra la morte della donna e la chiusura del pronto soccorso, il fatto di cronaca ha scioccato l’opinione pubblica. Perciò abbiamo fatto alcune domande al sindaco di Montecchio, nonché medico, Fausto Torelli.

Sindaco, è possibile che il pronto soccorso di Montecchio torni a fare un servizio H24?

«La ristrutturazione della rete dei pronto soccorso decisa dall’Ausl è dipesa dall’assenza del personale per consentire la copertura del servizio. Ritengo che oggi l’apertura del Cau (centro di assistenza e urgenza) in tempi ragionevoli sia un risultato che garantisce la copertura notturna sanitaria, perché dal punto di vista normativo consente di trovare le risorse di personale formato e adeguato. Nei prossimi anni, a fronte di disponibilità di personale specializzato e di risorse finanziarie adeguate, gli scenari potrebbero essere diversi. Quella che deve essere garantita sempre è l’assistenza in termini di efficacia, tempestività, competenza e sostenibilità per il servizio sanitario nazionale».

Quando e dove sarà aperto il Cau a Montecchio?

«ll Cau di Montecchio aprirà entro il 2024. A tal proposito, giovedì si terrà una riunione della Conferenza territoriale sociale e sanitaria: mi incaricherò di chiedere che venga esplicitato un cronoprogramma per l’apertura del Cau di Montecchio. Quando è stato deciso di aprire dei Cau a livello territoriale, Montecchio non era tra le priorità, preceduto, per specifiche esigenze, da Reggio Emilia, Scandiano e Correggio. Malgrado questo, era stata programmata un’apertura entro l’anno, e per la sede si era parlato anche dei locali del pronto soccorso».

C’è la possibilità, anche con finanziamenti privati, che possa tornare la presenza stabile di un’automedica a Montecchio?

«Questa domanda va fatta al 118 o all’Ausl, visto che il personale a gettone dallo scorso primo gennaio non è più contrattualizzabile. È altrettanto vero che, se ci fosse un ente esterno all’Ausl che decidesse di assumere questo personale, il discorso potrebbe cambiare; ma anche in questo caso la decisione spetta all’Ausl e al 118, che diranno se esistono condizioni di sofferenza territoriale che al momento, secondo le dichiarazioni Ausl, non sussistono. In ambito di emergenza urgenza gestito attraverso il 118, contano i dati e i risultati che vengono forniti; le opinioni sono un’altra cosa. Tra l’altro, ad oggi, la zona della Val d’Enza per le emergenze nel rapporto tempo-dipendenti mi sembra abbia risultati invidiabili sia in provincia che in Regione, conseguiti con l’attuale organizzazione. Purtroppo queste decisioni richiedono competenze specifiche. Ritengo che un sindaco debba adoperarsi perché si arrivi al miglior risultato possibile e in sicurezza, garantita anche da parametri normati per legge, a favore dei cittadini». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA