Gazzetta di Modena

Il caso

Richetti nel mirino dei ladri: doppio furto in un giorno

Richetti nel mirino dei ladri: doppio furto in un giorno

Prima lo zaino rubato in treno, poi il trolley (recuperato) a Roma. L’episodio raccontato da Carlo Calenda

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ROMA. Doppia disavventura per Matteo Richetti, parlamentare modenese di Azione, mentre nei giorni scorsi era in viaggio con il segretario del partito Carlo Calenda: prima ha subito il furto di un bagaglio sul treno e poi, dopo essere arrivato in stazione a Roma, qualcuno ha cercato di rubargli un’altra valigia aprendo il portellone del van su cui i due dirigenti del partito erano saliti. A raccontare il tutto è stato proprio Carlo Calenda, ieri a Bologna per partecipare ad un dibattito pubblico. In Italia «c’è un boom della microcriminalità, cosa che tra l’altro va rinfacciata a questo governo, che ha detto “lotta alla criminalità”, ha fatto notare il segretario Calenda interpellato dalla stampa sul tema sicurezza a margine dell’incontro bolognese.

L’episodio

Da qui il racconto dell’episodio che ha coinvolto l’onorevole Richetti, capogruppo di Azione-Popolari Europei Riformatori-Renew Europe alla Camera: «Prima gli hanno rubato una valigia sul treno a Firenze - ha raccontato Calenda a margine dell’incontro - poi, una volta arrivati, ci hanno aperto da dietro il van su cui stavamo andando e uno si è fregato la valigia sempre di Richetti, poveraccio. Per fortuna in questo caso l’autista l’ha bloccato. E i carabinieri mi hanno detto - ha raccontato ancora il segretario di Azione - “Noi non li arrestiamo più, che li arrestiamo a fare?”». L’uomo che ha tentato il furto, spiega sempre il segretario di Azione, «ha un foglio di via e lo fa vedere ai carabinieri. I quali dicono: “Guardi, noi lo possiamo pure riportare e lei può pure fare denuncia, gli diamo un altro foglio di via e finisce”».

Il tema sicurezza

Secondo il segretario nazionale di Azione, insomma, le cose non possono andare in questa maniera: «Non può essere così - ha aggiunto - invece di fare i centri per i rimpatri in Albania, facciamoli in ogni regione italiana e che funzionino, che le persone vengano mandate a casa. Le persone che vengono colpite dalla microcriminalità sono quelle più deboli, non quelle più forti».