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De Biasi e Doriano Tosi: «Sgomento, è incredibile»

di Valentina Corsini
De Biasi e Doriano Tosi: «Sgomento, è incredibile»

Il dolore di chi aveva portato in alto il Modena tra cui Ballotta e Pasino. Le critiche di  Novellino e Cannella

23 maggio 2016
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Tante le dichiarazioni che abbiamo raccolto ieri in merito alla disastrosa retrocessione del Modena in Lega Pro che continua a pesare come un macigno sugli animi di tutti e continuerà a farlo per diverso tempo ancora. Difficile dimenticare infatti il week end più nero che la città della Ghirlandina abbia vissuto da 15 anni a questa parte. E nessuno si è negato nell’esternare il proprio sgomento e dispiacere dinnanzi ad un disastro sportivo che ha trascinato Modena – come squadra e città – nel baratro più profondo. Iniziando proprio da chi, quella squadra l’ha resa grande, portandola dalle forche caudine della serie C fino all’olimpo della serie A, grazie ad una straordinaria cavalcata che è rimasta nella storia del club di viale Monte Kosica. “Provo un profondo sgomento per questa retrocessione – ammette Gianni De Biasi, attuale tecnico dell’Albania con cui è ora in ritiro pre Europei in Austria – mai mi sarei aspettato che il Modena retrocedesse in C. Sapevo che la situazione non era delle migliori, ma speravo che Bergodi riuscisse a salvarlo. Come quando sono riuscito a portare il Modena dalla C alla B, e poi alla A, c’era qualcuno che spingeva perché la squadra andasse su, in questa stagione c’è stato chi, purtroppo, ha spinto invece perchè andasse giù. In molti quindi devono prendersi delle responsabilità. Solo un’attenta programmazione e gestione societaria, come è accaduto ai miei tempi prima con Montagnani e poi con Amadei, può portare infatti un club a realizzare grandi cose. Mi piange il cuore sapere il Modena di nuovo in C. E mi dispiace ancora di più per la città che non lo merita. Non è possibile che l’imprenditoria modenese abbia lasciato che una piazza come Modena retrocedere in serie C, dopo un più che dignitoso campionato in serie A del Carpi e un Sassuolo addirittura in Europa League. Sono addolorato e mi auguro che il Modena possa tornare in serie B al più presto”. Stesse parole di sgomento e dispiacere quelle di Doriano Tosi che, insieme a mister De Biasi, si rese protagonista del miracolo di portare il Modena dalla serie C alla serie A in soli due anni. “Credo che per la voglia di calcio che c’è a Modena, soprattutto tra i tanti tifosi che seguono la squadra da anni, questa retrocessione sia un bel problema – afferma – ma le cose non accadono mai solo per l’errore di un arbitro, perché nelle ultime stagioni purtroppo le lacune erano evidenti, frutto di una programmazione societaria non serena. Sono dell’idea che chi prende una società di calcio, la debba amministrare come una società privata dal punto di vista economico, senza dimenticarsi mai però, che sta gestendo un bene pubblico. Un bene che va tutelato, perché se poi capita di retrocedere, non retrocede solo la squadra e la società, ma la città intera. Ecco perché qualcuno, ora, deve prendersi delle responsabilità”. Due poi gli ex canarini che hanno da sempre il Modena nel cuore e il cui dispiacere per questa retrocessione è a dir poco grande. Perché per chi come loro, ha fatto parte di quella mitica Longobarda dei miracoli, questo è un verdetto troppo duro da accettare. “Mi dispiace tantissimo – ammette Rubens Pasino – vivo a Modena da tanti anni e ho diversi amici tra i tifosi. Questa retrocessione è di una tristezza infinita, soprattutto per loro e per la città”. “Dispiace perché Modena meritava di rimanere in serie B – chiosa poi Marco Ballotta – purtroppo però le cose non avvengono per caso. I segnali negativi c’erano tutti: si dovevano fare scelte diverse, prestazioni migliori e Bergodi andava richiamato molto prima. E’ un vero peccato sia finita così”. Dai protagonisti gloriosi di quel mitico Modena, a quelli del suo più recente passato, il dispiacere per questa retrocessione è identico. “Provo un grande dispiacere per tutta la gente di Modena – dichiara Walter Novellino – perché la città non se lo meritava. Caliendo però è il meno colpevole di tutti. Lo stesso non posso dire del responsabile dell’area tecnica, che non ha curato come doveva la squadra abbandonando Crespo a se stesso. Bergodi invece era riuscito a ridare identità al gruppo, anche se tanti giocatori, che hanno sempre definito ogni gara come una “partita della vita”, in campo non l’hanno dimostrato affatto. Spero che il Modena possa tornare presto in serie B, avvalendosi però di un responsabile dell’area tecnica più competente”. Chi si dimostra poi rammaricato per le sorti del Modena, togliendosi anche qualche macigno dalle scarpe, è Giuseppe Cannella. Il ds scelto da Caliendo nel 2012 e poi silurato in tutta fretta dallo stesso patron giallobù. “Mi sento come se mi avessero tolto un figlio – ammette Cannella – sono arrabbiato come tutti i tifosi modenesi. Avevo portato a costo zero Babacar, Rizzo, Molina e Sturaro, perché conosco davvero il calcio e i giocatori. Volevo costruire qualcosa d’importante per questa piazza, ma purtroppo Caliendo non me l’ha consentito. Quest’anno hanno allestito una squadra troppo scolastica fatta di gente con poca verve. Nardini? Stanco? Giocatori da serie C. E infatti dove giocheranno l’anno prossimo? Sono feritissimo per la città di Modena, anche se mi auguro si trovino le energie e le risorse per risalire in B al più presto, ma con gente competente che conosca davvero il calcio”. Dispiaciuto e deluso anche Gianlauro Morselli di “Emiliana Serbatoi” e socio dell’allora Ghirlandina Sport: “Per il dispiacere non ho dormito venerdì notte. E pensare che nel 2012 c’era Stefano Bonacini pronto a prendere il Modena, sostenuto da me e da altri imprenditori modenesi. Ma Casari scelse Caliendo e questa retrocessione è il risultato”. “La serie B andava salvaguardata ad ogni costo, ma quando arrivi a giocarti tutto all’ultima partita, dopo una stagione tribolata, piena d’infortuni, con un Crespo abbandonato a se stesso e un Bergodi richiamato troppo tardi, purtroppo la paghi. La società deve prendersi le proprie responsabilità, perché Modena non è una città da Lega Pro” afferma poi Marco Nosotti di Sky. Dello stesso avviso anche Nereo Bonato, ds artefice della storica promozione in serie A del Sassuolo: “Modena è una piazza che merita la serie B, se non la A. La retrocessione in C è una bella botta. Ora bisogna lavorare sulla programmazione per riportare al più presto la squadra almeno in serie B”.