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Lazio, festa per i 50 anni dal primo scudetto: un’impresa nata nel ritiro a Pievepelago

di Riccardo Crovetti
Lazio, festa per i 50 anni dal primo scudetto: un’impresa nata nel ritiro a Pievepelago

All’Olimpico sarà celebrata la squadra del presidente Umberto Lenzini, originario di Fiumalbo, campione d’Italia nel 1974

09 maggio 2024
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PIEVEPELAGO. Grandi festeggiamenti domenica 12 maggio allo Stadio Olimpico di Roma, data in cui si celebrerà il cinquantesimo anniversario dal primo storico scudetto della Lazio, e che per l’occasione si vestirà tutto di biancoceleste per omaggiare la Lazio targata Umberto Lenzini.

LE RADICI A FIUMALBO
La scintilla che portò a quel successo inatteso nacque in parte a San Michele, una piccola frazione agricola del comune di Fiumalbo da dove partì per il grande sogno americano a metà dell’ultimo decennio dell’ottocento Lorenzo Lenzini. Negli States, più esattamente a Walsenburg in Colorado lo stesso riuscì ad accumulare una discreta fortuna che, una volta rientrato in Italia, a Roma seppe mettere a frutto gettando le basi per il futuro successo imprenditoriale dei figli.

Due di loro, e precisamente Carlo e Umberto acquisirono nel 1964 le quote di maggioranza della Lazio e quest’ultimo alla fine dell’anno seguente ne divenne il presidente. Il primo periodo di presidenza non furono facili per “Sor Umberto” come veniva chiamato a Roma ma nei primi anni Settanta seppe riportare la squadra dalla B ai vertici del calcio italiano.

LA LAZIO DI MAESTRELLI E LA VITTORIA DEL PRIMO SCUDETTO

I meriti di quel successo del 1974 vanno divisi con l’allenatore Tommaso Maestrelli che riuscì a fare esprimere alla squadra un bel calcio moderno grazie al quale riuscirono a mettere dietro compagini forti come Juventus e Inter. Il merito più grande di mister Maestrelli fu fare coesistere in campo tanti giocatori di forte personalità come Chinaglia, Frustalupi, Martini, Re Cecconi, Wilson, Pulici, D’Amico e gli altri che nelle partitelle quasi si “sbranavano” fra loro.

Lenzini puntò su quella banda di matti con cui costruì una Lazio vincente non cedendo mai alle lusinghe dei grandi club che volevano accaparrarsi i suoi giocatori migliori.

IL RITIRO A PIEVEPELAGO

Quell’impresa prese corpo durante il ritiro a Pievepelago svoltosi nell’agosto del 1973 dove Lenzini amava portare la squadra e in cui gli allenamenti venivano seguiti a bordo campo senza divieti e magari a pochi metri dallo stesso presidente che quasi quotidianamente seguiva “i suoi figli”; altri tempi, altro calcio.

TRAGEDIE E SCANDALO SCOMMESSE


Dopo il successo del 1974 arrivarono per la Lazio di Lenzini le tragiche perdite premature del mentore Maestrelli mancato a causa di un terribile malattia e di Luciano Re Cecconi, uno dei giocatori simbolo di quella squadra che venne ucciso in una gioielleria romana perché scambiato per un rapinatore. Questi dolorosi eventi, avvenuti a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro segnarono profondamente il gruppo e la società. Poi il calcio scommesse del 1980 che vide coinvolti diversi giocatori biancocelesti e il concomitante tracollo finanziario di Lenzini compromisero definitivamente il suo destino e dopo un quindicennio alla presidenza dovette cedere suo malgrado la società che aveva amato più di se stesso.

LA FESTA PER I 50 ANNI DAL PRIMO SCUDETTO 

Domenica in più luoghi di Roma sarà celebrata quella squadra “Grande e Maledetta” com’è stata intitolata in una miniserie televisiva a lei dedicata da Sky.

Il teatro principale sarà l’Olimpico in cui più di settantamila tifosi renderanno omaggio a Petrelli, Martini, Oddi, Nanni e Garlaschelli che sfileranno insieme ai figli dei loro compagni. Ci sarà Massimo Maestrelli, figlio del grande Tommaso; Silvestro, il figlio di Umberto Lenzini e il nipote Andrea.

Siamo certi che domenica il ricordo di “Papà Lenzini” - come veniva chiamato affettuosamente dai tifosi biancocelesti e il suo immancabile saluto a tutto allo stadio ad ogni partita - tornerà prepotente nella mente di tutti quei tifosi che hanno vissuto quell’impresa leggendaria.