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Adriana Serra Zanetti, Roma trent’anni dopo: «Qui al Foro Italico è iniziato tutto»

di Davide Berti
Adriana Serra Zanetti, Roma trent’anni dopo: «Qui al Foro Italico è iniziato tutto»

Nel 1994 la campionessa modenese raggiungeva i quarti di finale del torneo: «Fu qualcosa di davvero travolgente e tornarci oggi mi fa venire ancora i brividi». Su Sinner: «Presto diventerà numero uno e per il tennis italiano sarà un altro grande momento storico»

15 maggio 2024
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ROMA. Trent’anni dopo, neanche a farlo apposta, nel giorno del compleanno della figlia Matilde. C’è Roma nella storia di Adriana Serra Zanetti, che torna con quella magia che solo gli Internazionali d’Italia riescono a dare a chi ama il tennis.

I QUARTI DI FINALE NEL 1994

Era il 1994 quando la sua carriera prese il volo: quarti di finale al Foro Italico partendo dalle qualificazioni, fu un vero trionfo e il pubblico del tennis si innamorò subito della giovane modenese ancora 19enne.

Anno 2024, il tempio del tennis italiano è cambiato: due campi principali che una volta nemmeno esistevano, il villaggio che si snoda lungo viale delle Olimpiadi da fare invidia ad un torneo dello Slam. La ritroviamo davanti al campo Pietrangeli, dove iniziò la sua epopea: «Quello era il centrale, con le tribune montate in alto, un campo dal grande fascino: da qui è iniziato tutto».

Adriana Serra Zanetti in quell’edizione di Roma arrivò ai quarti dopo aver battuto Dopfer, Huber e Schultz, perdendo solo dalla Habsudova: «Fu qualcosa di travolgente perché ovviamente nessuno se lo aspettava. Grazie a quel risultato sono entrata stabilmente tra le prime cento giocatrici al mondo, risultato che poi mi ha permesso di giocare in tabellone i primi tornei dello Slam della mia carriera» (best ranking numero 38 al mondo nel 2002 dopo i quarti agli Australian Open).

IL TENNIS NELLA VITA

Da Roma, insomma, è partito tutto: «Quando sei italiano non puoi non amare tutto questo. Tornarci ancora oggi fa venire i brividi, è un passato che ritorna e mi dà sempre grande entusiasmo».

Per lei, che nel tennis continua a lavorare come tecnico, stare sul campo è fondamentale: «Non riuscirei a starci lontana, è qualcosa che ti entra dentro e non ti abbandona più. Ho girato il mondo ma ogni volta che torno qui c’è sempre qualcosa di speciale. Vedere il Foro Italico in questi giorni gremito di persone è una soddisfazione immensa e una grande iniezione di fiducia per chi pratica e vive del nostro sport».

DUE PAROLE SU JANNIK SINNER

Non poteva mancare, in questo amarcord romano, anche un accenno a Jannik Sinner: «È un talento pazzesco ma soprattutto un grande esempio per i giovani. Credo molto nel campione che riesce anche a dare stimoli positivi: Sinner è uno di questi, è mancato a questa edizione degli Internazionali ma è giovanissimo e saprà stregare Roma nei prossimi anni. Presto diventerà numero uno e per il tennis italiano sarà un altro grande momento storico».

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