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Era serie C... Delirio al Braglia: Modena è in B!

Era serie C... Delirio al Braglia: Modena è in B!

La cronaca della partita, il racconto della festa per la promozione, le voci dei calciatori, del presidente, del mister dei tifosi per una storica promozione in serie B. Cronaca a cura di Paolo Vecchi, Claudio Romiti, Gabriele Canovi, Riccardo Panini, Giovanni Balugani, Enrico Ballotti e Federico Sabattini. Foto e video di Luca Diliberto e Gino Esposito

24 aprile 2022
22 MINUTI DI LETTURA





 

IL SALTO IN SERIE B

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Delirio al Braglia: Modena in B!
Tremolada, Scarsella (2) e Silvestri firmano la vittoria della promozione
salutata dall’esplosione di 15mila cuori gialloblù in uno stadio gremito

Serie B, la senti questa voce? La senti? È il boato del Modena che spalanca le tue porte riconquistandoti. È l’urlo delle quindicimila voci del Braglia, impazzite dalla gioia, che hanno soffiato alle spalle di una squadra che sul filo di lana ha portato entrambi i piedi oltre la linea del traguardo coronando entrambi i sogni di Carlo Rivetti che voleva il Braglia pieno e la promozione: accontentato. È il grido di esultanza di Attilio Tesser e della sua straordinaria Banda capace di ammazzare un campionato rimontando otto punti alla Reggiana, agguantandola e mettendola dietro per sventolarle in faccia la bandiera della promozione diretta tra i Cadetti. Regia grande avversaria sul campo, meno nel fair play avendo cercato, con l’acqua alla gola, di sporcare i meriti di un Modena - che chiude con un bottino pazzesco di 88 punti - gettando fango da oltre Secchia. E che si è finalmente liberata di un’ossessione: ora potrà programmare con maggior serenità i playoff.

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Da un disgraziato 20 maggio del 2016 a Novara, il Modena mancava dal calcio che conta. Se lo è ripreso, passando per un fallimento, la serie D e la rinascita, grazie all’ambizione della famiglia Rivetti, con un disegno perfetto dell’architetto Davide Vaira e con la conduzione magistrale di mister Attilio Tesser che ha saputo sfruttare al meglio un organico costruito per vincere portandolo in paradiso. E la serie B è un premio a una città straordinaria che ha risposto in massa al richiamo dei canarini seguendoli con una passione e un amore impareggiabili in casa e fuori fino a riempire ieri il Braglia in ogni ordine di posti.


Per la partita della vita, mister Tesser si affida ai suoi fedelissimi: Gagno è in porta, Silvestri e Pergreffi si piazzano al centro della difesa completata da Ciofani e Azzi. Gerli in regia, Scarsella e Armellino interni con Tremolada e Mosti a sostegno di Minesso.
Il Pontedera di Maraia è schierato con un 3-5-1-1. Tra i toscani Espeche, tifoso dichiarato della Reggiana, e Magnaghi attaccante da 16 gol tra i top bomber del girone.

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Un boato accoglie l’ingresso in campo dei gialli già sommersi dall’affetto di una marea di tifosi all’arrivo al Braglia in pullman. La Banda Tesser parte forte e stringe d’assedio il Pontedera. Occasione per Minesso che sfiora l’incrocio, Melgrati ferma Mosti poi fa un mezzo miracolo su Azzi. Al 12’ il bunker dei toscani capitola quando Minesso allarga a sinistra per Scarsella che mette in mezzo basso per Tremolada: stoccata e centro. È l’episodio che i quindicimila modenesi allo stadio aspettavano per scatenare la bolgia.

Al 18’ Gerli straordinario: percussione centrale e palla a Mosti che può esplodere il mancino, ma Melgrati dice no. Due punizioni di Tremolada (fuori di un soffio) e Capone (parata di Gagno) chiudono il primo tempo. Intanto la Reggiana è avanti a Teramo.

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Ma dopo appena tre minuti della ripresa, il Modena si porta lontano dagli ultimi sogni granata di piazzare una beffa colossale quando Scarsella irrompe su un cross di Mosti e di testa firma il raddoppio. Quel che succede al Braglia è un immenso inno alla gioia: trascinati dalla Curva Montagnani tutti cantano e saltano all’impazzata regalando un abbraccio virtuale alla squadra che intanto sul campo continua a spingere per mettersi al sicuro da ogni possibile sorpresa. Tesser toglie Minesso e fa entrare Bonfanti, poi Oukhadda per Ciofani e Magnino per Tremolada (Di Paola e Renzetti troveranno spazio nel finale).

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Gerli, uno dei grandi simboli di questo Modena, si porta sulla bandierina e serve Silvestri che bombarda il Pontedera per la terza volta. Scarsella ha ancora fame: poker. Il coro “Serie B, serie B, ce ne andiamo in serie B” si alza in cielo e dalla tribuna parte un applauso scrosciante indirizzato a Carlo Rivetti. Che non resiste, si fa portare un microfono, chiede di festeggiare con compostezza, poi si scatena facendo impazzire lo stadio. Perchè Modena sa che questa promozione non è un punto di arrivo, ma di partenza. E al fischio finale esplode una festa da consegnare alla storia. E il “Vincerò” di Pavarotti è la ciliegina sulla torta.

IL PRESIDENTE CARLO RIVETTI

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«Dai gialli!!!»
Rivetti è il re
del Braglia
Il patron parla ai 15mila dalla tribuna durante la partita
Poi la festa in campo: «Avanti tutti insieme: vi voglio bene»

«Dai gialli!!!».
È l’80’ quando dagli altoparlanti del Braglia risuona la sua voce. È inconfondibile, soprattutto per le orecchie di chi ha il cuore gialloblù e nei mesi ha imparato a riconoscerla.
Uno strappo alle regole, perché Carlo Rivetti è tutto fuorché un conformista. E così nel bel mezzo della partita si fa portare un microfono e parla a tutti i 15mila del Braglia in presa diretta, mentre il gioco in campo prosegue. A memoria non ricordiamo altri patron né in serie C o in A o in qualunque altra serie professionistica che lo abbia fatto. Ma Rivetti sì, lui lo fa. Di certo non si nasconde e anzi vuole sempre spendere il suo volto davanti al popolo canarino.

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«Godiamoci la festa, non fate invasione», dice al microfono rivolgendosi alle decine di ragazzi che si sono arrampicati sulle vetrate per godersi ancora meglio il momento.
E di nuovo quell’incitamento gridato a tutta voce: «Dai gialli!!!».
È in piedi anche lui come il resto dello stadio. È nella tribuna d’onore al fianco del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e alle altre autorità.


Gli spalti impazziscono e rispondono con un ruggito. E quando mai ricapiterà un presidente così genuino e coinvolgente?
Quelli sono i minuti della liberazione, sono i minuti in cui nessuno più guarda il cellulare per vedere cosa fa la Reggiana.

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Qualche attimo prima, alle 19.03 per la precisione, dopo il terzo gol canarino si alza un potente «Serie B, Serie B», che risuona dalla gradinata alla tribuna fino alla Curva Montagnani. È il segnale. La tensione accumulata nelle ultime giornate si scioglie ed è in quel momento che il presidente prende in mano la situazione. È preoccupato che un’invasione dei tifosi possa in qualche modo scalfire una giornata perfetta. Non succederà, tutto filerà liscio.
La giornata di Rivetti era iniziata due ore prima della partita quando alle 15.30 era uscito dallo stadio per andare a salutare i tifosi che stavano aspettando la squadra. Anche lì ovazione. Poi è rientrato in attesa del fischio d’inizio.

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Sempre lui a guidare i festeggiamenti in campo dopo il finale. Mentre i giocatori portano in campo mogli, compagne e figli e fanno mucchio sotto la curva, lui non si dimentica di nessuno e inizia in solitaria un lungo giro d’onore di tutto lo stadio. Inizia dalla gradinata, gremita come non si vedeva da anni, e con la mano saluta tutti. È evidentemente emozionato. E prosegue poi con gli altri settori.


«Da domani mattina iniziamo a pensare al futuro», grida prendendo di nuovo il microfono. Una frase che è la testimonianza dell’ambizione che Rivetti nutre. Così come nel mondo dell’impresa è stato protagonista a livello mondiale partendo dal basso, così nel calcio sogna di scalare verso l’alto. Fin dove non si sa.
Ma qualche festeggiamento se lo concederà.


«È una festa incredibile, bellissima – confida poi ai microfoni di Eleven Sports – La vittoria contro il Pontedera è stata il coronamento di un sogno durato dieci mesi ed è stato bellissimo».
L’aveva detto d’altronde, l’aveva promesso alla piazza il primo giorno in cui si era insediato alla guida del Modena: «Dobbiamo uscire dal pantano della Serie C il prima possibile». E così è stato.


«Complimenti alla Reggiana – prosegue ancora – che ha tenuto vivo il campionato, altrimenti sarebbe stato meno divertente. Vincere così, con questa sfida è stata un’emozione incredibile. Il nostro obiettivo era portare la squadra in B e tutta questa gente allo stadio: lo abbiamo dichiarato e l’abbiamo ottenuto».
La fiducia in Tesser e nella squadra non era mai mancata: «Ero convinto che oggi avremmo vinto e chiuso il discorso: giovedì ero venuto a parlare con la squadra e avevo visto occhi vincenti, non occhi di paura. Gli stessi che ho visto oggi quando sono scesi dal pullman all’arrivo allo stadio. Tutti hanno fatto il loro, ovvio che il bomber Gagno è entrato nel cuore del mondo e ovviamente nel mio. Ma tutti i ragazzi sono nel mio cuore. Il prossimo anno? Ci penserò da domani mattina, stasera mi ubriaco». Poi parla ancora alla sua gente: «Riempire il Braglia è il più bel regalo che potevate farmi. Dobbiamo continuare tutti insieme. Vi voglio bene. Dai gialli!!!»

 


Ilaria Mazzeo, la vicepresidente è raggiante

"Giornata indimenticabile"

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Protagonista in mezzo al campo, dopo il fischio finale, anche la vicepresidente Ilaria Mazzeo.
Con un sorriso a trentadue denti e gli occhi pieni di gioia e commozione, la first lady gialloblù non ha trattenuto nemmeno un centimetro di tutta la sua felicità:

«Sono davvero al settimo cielo – ha raccontato con l’ultimo filo di voce che le rimane – non ho più voce, sono stremata. È stata una serata indimenticabile dove è successo qualcosa di incredibile e di cui siamo immensamente orgogliosi. Questo Modena si è reso protagonista di un percorso e, onestamente, faccio fatica a trovare le parole giuste per descriverlo. Un percorso che, ci tengo a sottolineare, appartiene a tutti, società, squadra, staff tecnico e, soprattutto, a tutto il popolo modenese che non ci ha mai lasciati soli. Sopra questa incredibile vittoria c’è la firma indelebile di tutti questi attori che hanno contribuito in parti uguali».


Successo che regala una categoria, quella cadetta, che a Modena mancava dal 2016, arrivata attraverso una promozione che invece mancava da addirittura venti anni. Alla famiglia Rivetti e a tutta la società canarina va il merito di aver riportato la città e i modenesi dove meritano: «Aver raggiunto questo obiettivo al primo anno rappresenta un’enorme gratificazione per il nostro lavoro – ha continuato Ilaria Mazzeo, moglie dell’amministratore delegato Matteo Rivetti – Futuro? Un passo alla volta, ora pensiamo solo a goderci la Serie B, poi vedremo. Posso solo dire che, quando questa società ha fatto grandi promesse, ha sempre tramutato le parole in fatti concreti».

 

IL MISTER

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Tesser: «Un traguardo meritato
Ragazzi fantastici tutto l’anno»
Il tecnico festeggia la quarta promozione in B in carriera: «Orgoglioso, non sapevo fosse un record...»

 

È il momento della festa, ma già anche dei primi consuntivi. Che in casa gialloblù ovviamente hanno tutti il segno positivo, secondo Attilio Tesser, che parte dall’ultima di tante vittorie: «Contro il Pontedera abbiamo iniziato subito coll’atteggiamento giusto. Come invece non era avvenuto a Gubbio, dove la tensione e la grande voglia di risolvere subito la questione ci avevano un po’ tradito. In quest’ultima partita abbiamo spinto immediatamente, trovato il gol e controllato il match senza mai correre rischi, poi nella ripresa siamo stati bravi a mettere le mani sui tre punti decisivi».


È anche, come si diceva, il momento della festa e il Modena se n’è regalata una davvero col botto, sottolinea il mister gialloblù: «Abbiamo vinto in una cornice straordinaria, davanti a 15 mila persone, regalando una gioia grandissima a una città, a una comunità che ci ha sostenuti dall’inizio della stagione e che nell’ultima partita ha fatto registrare quei numeri».


Una vittoria di Tesser? Una vittoria di tutto il gruppo, corregge lo stesso tecnico: «Sono felice di aver dato il mio contributo a questa impresa, che però è merito di tutti quelli che hanno lavorato, da una società straordinaria, seria e che guarda sempre solo in casa propria, a uno staff eccezionale e a un gruppo di giocatori bravi. I ragazzi sono stati fantastici tutto l'anno: all’inizio abbiamo anche sofferto, più di quanto pensassi, ma trovare unità d’intenti, che poi è l’obiettivo principale, non è mai facile, Soprattutto quando hai un gruppo in gran parte nuovo. Da parte mia ho fatto del mio meglio per stabilire con i giocatori, come cerco di fare sempre, un rapporto umano basato sulla correttezza e l’etica, fondamentale in un gruppo. In modo che la squadra sentisse la mia fiducia e mi restituisse fiducia.

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Poi io ho cercato di fare il meglio, a volte anche con qualche errore, ma siamo riusciti ad avere uno spogliatoio compatto, solido, pulito e una squadra con una ben precisa identità caratteriale e che non si è mai pianta addosso. Ad esempio, per le tante assenze accusate, particolarmente nel reparto offensivo».


Una stagione anche di tanti record, come ricorda Tesser: «Io non li ho mai guardati, ma i record significano tante vittorie e tanti punti fatti. Vinciamo un campionato meritatamente con 88 punti, quando in genere ne bastano 7 o 8 di meno. Fortuna? Ne abbiamo anche avuta, però come gli altri, ma soprattutto merito. Al di là delle battute dei nostri rivali, complimenti anche alla Reggiana, straordinari anche loro. Le mie quattro promozioni in B un record? Non sapevo, ma mi fa piacere».

I PROTAGONISTI DI QUESTA VITTORIA: I CALCIATORI

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L’orgoglio di Tremolada:
«Abbiamo scritto la storia»
«Per un periodo avevamo così tanti infortuni che si allenavano i magazzinieri»
Il ds Vaira: «Festeggiare davanti a questa gente è il coronamento di un sogno»

A Montevarchi, nel giorno forse più difficile della stagione, Luca Tremolada aveva messo la faccia per commentare una sconfitta amara e grave. Sei mesi dopo, nel giorno della festa, il trequartista canarino è ritornato a quei momenti.


«Io sono così, non mi tiro mai indietro soprattutto nei momenti negativi perché so bene che la gente si aspetta tanto da me ed è giusto che mi prenda sempre le mie responsabilità. Oggi sono felicissimo di potere festeggiare questo grande risultato che è di tutti. La gente mi ha sempre sostenuto a parte all’inizio della stagione quando è stata dura per tutti. A riguardare indietro sono tanti i passaggi e i momenti cruciali nei quali abbiamo avuto la forza di cambiare il destino». Gli obiettivi sono stati tutti centrati e Tremolada ha visto pienamente ripagate le sue scelte di inizio stagione.

«Questa promozione è esattamente quello che avevo pianificato quando firmai il mio contratto col Modena. Volevo la doppia cifra e in questa ultima partita l’ho raggiunta, così come la promozione per ritornare finalmente ad assaporare la serie B. Quando scelsi Modena con convinzione nonostante avessi ricevuto altre offerte, questi erano i traguardi che mi ero posto e oggi sono davvero molto orgoglioso.

Una vittoria meritata, frutto e non è retorica, di un gruppo fuori dal comune: quelle 14 vittorie consecutive restano nella storia e sono state raggiunte in una fase della stagione davvero complicata; eravamo in pochissimi e si allenavano quasi anche i magazzinieri per fare numero perché gli infortuni ci avevano decimato. Abbiamo lavorato sempre al massimo, la vittoria non è casuale e sono i numeri a dirlo chiaramente». Dei 10 gol segnati, Tremolada ne ha uno preferito: «È quest’ultimo il più bello perché ha messo la partita sul binario che volevamo».


Vaira, diesse gialloblù, prepara il brindisi: «È stata un’annata incredibile, direi clamorosa. Un successo meritato, i ragazzi sono stati eccezionali. Festeggiare di fronte a questo pubblico meraviglioso è il coronamento di un sogno. Faccio i complimenti alla Reggiana e a mister Diana perché hanno disputato una stagione straordinaria, dando ancora più valore a quello che abbiamo fatto noi. Tesser? Fuori dal comune, col suo equilibrio, tanta saggezza e l’esperienza: un valore aggiunto. Il prossimo anno? Stasera festeggio… Se il presidente si ubriaca lo faccio anch’io!».

Scarsella è il bomber con 13 gol
«Miglior stagione della mia vita»

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È sua la firma sul 4-0. Una doppietta che fa di Fabio Scarsella il capocannoniere della formazione gialloblù in campionato con 13 gol in 34 presenze.


È stato uno dei protagonisti nella cavalcata vincente della Banda Tesser: «Vedendo i giocatori in rosa, a inizio stagione non avrei mai scommesso su questi numeri. La vittoria del campionato era il nostro obiettivo, la società ci ha chiamato per vincere il girone B di serie C e penso sia un traguardo strameritato. Abbiamo agganciato la vetta nella partita casalinga contro la Pistoiese e l’abbiamo difesa per ventidue giornate, è una cavalcata trionfale e bellissima. Il connubio con Attilio Tesser?

È una fortunata coincidenza, però l’importante è aver raggiunto il risultato finale. Se lo meritava il club, il presidente e i suoi figli sono persone eccezionali e soprattutto noi stessi e i tifosi che hanno risposto alla grande riempiendo il Braglia. Non era semplice reagire dopo un avvio non facile e la sconfitta con il Montevarchi, il gruppo ha dimostrato grande forza. Dopo il pareggio di Gubbio – prosegue Scarsella – c’era tensione, ma nessun tipo di paura. Abbiamo fatto il nostro dovere, coinvolgendo una città intera e portando entusiasmo in una piazza fantastica.

Dobbiamo fare solo tanti complimenti a tutto l’ambiente gialloblù».
Infine, uno sguardo al futuro: «Non dipende da me, ma oggi è il momento di festeggiare. Abbiamo coronato un sogno e regalato grande gioia ad una città che in passato ha sofferto parecchio, quindi pensiamo al presente poi vedremo cosa succederà più avanti. Dal punto di vista personale è sicuramente la miglior stagione della mia carriera, un’annata meravigliosa sotto ogni aspetto e ne sono veramente felice e orgoglioso».
 

Azzi: «Mamma mia, da brividi»
O’ Rey Gerli: «Doveva finire così»

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Pianti, occhi lucidi, abbracci, facce incredule e sfinite, sollievo e una buona dose di euforia generale: dopo il triplice fischio, come in ogni festa che si rispetti, il terreno del Braglia ha preso vita, invaso dalle famiglie dei giocatori, dagli amici e dagli addetti ai lavori. Prima che la festa continuasse negli spogliatoi a suon di birra, i canarini si sono goduti ogni centimetro di Braglia, scatenandosi, cantando e saltando insieme a tutta il loro gente. Tra i più acclamati Paulo Azzi: «Mamma mia, mamma mia – ha esclamato con la sua bambina in braccio – è stata un’annata pazzesca, questa piazza mi ha regalato qualcosa che in carriera non avevo mai provato. Vincere un campionato davanti a 15mila persone sembra un film.

Ora voglio lavorare per dare continuità a questa stagione». A ruota, Fabio Gerli: «Prima di tutto siamo contenti per aver riportato entusiasmo in città – ha raccontato – un percorso straordinario come il nostro poteva meritarsi solo questo lieto fine. I tifosi ci hanno sempre sostenuto, anche a inizio stagione quando eravamo partiti con il freno a mano tirato. Pensavamo e speravamo di festeggiare a Gubbio, inutile negarlo, ma il gruppo non ha mai smesso di credere nell’obiettivo».


«È stato più bello vincere in casa – ha sottolineato Marco Armellino – siamo fortunati per aver avuto la possibilità di festeggiare in una cornice di pubblico esagerata». C’è chi, invece, non ha ancora realizzato la portata dell’impresa. Come Nicholas Bonfanti: «Non riesco a trovare le parole giuste – ha detto commosso, in un mare di lacrime – vincere al primo anno è indescrivibile. Sono innamorato di questa piazza, li adoro».


Scatenato anche Alessandro Marotta, lontano ma vicinissimo alla squadra: «Nel mio piccolo, sono soddisfatto per la doppietta con la Lucchese che, avendo terminato a +2 sulla Reggiana, in qualche modo è stata decisiva».
«C’era tanta pressione – aggiungono in coro Mosti e Tremolada, scatenatissimi – ma siamo stati all’altezza. In attacco ci siamo divertiti un sacco, l’intesa c’è anche fuori dal campo. Vincere non è mai scontato: questo successo ce lo godiamo al massimo».


Bagno di folla dedicato, neanche a dirlo, anche a bomber Mattia Minesso: «Abbiamo coronato un sogno, vincere al primo anno è incredibile. Questa gente ci ha sostenuto in casa e in trasferta: giocare con una Montagnani così piena è un’emozione impagabile».

IL CAPITANO

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Antonio Pergreffi
La dedica del capitano
«Vittoria per la città
e per la mia famiglia»

Da grande capitano, Antonio Pergreffi ha condotto il Modena verso la conquista della serie B. Una soddisfazione immensa per l’esperto difensore classe ‘88: «Sono veramente contento e felice, emozionato perché ogni giocatore di questa squadra ha risposto sempre presente nel corso della stagione. Tutti hanno lavorato al massimo dall’inizio alla fine per raggiungere l’obiettivo finale, una famiglia e un gruppo vero. Fattori che ci hanno permesso di vincere il campionato. Tutti hanno giocato e dato il proprio contributo, sia i titolari sia coloro che sono entrati a gara in corso».

 

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I canarini, miglior difesa del girone B, hanno concluso la stagione con 88 punti ottenuti: «Quest’anno abbiamo fatto qualsiasi cosa, ovvero record, festa dei 110 e tante altre cose belle. Era il nostro anno, giusto che sia finita in questo modo. Il match contro il Pontedera ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta, con così tanta gente accorsa allo stadio per festeggiare insieme a noi non potevamo steccare e un applauso va anche ai nostri tifosi che hanno riempito il Braglia e spinto i ragazzi dal primo all’ultimo minuto risultando una forza importante. Adesso la festa può iniziare, ce ne andiamo in serie B. Personalmente, dopo tanti sacrifici, è il coronamento di una carriera a lottare e sudare ogni giorno. Dedica? A tutta la città che se lo merita e alla mia famiglia».

 

IL DODICESIMO UOMO IN CAMPO: IL BRAGLIA

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Il cuore del Braglia è già in A
Quindicimila tifosi spingono, cantano, saltano e impazziscono di gioia
Domani con la Gazzetta la favola del Modena in un inserto di 40 pagine

“Come nelle favole” e “Nessun dorma”, sono le due colonne sonore che hanno aperto e concluso lo storico pomeriggio vissuto ieri Braglia. E basterebbero questi titoli per descrivere, e riassumere, un sabato che resterà indelebile nella mente, nei cuori e nei pensieri di una città intera. Ma che resterà soprattutto negli occhi delle 15'052 (sì, quindicimilacinquantadue!) anime canarine che ieri hanno riempito ogni posto disponibile, regalando al presidente Rivetti quel sold-out tanto auspicato.

 

Sugli spalti è show, con il tifo gialloblù che ha messo in scena il secondo episodio – il primo era in occasione di Modena-Imolese – di una serie tv da oscar. Se la Montagnani ha accolto l’ingresso dei gialli sul terreno di gioco sventolando decine e decine di bandiere, il ruolo di attore protagonista se l’è preso la gradinata che ha alzato al cielo migliaia di cartoncini gialli e blu creando una coreografia da paura con la scritta “Modena”.

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Un mix di sentimenti ha invaso i 15mila del Braglia: paura e fiducia. Paura per quella che poteva essere una tragedia sportiva con i fiocchi, fiducia, invece, quella sconfinata verso una squadra che ha saputo regalare emozioni uniche alla propria gente. Che, dopo il beffardo pareggio di Gubbio, ha dovuto attendere dieci interminabili giorni prima di poter esplodere in un urlo liberatorio. Attesa, che sembrava non finire più e che si è addirittura allungata di due interminabili minuti prima del calcio d’inizio, quando l’arbitro, con le due squadre in campo e il fiato di 15mila anime sospeso, ha dovuto – da regolamento – attendere la contemporaneità con Teramo. La curva Montagnani aveva voglia di esplodere e di spazzare via tutta la tensione, così, ai primi due calci d’angolo conquistati da Tremolada e compagni, il settore più infuocato del tifo gialloblù è esploso in due boati. Si chiedeva una partenza razzo ai gialli e così è stato: serviva per scacciare via ogni paura e per allontanare i fantasmi del classico “braccino”.

 

Scarsella serve Tremolada al centro, che scrive 1-0 sul tabellone luminoso e regala una piccolissima dose di serenità ai quindicimila. Ma la vera apoteosi di gioia è arrivata al 48’, momento del secondo gol firmato da Scarsella: la Montagnani si è incendiata e anche Tesser non si è risparmiato, esultando insieme alla sua panchina con un pathos che forse mai aveva lasciato intravedere in tutta la stagione e abbracciando con tutta la forza del mondo Azzi. Non è stato meno intenso un altro abbraccio, quello tra Silvestri e Gagno che negli occhi avevano la scritta “ce l’abbiamo fatta”. Passano pochi secondi e la terra sembra muoversi: è tutto lo stadio che salta, salutando “amicalmente” i cugini d’oltre Secchia. Nessuno sugli spalti, però, aveva ancora avuto il coraggio di dire ciò che traspariva dall’abbraccio tra Gagno e Silvestri. Fino al 73’, quando Scarsella fa 3-0 e dalla Montagnani si alza il coro “Serie B, Serie B, ce ne andiamo in Serie B”. Stupenda è anche l’esultanza di Pergreffi alla terza rete che, psicologicamente stremato, si inginocchia davanti ai suoi tifosi battendo i pugni sul prato.

Da lì in poi è un’ovazione continua: prima per Tremolada, al momento dell’uscita, e poi naturalmente per il presidente Rivetti. Una serata che ha chiuso definitivamente un cerchio: da Pontedera al Pontedera, da sabato 9 ottobre a sabato 22 aprile, dall’inferno al paradiso. 196 giorni fa il Modena perdeva in quel di Pontedera per 2-1 contro il Montevarchi, dove non mancò il solito supporto del tifo gialloblù, toccando il punto più basso della sua stagione e scivolando a otto punti di distanza dalla Reggiana. Per arrivare a ieri, quando, vincendo 4-0 contro il Pontedera, la Banda Tesser ha toccato il punto più alto della sua annata da film. Nel mezzo, 30 partite, 24 vittorie, 76 punti, ma soprattutto un’infinità di chilometri percorsi dai tifosi geminiani. È stata una favola, come canta Vasco Rossi, e alla fine, ne siamo certi, nessuno avrà dormito. E quella favola domani in edicola sarà ripercorsa sulla Gazzetta di Modena con un inserto speciale di 40 pagine sulla cavalcata in serie B.

LA FESTA IN CITTA'

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Da Largo Garibaldi alla Pomposa:
Modena, finalmente la festa è quI

C’è Minesso che passeggia con la famiglia in Pomposa, si presta alle fotografie con i tifosi. C’è chi, invece, sventola la bandierina del calcio d’angolo, un cimelio appena portato via dal Braglia. C’è chi blocca largo Garibaldi con uno striscione o chi canta «lasciami qua» in via Emilia. C’è una futura sposa, da Serramazzoni, che si trova immersa tra i tifosi a festeggiare l’addio al nubilato. C’è persino chi in Buon Pastore, lontano dai caroselli, se la prende con il Cesena. Chissà poi perché, proprio con il Cesena. E poi c’è pure il personale dell’ambulanza, in servizio allo stadio, che in un video canta. Canta quella lettera, quella lettera tanto attesa e che fino a ieri era vietato pronunciare: B. B, come serie B. Come «ce ne andiamo in serie B».


Qualcuno nei momenti confusi, sì, confusi, del dopo partita si lascia scappare la sacrosanta verità. La traduzione dal dialetto all’italiano è servita: «Ragazzi è vent’anni che non festeggiamo qualcosa». È vero: vanno bene le salvezze acciuffate nelle soporifere sfide con il Frosinone, va bene anche l’impresa di Trieste firmata da Pinardi. Occasioni, però, che non avevano mai permesso ai tifosi di scendere in piazza. Di invadere, ancora, Largo Garibaldi. Lì c’è la fontana, quella dei due fiumi. È il luogo sacro del tifo gialloblù, dove buttarsi dopo una vittoria importante. E quella di ieri è una vittoria importante. Il monumento del Graziosi, però, è blindato.

Spento e blindato. Nessun tuffo, ma è ugualmente lì dove bisogna andare per sancire definitivamente la vittoria del campionato. Così, quando sono passate da poco le otto, lo sciame gialloblù attraversa il centro e si ritrova all’ombra dello Storchi. Le auto in transito passano e suonano, i tifosi sventolano. Un signore è in bicicletta, ha il capello del Modena e i giornalisti lo fermano. Dice poche parole, ma sanciscono il momento: «Devo solo dire una cosa: ringraziare la cicogna». La cicogna? «Sì, la cicogna che mi ha lasciato in questa città un tot di anni fa». A un atto d’amore così è difficile aggiungere qualcosa.
E così, da un tifoso attempato si passa un giovane canarino, lo stesso che al pomeriggio aveva chiesto: «Papà posso dirlo ora?». La risposta: «Sì vai, vai». E allora bando alla scaramanzia e...

«Ce ne andiamo, ce ne andiamo, ce ne andiamo in serie B». Silvestri ha segnato da poco, la festa è iniziata e dentro al Braglia durerà per diverso tempo. Prima delle celebrazioni organizzate dalla società, prima dell’invasione (post, post) in campo.
Adesso quel bambino è in Largo Garibaldi, dove qualcuno lancia petardi, una signora elegante si arrabbia. Ma per una sera, dopo vent’anni di silenzio, pure un petardo ci può stare.

Già, perché la festa del Modena, per il Modena, si mischia velocemente con la movida del sabato. In particolare in Pomposa dove l’aperitivo lungo e il primissimo dopo-cena vanno a cozzare, si fa per dire, con le bandiere e i cori. I turisti stranieri, ancora tanti presenti in città, non capiscono. Qualche coppietta poco avvezza al calcio anche. C’è pure la futura sposina di Serra, anche a lei va in testa la parrucca gialloblù. La stessa, o quasi, che indosserà Mattia Minesso. L’attaccante dei gialli è assorto nella festa, tranquillo in compagnia della famiglia. Nessuno lo disturba se non per una foto. Dopo lo scatto arriva il cortese «Grazie» da parte dei tifosi. Lui risponde: «Per una foto...». «Bomber, ma il grazie è per la stagione e la promozione...». Il calciatore, tuta e zainetto, sorride.


E poi, ultimo ma non ultimo, c’è l’assoluto protagonista della festa. Della festa lungo le vie della città. Non sta passeggiando in Pomposa, forse è ancora allo stadio, ma è ugualmente lì: il presidente Carlo Rivetti.
In via Emilia, nella già ampiamente citata Pomposa, in piazza Grande, in via Taglio un solo ritornello, uno e uno soltanto: «Un presidente c’è solo un presidente». Oppure: «Portaci, portaci, portaci in Europa». Una conferma, nel caso ce ne fosse bisogno, che fa a rispondere a quanto detto proprio da mister Stone Island: «Abbiamo risvegliato una città». Vero.