Gazzetta di Modena

Un dialogo di tante emozioni per spiegare la grande guerra

di Michele Fuoco
Un dialogo di tante emozioni per spiegare la grande guerra

L’incontro al teatro Fabbri tra l’attore Giuseppe Cederna e gli allievi delle quinte degli istituti superiori di Vignola. L’abbraccio con uno studente non vedente

28 settembre 2014
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VIGNOLA. Un incontro profondamente umano, oltre che culturale, quello di Giuseppe Cederna con gli allievi delle quinte classi degli istituti di Vignola, nella mattinata di ieri al Teatro Fabbri. L'incontro, dedicato alla Grande Guerra, di cui quest'anno ricorre il centenario, è culminato in un grande e toccante abbraccio sul palco tra Cederna e un non vedente, Marco, dopo che l'attore aveva letto una poesia della polacca Wilaswa Szymborska, nata da un incontro del Premio Nobel della letteratura con i non vedenti, di cui apprezza “la cortesia, l'ascoltare senza luce”. Con gli studenti si è stabilito subito un rapporto ad alta emotività, in quanto Cederma ha voluto raccontare la sua esperienza personale e il modo in cui è stato concepito lo spettacolo “Dal sublime all'orrore - L'ultima estate dell'Europa”, proposto anche al pubblico, ieri sera a Spilamberto, e che farà un tour in altre città. «Mi sono trovato tra le mani un materiale doloroso, straziante che mi ha emozionato. Non sapevo nulla della guerra, se non quelle nozioni del liceo, fino a quando un amico di Bolzano mi ha portato otto libri. Mi sono reso conto dei soldati che vivevano nella merda, con la paura della morte, degli attacchi voluti dal generale Cadorna che mandava al macello centinaia di migliaia di combattenti». L'attore ha ricostruito l'attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914, programmato da ragazzi che reclamavano la libertà della Serbia. Due colpi di pistola di uno studente per uccidere Francesco Ferdinando d'Asburgo e sua moglie, perché «si rompesse l'equilibrio dell'Europa basato sull'intrigo. Un'Europa gestita dai più grandi mascalzoni della terra. È guerra mondiale che determinò dai 15 ai 17 milioni di morti e di 20 milioni tra mutilati e feriti. In Italia 650 mila soldati uccisi e 590 mila i civili». Vale la pena ricordare Ungaretti che d'Alessandria d'Egitto venne in Italia, patria dei suoi genitori che indossò l'uniforme di soldato e mandato in prima linea sull'Isonzo. “La vita è un fiume e nessuno può arrestarlo” scriveva il poeta. «I fiumi sono delle madri. L'acqua è la vita e la morte», dice Cederna che ha letto due componimenti della Szymborska, una poesia d'amore di Carver, una Trilussa che strappa un lieve sorriso, un racconto di Pablo Neruda, mentre in serata a Spilamberto (Spazio Famigli) al pubblico sono stati proposti brani di Marinetti, lettere dal fronte, la storia degli interventisti e un lungo racconto su Sarajevo. Nell'introduzione di Alberto Bertoni al Fabbri, è stato messo in luce come la Grande Guerra abbia coinvolto tutti, costituendo un campanello di allarme per l'affermazione del fascismo, nazismo e stalinismo e della bomba atomica sganciata dagli americani sul Giappone. Un conflitto che nasceva anche dall'idolatria per le macchine, la scienza, le nuove tecniche che sembravano risolvere tutti i problemi. Lo studioso ricorda Marinetti con le sue esaltazioni di interventismo, Ungaretti, Emilio Lusso autore di “Un anno sull'altopiano”, Emilio Gadda che scrisse un giornale di guerra. Per Cederna non solo testimonianze della guerra. Ai ragazzi ha raccontato le sue esperienze di viaggio, dopo una crisi esistenziale dovuta alla mancanza di lavoro, pur avendo ottenuto successo con il film premio Oscar “Mediterraeo”. Viaggi anche dolorosi nel constatare la sofferenza e la morte di bambini in Africa. Alla fine, la consegna di un premio, voluto da Hera, a tre ragazzi per la realizzazione di un video.