I ritmi inglesi incantano la rocca
Armitage e McKendrick raccontano di quotidianità e ispirazione in Sala Contrari
VIGNOLA. La “Union Jack” sventola sul castello. Ha infatti riscosso successo l’evento di ieri alla sala dei Contrari della rocca, un incontro con i poeti britannici Simon Armitage e Jamie McKendrick.
Armitage, classe 1963, è originario di Marsden. Ha realizzato riscritture e adattamenti per tv, radio e teatro di testi antichi e moderni, oltre a scrivere copioni originali. Delle sue opere, in italiano sono pubblicati l’antologia “Poesie” a cura di Luca Guerneri (Mondadori, 2001), il romanzo “L’omino verde” (Guanda, 2003) e la riscrittura di un antico testo del ciclo arturiano, “Sir Gawain e il cavaliere verde” (Guanda, 2011). Al termine della sua esibizione, ha scherzato con la Gazzetta dicendo: «Sono venuto qui perché pensavo mi regalassero una Ferrari. Comunque ho trovato una gran bella atmosfera e mi è piaciuto molto partecipare al Poesiafestival».
Temi delle sue poesie?
«La vita, la quotidianità. Tra qualche giorno, potrei scrivere qualche cosa anche riguardo all’esperienza che ho vissuto qui a Vignola».
Progetti futuri?
«Ho curato un film per la Bbbc, che uscirà a novembre 2014, dal titolo: “La Grande Guerra. Un’elegia”. Nel film saranno interpretate diverse mie poesie. Ho pensato alla Grande Guerra, nel centenario del suo inizio, perché ci fu un grande legame tra la Grande Guerra e il mondo della poesia».
Jamie McKendrick, nato a Liverpool nel 1955, ha vissuto anni in Italia, insegnando all’Università di Salerno. È autore di sei raccolte di poesie. In Italia è stata tradotta l’antologia a cura di Luca Guernieri (“Chiodi di cielo”, Donzelli, 2003). Oggi vive a Oxford, dove si dedica come freelance alla scrittura e all’insegnamento.
«Mi ha molto divertito la partecipazione a Poesiafestival e sono stato sorpreso».
I temi delle sue poesie?
«Non posso definire temi principali, essendo frutto dell’ispirazione del momento. Si va da vulcani come il Vesuvio a coccodrilli ed obelischi». (m.ped.)