Gazzetta di Modena

L’eredità di Saba nei versi dei triestini Bilancio da record

di Michele Fuoco ;
L’eredità di Saba nei versi dei triestini Bilancio da record

TERRE DI CASTELLI. Qualità e quantità delle iniziative (oltre 50, cui si aggiungono tre serate di "anteprima" e i progetti spontanei di "assonanze") hanno permesso a Poesia Festival di registrare un...

3 MINUTI DI LETTURA





TERRE DI CASTELLI. Qualità e quantità delle iniziative (oltre 50, cui si aggiungono tre serate di "anteprima" e i progetti spontanei di "assonanze") hanno permesso a Poesia Festival di registrare un un altro successo anche di pubblico, tale da entusiasmare tutti, in particolare gli organizzatori. Una decima edizione con i fiocchi che ha portato nei vari comuni poeti di valore, anche stranieri, e artisti con i loro spettacoli, legati alla poesia, sulle piazze, in teatri e castelli. Sprizza felicità Umberto Costantini, assessore alla Cultura dell'Unione Terre di Castelli e sindaco di Spilamberto. "Poesia Festival testimonia l'anima di questo territorio, è un'iniziativa di cui vado orgoglioso e la sosterrò anche in futuro. E' uno strumento di cultura, formazione ed educazione per ogni generazione. Credo che raccoglieremo in futuro i frutti del lavoro seminato sin qui. Come amministratori, è nostro dovere sostenere tutto ciò che aiuta un territorio a crescere non solo nell'economia, ma anche nello spirito". Non meno contenta è la direttrice del festival Alessandra Anderlini. «Siamo entusiasti dei risultati di questa decima edizione, e non possiamo che ringraziare il pubblico che ci ha scelti e sostenuti, se possibile con un calore ancora maggiore. Un ringraziamento va anche alle persone che hanno reso possibile questa edizione con il loro prezioso lavoro». Tanto interesse anche ieri mattina a Spilamberto, nella Rocca Rangoni per incontrare i poeti triestini Luigi Nacci e Christian Sinicco e lo scrittore Mauro Covacich, con i quali ha ben dialogato Mattia Gallerani che ha posto il problema di "Trieste come incrocio di lingue e letterature di cui ha subito varie influenze". Domimante è ancora la tradizione che Umberto Saba ha caratterizzato con la sua poesia. «Una eredità che pesa perché - sostiene Covacich, autore di "L'amore contro", "Trieste sottosopra" - è una tradizione castrante, per il marchio impresso non solo da Saba, ma pure da Svevo, Joyce che a Trieste ha scritto metà dell'"Ulisse". Una tradizione anche asburgica, di potere freddo. Ecco perché ho, invece, messo in evidenza nei miei scritti l'aspetto caldo, edonistico di Trieste con i slanci e i desiderio di divertimento».

Se forte è il senso della tradizione risulta difficile costruirsi una nuova identità. «Ci hanno provato - dice Nacci, insegnante e giornalista (il suo ultimo libro è "Alzati e cammina. Sulla strada della viandanza") "Gli Ammutinati"; fondato da Sinicco, negli anni '90, un gruppo nato per strada, senza una poetica, con il proposito di uscire da una paladata tradizione, che si indirizzò all'oralità, uscendo pure fuori Trieste, per un rapporto immediato col pubblico». Ma per la "Nouvelle vague" è sempre difficile imporsi. E Sinicco (vincitore del "Trieste International Poetry Slam; il suo ultimo libro è "Ballate di Lagosta") ricorda «il tentativo di noi giovani, nel 1995, che consideravamo Trieste luogo senza stimoli, anche se con tante attività, di porci fuori dai cicorletti, incontrandosi al Caffè Tommaseo. Senza quell'incontro, avrei forse abbandonato la scrittura». Poi il poeta raccconta il sua viaggio, tra il reale e l'immaginario, in una piccola isola, tornata alla Jugoslavia dopo la guerra, dove ho trascorso diverse vacanze. Un luogo di piccole baie, magico e quasi disabitato, dove ho incontrato persone con cui riflettere". E Saba, "che si ama o si detesta", è stato ricordato, come esploratore dei territori della psiche, il poeta della "persistenza del cuore", delle figure, del calcio e degli spettatori.