Gazzetta di Modena

Lella Costa: «Il beat, una stagione irripetibile»

di Felicia Buonomo
Lella Costa: «Il beat, una stagione irripetibile»

Viaggio nel backstage di piazza Grande: da Carlo Savigni a Marco Ligabue al suono di “Gloria”

30 settembre 2014
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Mentre davanti al palco la folla è in attesa di ascoltare gli artisti di questa sesta edizione della serata Beat modenese, dietro il palco il via vai di artisti fa respirare l'aria vera dell'arte musicale di quel tempo che fu, ma ancora oggi intriso di passione. Gli uomini cantano le donne per questa edizione, ma sul palco è salita anche una donna, l'unica della serata, l'attrice Lella Costa che nel backstage ha già messo subito le cose in chiaro: «Le donne non sono state cantate sempre come fossero regine. Pensiamo solo a quel famoso passo di Battisti che recita “seduto in quel caffè io non pensavo a te”, e allora perché dirlo?». La Costa ironizza sulla figura femminile, è questo l'intento che la anima prima di salire sul palco del “29 settembre” modenese, vuole far divertire e si dice contenta di essere ospite della Modena che celebra il beat ormai da sei anni. «È stata una stagione irripetibile», dice la Costa. E così la pensano anche tutti gli altri artisti. Chi più dentro all'era, chi meno, il filo conduttore della donna non ha mancato di animare l'esibizione. «Cantare le donne è un onore - dice il cantautore Paolo Benvegnù - che rappresentano il mistero della vita. Se si scrive dell'umano come si può non scrivere delle donne. Se la vita è piena di immaginazione e mistero è perché c'è un depositario, la donna». Mentre sul palco si ascoltano le prove degli Ologramma, al suono di Gloria (il famoso brano di Umberto Tozzi), nel backstage si aggirano volti nuovi e vecchi dell'epoca, come Carlo Savigni che non poteva mancare, lui che ha fotografato i volti più noti di quel fenomeno culturale e artistico, dai Nomadi a Caterina Caselli. E poi Mario Tessuto, noto per la “sua” (in realtà il pezzo è stato scritto da Cavallaro-Bigazzi) “Lisa dagli occhi blu”, che si dice orgoglioso di essere amato dal pubblico per una canzone dedicata ad una donna. «Io adoro le donne - dice Tessuto mentre si prepara a salire sul palco allestito in piazza Grande - e le rispetto. Tutti dovrebbero farlo. Senza le donne, l'uomo non avrebbe ragione di esistere». Una festa collettiva, con questo beat che “fa rima con ritmo - scappa detto a Marco Ligabue - le canzoni di quell'epoca sono nel cuore di tutti. E io per celebrare le donne canterò una canzone di Rino Gaetano, Gianna, che rispecchia la mia idea di leggerezza della donna».