Gazzetta di Modena

Il caso

Modena e l'intelligenza artificiale. «Non cancellerà l’importanza dei traduttori»

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Per Luca Vaccari e Valentina Ballardini la competenza “umana” resta insostituibile

25 luglio 2023
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Modena È spiacevole credere che sarà possibile tradurre un romanzo in maniera emozionante, ironica, fedele all’intenzione narrativa del testo, affidandosi non più al lavoro intellettuale dell’essere umano ma all’intelligenza artificiale. Eppure il mestiere del traduttore è sempre più minacciato.

A ribadirlo è la nota traduttrice Silvia Pareschi che nelle scorse settimane, su La Stampa, in riferimento a quanto appreso dal capo di una grande società italiana di traduzione automatica nel corso di un recente convegno al Senato, ha dichiarato: «Mi restano cinque anni per svolgere il mio mestiere di traduttrice, poi l’intelligenza artificiale mi sostituirà. Sarà più veloce, costerà meno e se la qualità ne risentirà pazienza, la rana si abitua in fretta all’acqua bollente».

In Italia ci sono circa 15. 000 traduttori, di questi 2. 500 sono traduttori editoriali, e molti per questioni economiche affiancano la traduzione all’insegnamento o ad altre occupazioni.

A Modena esiste una decina di agenzie che offrono servizi in tutte le lingue, oltre a traduttori liberi professionisti e il tribunale di Modena ha un elenco di circa 30 traduttori abilitati ad asseverare (nel linguaggio comune “le traduzioni giurate”) .

«Con internet oramai si lavora a livello globale e i grandi clienti come le multinazionali commissionano spesso le traduzioni ad agenzie con sede in Paesi a basso costo di manodopera, che a loro volta smistano il lavoro a traduttori sparsi in tutto il pianeta – spiega Luca Vaccari, traduttore e fondatore a Modena del centro linguistico Viking, specializzato in traduzioni da/in svedese, danese e norvegese, oltre che dall’inglese, tra le altre cose fornitore ufficiale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per danese e svedese – Ritengo che il mestiere del traduttore umano sopravviverà finché ci saranno clienti che tengono alla qualità complessiva dei propri prodotti, consapevoli del fatto che una buona traduzione è essenziale come veicolo pubblicitario o per la sicurezza d’uso del prodotto. Come cattivo esempio possiamo riportare la recente campagna “Open to meraviglia”, in cui i nomi di alcune città italiane sono stati storpiati in tedesco o inglese (Brindisi = Toast, Camerino = Garderobe) . Davvero vogliamo farci pubblicità in questo modo? ».

La diffusione degli strumenti tecnologici – il più noto Google Translate – è senza dubbio inarrestabile e per certi lati molto utile ma ci sono aspetti delicati delle traduzioni automatiche, ad esempio legati alla privacy, a cui in genere non si pensa.

«Non è comunque lo strumento in quanto tale a rappresentare un pericolo, quanto il suo uso indiscriminato, non accompagnato da tutele dei diritti fondamentali e del lavoro» sostiene Vaccari che all’orizzonte non vede grossi cambiamenti per la traduzione commerciale, già “flagellata” a suo dire dai sistemi esistenti, mentre per lui l’intelligenza artificiale è destinata ad avere un impatto più tangibile sulla traduzione editoriale, nel senso che ci sono già case editrici che hanno deciso di pubblicare libri tradotti automaticamente senza alcuna revisione umana, oppure hanno proposto a traduttori umani di revisionare/sistemare testi pretradotti.

Per Valentina Ballardini, redattrice e traduttrice editoriale di Modena, che fa soprattutto libri di scolastica e traduce per l’editoria dall’inglese e dal francese, l’intelligenza artificiale non potrà sostituire il lavoro di redattore che svolge decine di mansioni diverse tra cui commissionare immagini, controllare che siano corrette, la coerenza del testo...

«E credo che non scomparirà neanche il traduttore editoriale, in particolare quello di narrativa – afferma Ballardini che lavora con Zanichelli e altre case editrici che si occupano di scolastica e traduce per White Star, Il margine, guide Michelin e altri – Ad oggi, nella mia carriera, più faccio esperienza, più devo rifiutare lavori, segno che nonostante l’esplosiva evoluzione tecnologica degli ultimi 30 anni per ora la competenza e l’”umanità” in editoria continuano ad avere un grande valore. Io ho cominciato a tradurre quando Internet esisteva già, e non riesco nemmeno a pensare a come fosse possibile tradurre un libro prima della sua invenzione. Google Translate minaccia certamente la professione del traduttore, ma lo aiuta anche; per ora non ha ancora sostituito il traduttore editoriale, le sue frasi sono legnose e contengono spesso equivoci legati all’incapacità di cogliere tutte le variabili contestuali. Incrocio le dita e spero che dietro la traduzione di un romanzo continui a esserci sempre una persona e la sua interpretazione».

A Valentina è capitato di parlare con lettori che le hanno detto di non aver mai pensato che ci fosse un traduttore dietro un libro.

«Molti ignorano che la traduzione che stanno leggendo non è una trasposizione esatta e miracolosa di un testo, ma che esistono molte traduzioni possibili. Quanto al redattore, è in genere totalmente ignorato. Quando racconto cosa faccio, mi rendo conto che le persone non sapevano che esistesse questa figura, e non avrebbero mai pensato che, dopo essere stato scritto, un libro di scolastica impiega mesi per essere corretto, impaginato, controllato, riletto, illustrato, uniformato».