Gazzetta di Modena

L’appuntamento

Modena, “Tre uomini e una culla”: un figlio rivoluziona la vita

Nicola Calicchio
Modena, “Tre uomini e una culla”: un figlio rivoluziona la vita

Da oggi al Teatro Michelangelo la versione teatrale della pellicola. Pignotta: «Abbiamo rinfrescato un testo davvero irresistibile»

30 gennaio 2024
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Modena Stasera e domani, al teatro Michelangelo di Modena, va in scena la commedia “Tre uomini e una culla”, diretta da Gabriele Pignotta e tratta dall’omonima pellicola cinematografica del 1985 che vede come autrice e regista Coline Serreau. La versione italiana, tradotta da Marco Maria Casazza, è una riproduzione fedele del grande successo cinematografico francese e vede come interpreti principali il già citato Gabriele Pignotta, Giorgio Lupano e Attilio Fontana. Fondamentale anche il resto del cast. Fabio Avaro, Carlotta Rondana, Malvina Ruggiano non sono semplici comprimari ma lasciano il segno con i loro ruoli. Il risultato è uno spettacolo piacevole dal primo all’ultimo minuto che rende onore al successo cinematografico.

In un lussuoso appartamento parigino vivono tre irriducibili scapoli: Pierre, impiegato di un’agenzia, Michel, disegnatore tecnico e infine Jacques, assistente di volo per Air France. Il sipario si alza immergendo il fruitore in una delle tante feste che sono soliti organizzare i tre coinquilini, all’insegna del divertimento, qualche bevuta e conquiste di una notte. Solo sul finire della festa, quando i loro ospiti si stanno avvicinando all’uscita, uno degli invitati, Paul, si raccomanda con Jacques ricordandogli l’arrivo, previsto per il giorno successivo, di un pacco a lui indirizzato che verrà a ritirare un corriere nei giorni successivi. In una breve scena domestica i tre coinquilini si confrontano sull’organizzazione prevista per i giorni successivi: Michel dovrà disegnare giorno e notte per consegnare in tempo l’incarico che gli è stato assegnato dal suo capo, Jacques è in partenza per quindici giorni di vacanza in Thailandia e Pierre la mattina dopo tornerà alla solita quotidianità. Nessuno sospetta che, ad aspettarli al risveglio, vi sarà una sorpresa capace di sconvolgere le loro vite: pronti ad uscire per raggiungere il posto di lavoro, la mattina successiva, Pierre e Michel trovano davanti alla porta del loro appartamento una carrozzina contenente una dolce bambina di nome Marie e una lettera indirizzata al padre della stessa, Jacques, da una certa Sylvie con cui ha condiviso un’avventura di una notte. I due amici, all’improvviso, si trovano a doversi prendere cura della bambina e, travolti dalla frenesia e dallo sgomento, non si rendono neanche conto che è arrivato il pacco di cui Paul aveva parlato a Jacques.

Pignotta, cosa succede quando una bambina piomba improvvisamente nella vita libertina di tre scapoli incalliti? 

«Succede che questa neonata trasforma i tre in adorabili e goffi papà. E, quindi li fa scoprire un’altra dimensione, che è quella della genitorialità che era lontanissima da loro. Si ritrovano improvvisamente da un bicchiere di champagne e una donna vicino a maneggiare un pannolino e un biberon».

La commedia è tratta dall’omonimo film di Coline Serreau. È fedele all’originale?

«Ho cambiato diverse cose perché, essendo io commediografo, l’ho dovuta sistemare perché la Serreau era rimasta fedele troppo al film e questo rendeva lo spettacolo non completamente fruibile a teatro. Gli ho dato una bella sistemata e adesso funziona tantissimo».

La commedia è ambientata negli Anni’80. Cosa ti manca maggiormente di quel periodo?

«Io ero piccolo e non ho potuto vivere intensamente quegli anni. Oggi mi sembra un periodo felice e leggero. Ripercorrere alcuni elementi di quegli anni, anche musicali, mi ha fatto venire nostalgia per un periodo spensierato per molti di noi».

È la prima volta che lavori insieme con Lupano e Fontana. C’è una bella intesa tra di voi. 

«È stato il produttore Walter Mramor che ci ha messo insieme. Mi ha proposto questo testo e mi è sembrato subito una formula interessante perché siamo tre artisti che veniamo da tre mondi diversi. Questo mix ha funzionato».

Modena per te è una città particolare. Tutte le tue commedie passano per il Michelangelo.

«A Modena ho anche presentato il mio primo film “Ti sposo ma non troppo”. Per quanto riguarda le commedie il tempo di scriverle e la tappa modenese non manca mai. È una città che mi piace tanto e vi torno sempre volentieri. È stata una delle prime città che ho frequentato professionalmente parlando con il teatro e, quindi, mi è rimasta nel cuore».