San Cesario, Far Pro condannata a risarcire i cittadini per i cattivi odori
Il giudice ha riconosciuto il danno causato dalla ditta con sede a Spilamberto
SAN CESARIO. Condannata per aver emesso cattivi odori oltre ogni tollerabilità, ai danni dei cittadini esasperati. Batosta per la Far Pro, l’azienda con sede a Spilamberto ma finita al centro di numerose proteste in questi anni soprattutto a San Cesario, per l’impatto delle emissioni olfattive moleste derivanti dalla lavorazione dei residuati di macellazione animale.
Per la ditta, e la presidente del Consiglio d’amministrazione, ieri pomeriggio si è concluso il processo iniziato a dicembre 2023 con un un’accusa emblematica: aver provocato “emissioni olfattive moleste derivanti dalla lavorazione dei residuati di macellazione animale, ampiamente superato il livello della normale tollerabilità – così da capo d’imputazione – molestando in tal modo tutti gli abitanti della zona circostante l’azienda. In innumerevoli occasioni, dal 2018 al 2020”. La violazione dell’articolo 674 del Codice penale, per quanto riguarda l’emissione di gas o fumi molesti.
La sentenza
Al termine del dibattimento, mercoledì 14 maggio il giudice Stefano Ossorio ha condannato la ditta, e la presidente del Cda, a una pena di venti giorni di reclusione, più (oltre il pagamento delle spese legali) il riconoscimento di una provvisionale da 5mila euro per ciascuno dei sei cittadini che si sono costituiti parte civile nel procedimento, rappresentati dagli avvocati Chiara Costetti (di Reggio) e Antonio DF Giardina (di Barcellona Pozzo di Gotto). Questo quale anticipo sul danno, da quantificare poi in sede civile. Il pm aveva chiesto 3 mesi, la sentenza è stata più bassa. Però c’è comunque il riconoscimento di una colpa di natura penale per i cattivi odori, ed è il riconoscimento di un principio che può avere ampie ricadute nella convivenza tra cittadini e stabilimento.
I commenti
«Siamo contentissimi di questa sentenza – sottolinea l’avvocato Chiara Costetti – viene fatta finalmente un po’ di giustizia nei confronti dei cittadini che hanno dovuto convivere per anni con questi odori. Il fatto fondamentale è che viene riconosciuto il danno inflitto alla qualità di vita dei cittadini, l’impatto di quello che hanno dovuto subire. Per anni hanno dovuto convivere con questa situazione. Hanno protestato, e le loro proteste alla lunga hanno portato a questo risultato, che è il riconoscimento dei loro diritti. È stata una bella emozione per i cittadini che erano presenti in aula, che ricorderanno a lungo. Su questa sentenza, e i principi che stabilisce, bisognerà fare ora importanti riflessioni. Si apre una strada su questi temi legati all’impatto dell’attività sulla vita delle persone, e ci possono essere sviluppi importanti». Solo i cittadini si sono costituiti parte civile nel procedimento giudiziario. I Comuni di San Cesario e Spilamberto non lo hanno fatto.
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