Gazzetta di Modena

Figadein

Il grande mistero del rientro dalle ferie: le cose di casa che, nel frattempo, si sono rotte

Stefano Piccagliani
Il grande mistero del rientro dalle ferie: le cose di casa che, nel frattempo, si sono rotte

24 settembre 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Per qualche arcano motivo che ad oggi rimane inesplorato (e a proposito del quale ci sarebbe da interrogare il tizio di Kazzenger o qualche altro indagatore dell’ignoto), quando uno rientra dopo una vacanza, ecco che in casa qualcosa si è rotto. Così, da solo. O la lavatrice che s’incrocchia, o il frigorifero che sbavezza, un rubinetto che scurza, una caldaia che sgocciola, un televisore andato in banana, una tapparella che non sale più… Insomma, un qualche lavurir si è scassato. Quando il gatto non c’è, i topi ballano. La cosa ha risvolti che, come dicevamo, rasentano il paranormale: com’è possibile che le robe casalinghe aspettino proprio l’assenza dei legittimi proprietari per tradirli? Si sente puzza di cospirazione lontano un miglio.

Uno arriva ad immaginare che, subito dopo l’ultimo giro di chiave per la meritata villeggiatura, scatti un congresso di elettrodomestici e altri protagonisti nodali del vivere casalingo allo scopo di decidere collegialmente chi dovrà farsi trovare guasto al ritorno degli umani. Tra l’altro, se uno rientra in pieno agosto, l’auto-scassatura dell’elettrodomestico si rivelerà una seccatura mica da ridere data la penuria di omarini addetti alla riparazione, tutti in ferie anche loro.

Per non dire della paturnia di rincasare dopo aver speso tutti i soldi in vacanza e dover verificare che qualcosa in casa è partito per la tangente, ad esempio la lavastoviglie con la sua terrificante ‘scheda madre’, meglio conosciuta presso chi ha avuto a che farci come ‘Mater Tenebrarum’, componente nodale del meccanismo lavastoviglico che, in molti casi, costa inspiegabilmente più dell’elettrodomestico stesso nuovo di pacca.

Altro classico senza tempo del rientro dalle ferie è la disconnessione del modem con relativa banana di internet, magari con la complicazione di qualche lavurir digitale coinvolto e la successiva necessità di recuperare password e ciappini d’ accesso vari.

Uno si immagina l’omarino del provider, seduto in una torre di controllo in località remota, che tiene d’occhio 24/7 tutti i miliardi di connessioni in funzione contemporaneamente.

Ed ecco che l’omarino, in agosto, non vedendo più il tuo solito traffico on-line di social networks o pornazzi perché tu sei al mare in spiaggia pensa ‘qui non c’è nessuno, questi sono in ferie’… e perciò ti scollega il web. Arrivi a casa, vedi il modem deceduto, la linea telefonica che non fa neanche tuu tuu, fai svolazzare varie madosche ben temperate nello spazio e ti attacchi al telefono (sempre che non te l’abbiano staccato per morosità a causa della bolletta arrivata mentre tu eri sotto al sole a Viserbella quindi non pagata) per contattare il numero dell’assistenza tecnica preparandoti a digitare vari numeri richiesti dal centralino automatico e poi, forse, riuscire a parlare con un umano.

Con la complicazione che, anche questo per motivi occulti che rimangono sconosciuti, l’audio dei collegamenti telefonici con gli operatori della telefonia fa sempre cagare e non si capisce un’ òstrega di quello che dicono.