Gazzetta di Modena

Scuola 2030

Sos sanità a Modena: «Servono investimenti e risorse»

di Gabriele Boccedi, Alessia Carvajal Campos, Gabriele De Chirico, Elena Pedretti, Alice Pretelli e Anita Schiavi*

	Un'immagine di archivio dell'ospedale
Un'immagine di archivio dell'ospedale

L’appello di professionisti e cittadini: «Il settore è da salvaguardare»

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. «I tempi d'attesa sono molto lunghi, siamo sempre lì, non c'è personale e non ci sono soldi». Queste sono le parole di Elena Bompani, infermiera dell’ospedale di Modena, che ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Ci siamo infatti chiesti: “Come funziona la sanità a Modena?” e abbiamo intervistato alcune persone che potevano aiutarci a trovare una risposta. In base alle nostre ricerche, nel 2024 c’è stata una perdita di 276 operatori sanitari tra medici, oss (operatori socio sanitari) e infermieri, e questo non favorisce chi lavora nell'ambiente sanitario perché si viene sottoposti a carichi di lavoro eccessivi, ma soprattutto non favorisce i cittadini e le cittadine che per avere una semplice visita devono aspettare mesi, nonostante paghino le tasse per avere un servizio efficiente. Motivo per cui spesso le persone si rivolgono alla sanità privata. Ma non tutti possono permettersene i costi e alcune persone quindi rinunciano alle cure.

«L’insoddisfazione alimenta la violenza»

Elena Bompani ci ha anche spiegato che «tutto questo determina un clima di insoddisfazione tra la gente e può alimentare atteggiamenti aggressivi e violenti», come del resto testimoniano i recenti fatti di cronaca, e che a suo avviso il personale infermieristico non gode della considerazione che meriterebbe, mentre «l'infermiere è una figura importantissima perché è a contatto con il paziente 24 ore su 24 e si accorge di ogni suo cambiamento e di ogni suo bisogno di salute».

Esprime alcune criticità anche la dottoressa Cinzia Puzzolante, infettivologa presso il Policlinico di Modena, che ci ha parlato di «turni di lavoro molto impegnativi e di un bilanciamento dei medici non del tutto equilibrato, perché ci sono reparti con un numero adeguato di medici e reparti con pochi medici, come ad esempio il pronto soccorso». Non solo. «Lo stipendio è molto al di sotto della media europea», continua Puzzolante.

Alla dottoressa abbiamo anche chiesto quali sono gli aspetti positivi del suo lavoro e ci ha parlato del rapporto di fiducia che ha con le colleghe e i colleghi, della buona relazione che instaura con i pazienti e del valore che hanno per lei: il suo, ci ha raccontato, è un «mestiere stimolante perché rende parte viva della società, c'è sempre qualcosa in più ogni giorno da sapere e da condividere e l'obiettivo finale è la tutela della salute individuale e collettiva». Ci ha spiegato anche che nonostante le risorse non sempre adeguate destinate alla sanità, all’interno dell'ospedale si lavora bene perché le strumentazioni sono valide.

«Più investimenti e personale»

Ma cosa ne pensano i cittadini e le cittadine? Abbiamo intervistato la signora Paula Campos e il signor Massimiliano De Chirico ed entrambi, in base alle loro esperienze, ci hanno detto che «la qualità per quanto riguarda la sanità pubblica a Modena è media, i tempi di attesa per accedere ai servizi nel pubblico sono ormai troppo lunghi rispetto alla sanità privata». Secondo i due cittadini modenesi interpellati, sarebbero «necessari maggiori investimenti in risorse e personale». Stando alle loro parole, spesso medici e infermieri preferiscono andare all'estero dove sono più pagati, oppure possono intraprendere con più facilità un percorso di ricerca. Al termine della nostra indagine, una domanda rimane: perché non investire maggiori risorse in un settore così prezioso per la nostra società e ci cruciale importanza per la vita di ciascuno di noi?

*studenti delle scuole medie Ferraris, classe 2A