Gazzetta di Modena

Scuola 2030

Intelligenza artificiale o video reali? A volte distinguerli è quasi impossibile: l’esperimento sociale a Modena

di Arianna Cicino e Aurora D’Eredità*
Intelligenza artificiale o video reali? A volte distinguerli è quasi impossibile: l’esperimento sociale a Modena

Tutto è partito da una riflessione: vi è mai capitato di guardare sui social video generati dall’intelligenza artificiale e di trovarvi in difficoltà a distinguerli da quelli reali?

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MODENA. Vi è mai capitato di guardare sui social video generati dall’intelligenza artificiale e di trovarvi in difficoltà a distinguerli da quelli reali? A noi sì, e ci siamo chiesti se questa cosa succeda anche ad altre persone che, come noi, si interfacciano ogni giorno con contenuti sempre più realistici che poi si rivelano essere finti. Quindi siamo andati in centro a Modena a intervistare diversi passanti per chiarire questo nostro dubbio.

L’esperimento sociale

Siamo partiti da Ermes e Erika, una coppia di adulti, mostrando loro un video generato dall’IA e sfidandoli a capire se fosse reale o meno. Tutti e due si sono mostrati pronti a riconoscere che il video era falso puntando la loro attenzione sui dettagli, che erano imprecisi. Abbiamo chiesto se loro utilizzano l’IA.  «Sì – hanno risposto – ci incuriosisce. Usiamo Copilot qualche volta, anche se siamo un po’ scettici perché a volte facciamo delle domande e non sempre la risposta è corretta, o non è sempre aggiornata e coerente. Siamo consapevoli dei limiti che ha e cerchiamo di mantenere spirito critico verso questo strumento che comunque ci attira. Bisogna sempre stare attenti perché non è onnipotente».

La riflessione

Ci siamo poi spostati dalla ricercatrice di Antropologia Linda Consolato; anche lei è stata capace di capire che il video che le abbiamo mostrato era reale. Le capita spesso di vedere sui social video generati dall’IA, per esempio video messi a confronto con l’obiettivo di sfidare l'osservatore. Pensa che «solo su determinati lavori l’IA possa prendere il sopravvento», per esempio sul suo lavoro, in cui è fondamentale parlare e relazionarsi con le persone non è possibile.
«Si corre il rischio però che l'IA possa prendere di mira determinati lavori come la creazione di testi», ammette. Il vero problema, secondo lei, non è tanto se l’IA ci “ruba” il lavoro, ma chi è che lascia che questo lavoro venga rubato; fare un riassunto su Chat GPT per pigrizia non comporta un rischio effettivo per il lavoro di qualcuno, ma far creare all’IA una versione dei fatti col proprio punto di vista, e diffondere una notizia modificata o completamente falsa, rubando così il lavoro ai giornalisti, ci avvicina a un contesto simile a 1984 di George Orwell».
I video più semplici non la preoccupano eccessivamente, li ritiene semplicemente «un esperimento che facciamo per vedere fino a che punto siamo capaci di usare la tecnologia». Se invece ha un uso politico allora sì che si preoccupa: «Dipende tutto dal contesto», ammette.
Le è capitato di usare l'IA principalmente per gioco chiedendo di fare delle immagini o per pigrizia: «L’importante è che non diventi un’abitudine» ci confessa prima di lasciarci.

Le opinioni dei modenesi

In seguito abbiamo intervistato Maria Cristina Riccardi e Noè Maselli, entrambi vedono spesso post e video generati dall’IA e alcune volte si sono fatti ingannare, come Maria, che usa spesso Twitter, e un giorno ha visto una foto di una carta di credito molto realistica, ma si poteva capire che non era vera da un solo numero. Riescono però a distinguere i contenuti falsi da quelli reali grazie ai dettagli, ad esempio, del corpo. Entrambi temono che prenda il sopravvento, anzi che già ora lo stia facendo, come negli spot pubblicitari che sono creati interamente dall’IA e non credono sia giusto eticamente sostituire il lavoro di persone che lo fanno da anni. Temono anche la velocità con cui sta crescendo, ma confidano che il lato umano, la coscienza e la creatività non sono cose facilmente sostituibili. Infine, il signor Catellani ironizza sul tema dell’intelligenza artificiale.. Quando gli abbiamo chiesto se fosse preoccupato che l’IA possa un giorno prendere il sopravento ha risposto: «Più che l’IA direi la stupidità umana, perché stiamo facendo tanta pseudo-evoluzione per far sì che l’IA possa coprire la modellazione del mondo che stiamo creando, in modo che l’IA ce la faccia, mentre nella realtà abbiamo capacità ben superiori». 


*studentesse del liceo Muratori -San Carlo,classe 5DL