Vanno tutti a buon fine i soldi raccolti pro-terremotati?
Rino Filippin
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Siamo sicuri che tutti i soldi raccolti con iniziative di solidarietà a favore dei terremotati vadano nelle casse giuste? In questi giorni se ne sono sentite tante: gare di danza, feste a base di piadina, super show con orchestra, sms speciali... ogni iniziativa è buona per finanziare la ricostruzione della Bassa. Poi però in certi casi si legge anche: "doneremo l'incasso escluse le spese". E chi garantisce che le spese siano davvero quelle relative ai costi puri? Qui nessuno vuole insinuare dubbi su buona fede e onestà dei tanti promotori di manifestazioni pro-terremoto. Però sarebbe necessaria la massima trasparenza, sia per rispetto verso chi dona, sia verso chi ha avuto gravi danni dal sisma. E allora perchè non istituire una commissione composta da personaggi pubblici che volontariamente prestano la loro opera al fine di verificare che ognuna di queste manifestazioni sia assolutamente corretta? Si potrebbe creare un "marchio di garanzia" da concedere (dopo una rapida istruttoria), ad organizzazioni che si impegnano a rispettare un codice di trasparenza. Comitati-enti di controllo simili in certi Paesi, ad esempio il Regno Unito, esistono già. Perché non imitarli? Scusate questa proposta, ma pensando alla fine che hanno fatto tanti soldi pubblici penso che tutte le persone di buona volontà saranno d'accordo con me.