Gazzetta di Modena

L’analisi

Cento, dopo il maltempo: «Grandinata devastante ma molti danni risarciti»

Sergio Armanino
Cento, dopo il maltempo: «Grandinata devastante ma molti danni risarciti»

L’evento dello scorso 22 luglio ha colpito auto, case e aziende. L’assicuratore Mattioli fa il punto a quattro mesi di distanza

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Cento Quell’evento catastrofico fece danni in tutto l’Alto Ferrarese: tanti e ingenti. La grandinata dello scorso luglio sfondò lunotti e parabrezza, ammaccando carrozzerie delle auto e, peggio ancora, sfondò tetti e “cappotti” appena fatti di abitazioni e aziende. A distanza di quattro mesi facciamo il punto con Davide Mattioli, delle Assicurazioni Helvetia di Cento, uno dei più esperti del ramo nel Centese: «È da 38 anni che opero su questa piazza, tra la Bassa bolognese e l’Alto Ferrarese: da Crevalcore, a San Pietro in Casale a fino Sant’Agostino», conferma.

LA VALUTAZIONE

Dunque, la violentissima grandinata del 22 luglio, i danni, la corsa alla richiesta di risarcimenti, soprattutto per ripristinare il più in fretta possibile, prima che altri danni si aggiungessero: «Noi abbiamo lavorato anche tutto agosto e abbiamo subito toccato con mano il quadro della situazione drammatica. Questo, a distanza di soli quattro mesi, ci ha consentito di liquidare già circa il 70% dei sinistri».

Danni di ogni genere e importo: «Auto, fabbricati di civili abitazioni, ma anche industriali, commerciali, artigianali, capannoni: solo nella nostra agenzia oltre 400 sinistri denunciati, soprattutto a Sant’Agostino e San Carlo. Per quell’evento tutte le compagnie assicurative si sono attivate con i periti, molti però erano in ferie: i nostri le avevano già fatte a luglio, così abbiamo fatto le perizie fra agosto e settembre, nelle carrozzerie per le auto, sul posto con il drone per le coperture».

LE RICHIESTE

Il secondo passo, per quanto possibile, è stato andare incontro alle richieste: « Completate le perizie, i clienti hanno provveduto (per i fabbricati) a inviarci le richieste di risarcimento e, se erano coerenti con il danno constatato, pur con un margine di tolleranza, sono stati liquidati: parliamo di 15/20.000 euro per i danni più piccoli, fino a 200mila euro, perché qualche capannone che aveva il fotovoltaico sul tetto e i danni sono stati ingentissimi».

Non sempre è stato “tutto e subito”: «Molte aziende - prosegue Mattiolli - hanno fatto messa in sicurezza, in modo da non far piovere dentro, e poi sospeso i lavori: le compagnie pagano il danno diretto, poi magari ci sono danni collaterali, indiretti appunto, come dover cambiare le tegole non danneggiate perché non ci sono più in produzione quelle rotte oppure c’è chi ha colto l’occasione per mettere la guaina che non c’era. Tutto è stato gestito con grande celerità, tanto che si è risarcito anche in situazioni che ancora aspettano l’intervento definitivo di ripristino, a forfait, sul preventivo».

COMPLICAZIONI

Non tutto, ovviamente, è andato liscio: «Restano anche alcuni dei casi più complessi. A volte - spiega Mattioli - il problema nasce da valori sottoassicurati, ossia nella polizza il bene ha un valore inferiore a quello effettivo, e la compagnia liquida il sinistro proporzionalmente al valore effettivo del bene, pur tollerando anche fino al 20% di sottoassicurazione: per capirsi, se il fabbricato ha un valore di ricostruzione a nuovo di 200.000 euro ed è assicurato per 100.000, potrei avere l’altra metà assicurata da un’altra compagnia (caso raro), oppure la polizza ha una certa obsolescenza, fatto sta che se il danno è 10.000 euro, il risarcimento è di 5.000, più la tolleranza, che di norma è del 20% per le abitazioni civili e del 10% per i fabbricati industriali. Per fortuna si sono registrati pochi di questi casi. Poi ci possono essere state delle franchigie...».

Comunque, il 70% dei clienti Helvetia hanno avuto i loro soldi: i più fortunati anche la riparazione effettuata o in fase di ultimazione.

Per le auto è stato solo apparentemente più semplice: «Sulla macchina danneggiata - spiega ancora Mattioli - metto dei pezzi nuovi, ma l’auto ha di una certa vetustà, allora c’è una scaletta che prevede una riduzione del risarcimento del pezzo in base all’età dell’auto, fino a un massimo del valore dell’auto. Così, c’è chi ha venduto l’auto danneggiata o l’ha mandata in demolizione ed è stato risarcito del valore commerciale. Anche qui, due tipi d’interventi: urgenti sui parabrezza, liquidati subito, poi sulla parte della carrozzeria».

MASSA ABNORME

Già, ma qual è, a oggi, la situazione sul vasto territorio martoriato quel 22 luglio? Mattioli il polso della situazione ce l’ha, a grandi linee: «Quando ci sono 400, 500, 800, mille sinistri, per quanto la squadra di periti venga rinforzata, non si arriva dappertutto. Ci sono state difficoltà logistiche per una massa di lavoro immane, un danno così diffuso non si era mai visto. E lo stesso vale anche per le aziende che dovevano provvedere alle riparazioni, oltre poi le difficoltà a reperire materiali. Solo noi come agenzia alla fine liquideremo sui 3 milioni complessivi, il 70% di quello che avevamo messo in riserva. Ricevere la liquidazione per molti ha significato poter accelerare anche le riparazioni».

Insomma, quattro mesi di fuoco: «Anche perché l’agenzia - chiosa Mattioli - ha dovuto continuare anche il suo lavoro di routine».

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