Tre ex studenti del Venturi si raccontano: «Quante strade post diploma»
Le storie e le esperienze di Colette, Tiziano e Daniele
MODENA. Il Venturi addosso: il cammino dei diplomati dell’istituto Venturi di Modena tra passioni e lavoro. La scelta di una scuola artistica rappresenta spesso una tappa fondamentale nella vita di molti giovani, un passo decisivo che non solo indirizza il futuro professionale, ma che plasmerà anche la loro visione del mondo e della cultura. In particolare, l’istituto d’Arte Venturi, offre un percorso che non si limita solo all’apprendimento tecnico, ma stimola anche lo sviluppo del pensiero creativo e della libertà di espressione.
Arte al centro
L’arte, infatti, è una disciplina che abbraccia molteplici ambiti, dall’architettura alla grafica pubblicitaria, dalla pittura alla scultura, e le opportunità professionali che si aprono dopo la conclusione di un tale percorso sono molteplici e variegate. Dopo la scuola artistica, le possibilità lavorative non sono sempre immediate e spesso richiedono un ulteriore investimento in termini di studio e specializzazione. Tuttavia, le competenze acquisite all’interno di un’istituzione come il Venturi sono fondamentali per intraprendere carriere nel mondo delle arti visive, del design, della pubblicità, e persino in settori apparentemente lontani, come la medicina, come raccontato da uno degli ex studenti intervistati.
Tre ex allievi si raccontano
In questo articolo, esploreremo le esperienze di tre ex allievi del Venturi, Colette Baraldi (Resebe), Tiziano Colella e Daniele Marchioni, che ci raccontano il loro percorso e come la formazione ricevuta abbia influenzato le loro scelte professionali. Una libera artista, un tatuatore e un medico chirurgo in otorinolaringoiatria, tre scelte completamente differenti accomunate però dalla passione. La scelta della scuola Quando si parla di indirizzo di studi artistico, le scelte sono molte e strettamente legate alle passioni personali. Colette, Tiziano e Daniele, pur avendo frequentato la stessa scuola, hanno scelto indirizzi, e carriere, diversi, testimoniando la versatilità e l’adattabilità della formazione artistica offerta dal Venturi. Colette ha scelto di specializzarsi in architettura, un campo che, pur essendo distante dalla tradizione pittorica o scultorea, affonda le sue radici nella creatività e nell’arte.
Ci racconta di ciò che le ha lasciato: «L’idea dello spazio, che può essere abitato da persone, da opere», ha spiegato Colette, riflettendo sulla sua esperienza. La capacità di concepire e progettare spazi che rispondano a esigenze estetiche e funzionali è una delle competenze chiave che il Venturi è riuscito a trasmetterle. Tiziano e Daniele, invece, si sono orientati verso la grafica pubblicitaria, un campo che unisce la creatività artistica con le esigenze di comunicazione visiva. Entrambi riconoscono nell’insegnamento ricevuto al Venturi un’importante formazione, che li ha aiutati a sviluppare una visione complessa e aperta della grafica. Tiziano, in particolare, ha sottolineato l’importanza dell’apertura mentale che la scuola impartisce: «Il Venturi lascia un mondo di apertura in generale, non solo artistica». Un concetto che ha trovato conferma anche in Daniele, che ha commentato: «Atteggiamento open mind, mai avere la presunzione di pensare di essere il migliore, guardare gli altri e rapportarsi col mondo».
Formazione ed esperienze
Dopo il Venturi, Colette ha proseguito la sua formazione all’Accademia di Belle Arti, un percorso che le ha permesso di affinare ulteriormente le sue competenze nel campo dell’arte visiva. Tiziano, anche lui ha continuato gli studi all’Accademia di Belle Arti, ma ha scelto l’indirizzo decorativo, una scelta che ha continuato a nutrire la sua passione per l’arte, ma con un focus sulla decorazione e sull’interpretazione estetica di ambienti e oggetti. Daniele, invece, ha intrapreso un percorso completamente diverso, scegliendo di studiare medicina, un cambiamento di rotta che, tuttavia, non ha messo da parte la sua passione per l’arte che ritroviamo anche nelle illustrazioni dei suoi libri. «Ho cominciato il percorso di studi perché ero dotato per il disegno», ha dichiarato, riflettendo sulla sua iniziale volontà di fare qualcosa di legato all’arte. Sebbene la medicina sia distante dall’arte, Daniele afferma comunque di aver trovato delle affinità strada facendo, scoprendo come la creatività e la percezione visiva siano fondamentali anche in un campo come quello medico.
Le difficoltà e i sacrifici
Come in ogni percorso di crescita, anche la strada dell’arte è costellata di difficoltà. Colette, Tiziano e Daniele hanno dovuto fare i conti con ostacoli, sacrifici e sfide da affrontare. Colette, in particolare, ci dice: «È stato molto facile esprimersi attraverso la pittura e il disegno, è come respirare, ma non è stato molto facile, e non lo è tutt’ora, esprimermi con libertà d’intenti», racconta. Questo riflette una realtà comune nel mondo dell’arte: la paura del giudizio e il conflitto tra la propria visione e le aspettative del pubblico o del mercato. Inoltre, Colette ha deciso di non partecipare a mostre che richiedevano un pagamento per la partecipazione, una posizione che sottolinea il suo rifiuto di mercificare l’arte.
«È come pagare per guardare le nuvole», ha affermato, ribadendo un concetto di purezza nell’espressione artistica. Daniele, invece, ha parlato di «sacrifici enormi ripagati dalla passione», suggerendo che la dedizione e l’impegno sono fondamentali per avere successo in qualsiasi campo, anche in quello artistico.
Il percorso al Venturi
Quando gli è stato chiesto se avrebbero cambiato qualcosa del loro percorso, le risposte sono state chiare e senza rimpianti. Colette ha affermato di non avere rimorsi. «Forse avrei voluto essere un po’ più scienziata», ha detto parlando della sua passione per l’antropologia e la biologia. Tiziano ha ribadito che il Venturi è stata la scelta giusta, soprattutto per il rapporto con alcuni insegnanti che lo hanno ispirato e motivato. «Io sono qui oggi perché ispirato da un professore», ha raccontato con gratitudine. Daniele, infine, ha sottolineato che non cambierebbe nulla del suo percorso. «Il Venturi e la successiva parte di medicina sono stati un percorso perfetto, anomalo, ma alla fine della fiera perfetto», ha detto con convinzione.
*studentesse del liceo Venturi, classe 4L