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Dopo le aggressioni con un martello, le minacce al barista con una mazza: «Vieni fuori che regoliamo i conti»

di Daniele Montanari

	Il 30enne tunisino e il martello usato per la prima aggressione
Il 30enne tunisino e il martello usato per la prima aggressione

Il 36enne tunisino, un incubo per gli esercenti di Serramazzoni, insiste con il suo atteggiamento: domenica 23 febbraio paura anche in un altro bar del paese

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SERRAMAZZONI Dopo aver minacciato il barista col martello, e avergli spaccato la vetrina, la sera dopo torna con una mazza da baseball perché vuole “regolare i conti”. Sembra ormai diventato davvero un pericolo pubblico il 36enne tunisino che da alcuni giorni sta seminando paura a Serra. Nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio, come raccontato dalla Gazzetta, aveva spaccato la vetrina del Bar Angela di via Val di Sasso, in centro, con il martello con cui aveva tentato di colpire il gestore Enrico Cerchiari che, vedendolo in stato di alterazione, si era rifiutato di dargli da bere. Lui si è “vendicato” distruggendogli la vetrina e minacciandolo: «Prima o poi te la farò pagare!».

Di nuovo al Bar Angela

Incurante delle raccomandazioni dei carabinieri e della denuncia fatta da Cerchiari, venerdì sera il tunisino è tornato. «Erano le 21 – racconta Enrico – all’improvviso lo vedo entrare nel bar con una mazza da baseball e mi grida: “Vieni fuori che regoliamo i conti!”. Io ovviamente non sono uscito, anzi: con l’aiuto di un cliente l’ho accompagnato fuori, ho chiuso e poi chiamato i carabinieri. Lui l’ha capito e se n’è andato. I carabinieri non hanno fatto in tempo ad arrivare che hanno ricevuto un’altra chiamata d’intervento, sempre a Serra: era la guardia medica che era terrorizzata dalle sue grida». “Finito” col bar, il tunisino era andato dalla guardia medica perché esigeva dei tranquillanti. I carabinieri l’hanno trovato lì, ma senza la mazza: così non hanno potuto denunciarlo per porto di oggetti atti a offendere, solo fargli una nuova raccomandazione. «Sono 36 anni che faccio il barista a Serra e non ho mai avuto un problema con nessuno – nota Cerchiari – adesso con questa persona ho paura. E se quando esco dopo la chiusura si presenta con un coltello? O fa del male a Luciana, mia moglie? Io non capisco cosa aspettino ad allontanarlo: la tragedia? Io se continua così mi dispiace ma mi trovo costretto a chiudere il bar».

Ha chiesto coltelli

Che il giovane non abbia intenzioni proprio tranquillizzanti lo testimonia quanto accaduto nella giornata di venerdì: si è presentato anche nelle due ferramenta del paese, prima una e poi l’altra, dicendo che voleva comprare un coltello. Ma tutte e due si sono rifiutate di venderglielo. Ha comunque continuato a creare apprensione in paese. Un giovane ha riferito che venerdì notte «ha cercato di entrare a casa di mia nonna con una mazza».

Nonostante le raccomandazioni e gli interventi dei carabinieri, sembra continuare come se nulla fosse. Domenica 23 al mattino bastava fare un giro in centro per capire che tra i commercianti ormai la preoccupazione è tanta. Al Bar Bagianni di via Roma la domenica è iniziata con un barricamento interno: «Erano le 7.30 quando si è presentato qui davanti con una mazza – raccontano le bariste – noi ci siamo chiuse dentro. Lui gridava: “Quand’è che aprite?”. Ha insistito per un po’, poi è andato via. Ma è assurdo, non possiamo vivere nella paura che arrivi, e non possiamo venire qui per tenere chiuso il bar preoccupate che possa fare del male a noi o alla clientela. Qui qualcuno deve fare qualcosa, altrimenti tanto vale chiudere». 

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