Emma Girotto dal Sassuolo femminile alla Nazionale: «Inseguite i vostri sogni»
L’attaccante neroverde si racconta agli studenti del liceo Sigonio
SASSUOLO. Classe 2006, ha già indossato la maglia azzurra della nazionale e gioca come punta del Sassuolo Calcio femminile: lei è Emma Girotto ed ha risposto ad alcune domande riguardanti la sua carriera, l’infanzia a Treviso, sogni e progetti futuri.
Ha dato alcuni consigli per i giovani calciatori e calciatrici, che un giorno proprio come lei sognano di intraprendere una carriera come sportiva.
Qual è stato il primo contatto avuto con il calcio?
«Entrambi i miei genitori erano calciatori e sin da piccola ho iniziato a giocare in una scuola calcio».
Le va di raccontarci il tuo percorso calcistico?
«Fino all’età di 14 anni ho giocato assieme ai ragazzi. Tre anni fa sono arrivata a Sassuolo a seguito di un’esperienza nel Cittadella. Per quanto riguarda la nazionale sono stata convocata negli anni con l’Under 17 18 e 19 però non ancora in nazionale maggiore».
Qual è stato il momento più emozionante della sua carriera?
«Sono in realtà due: il raggiungimento della finale del campionato Primavera con il Sassuolo e la convocazione in Nazionale azzurra».
Quali sono i suoi idoli o le persone a cui si ispira?
«Dal punto di vista calcistico un giocatore che mi piace molto è Robert Lewandowski l’attaccante del Barcellona, fuori dal campo invece la grande sportiva Bebe Vio».
Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
«Dal punto di vista lavorativo vincere il campionato e esordire in nazionale maggiore, mentre al di fuori del calcio è fare numerosi e lunghi viaggi».
Uno stile di vita sano e una corretta alimentazione sono importanti?
«Si, sono fondamentali per il nostro lavoro e ci permettono di avere prestazioni migliori dal punto di vista fisico».
Com’è stata l’esperienza in Nazionale?
«Molto diversa rispetto alle altre però sicuramente molto bella e ricca di emozioni».
Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato?
«Sicuramente la difficoltà più grande è stata affrontare i pregiudizi tutt’oggi esistenti riguardo al calcio femminile che spesso vengono tramutati in battutine o piccole offese che portano a una vera e propria discriminazione».
Il calcio femminile e quello maschile sono ancora così distanti?
«Sì, sono due mondi diversi, il calcio femminile sta facendo passi in avanti ma è ancora lontano da quello maschile e lo si può notare semplicemente dal numero di spettatori medio per partita».
Secondo lei come si potrebbe ridurre questa differenza tra i due mondi?
«Un ruolo cruciale potrebbe essere svolto dai social attraverso la pubblicazione e sponsorizzazione delle partite sia delle squadre nazionali sia dei campionati stimolando così le persone ad andare allo stadio per vedere le partite».
Cosa vorrebbe dire alle ragazze che vogliono iniziare a giocare a calcio?
«Inseguite sempre i vostri sogni e andate oltre a ogni pregiudizio e limite che vi impongono perché il vero obiettivo è la realizzazione personale».
A cura della classe 4I del liceo Sigonio
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