Matteo Cotali e Mariachiara Gandolfi, professione calciatori: intervista doppia ai due giocatori del Modena
Il difensore della prima squadra maschile e la capitana del femminile si raccontano
MODENA. «Essere una calciatrice oggi in Italia per certi aspetti è emozionante, per altri è svantaggioso se paragonato al movimento calcistico maschile». È quanto sostiene la capitana del Modena Calcio femminile Mariachiara Gandolfi: per intervistarla siamo andati direttamente dove lei e la sua squadra si allenano.
Quando siamo arrivati sul posto, abbiamo sentito l’aria fresca sulla pelle, unita all’odore di erba appena tagliata. Mentre le parlavamo si sentiva il suono dei passi dei giocatori sul prato: un misto di scivolamenti e scatti veloci, mentre il suono del pallone che veniva colpito era forte e secco. Le abbiamo chiesto da quanto tempo gioca a calcio e ci ha raccontato: «Ormai sono già 23 anni che gioco a calcio. Inizialmente ricoprivo il ruolo di esterno sinistro, poi sono diventata difensore. All’inizio - ci ha spiegato - non mi sentivo pronta, però poi con il tempo sono migliorata al punto da diventare anche capitana».
Per quanto riguarda il suo regime alimentare, ci ha detto: «Non seguo una dieta particolare ma sono attenta a bilanciare l’alimentazione». «Mi alleno molto - racconta- sia sul campo che investendo sulla tecnica. Con l’allenatore e la tifoseria ho un buon rapporto e anche con le mie compagne di squadra: infatti mi piace esultare con loro, più che da sola, e il mio gesto scaramantico è dare il cinque a tutte le mie compagne di squadra».
Dalle sue parole, abbiamo capito come il movimento calcistico femminile non sia ancora ai livelli di quello maschile, sotto tanti aspetti: economico, mediatico e storico. Anche i tifosi preferiscono seguire il calcio maschile rispetto a quello femminile. Ma parliamo comunque di un movimento in crescita.
Per fare un vero confronto, allora, abbiamo intervistato anche Matteo Cotali, terzino sinistro del Modena Fc maschile. Cotali gioca a calcio da 21 anni: «All’inizio - ci ha raccontato - il mio sogno era fare l’attaccante, poi con calma ho trovato il ruolo migliore per me, che è quello di terzino, che ora ricopro».
Anche Cotali si allena duramente: «Arrivo al campo un’ora prima dell’allenamento, faccio 45 minuti di palestra e un’ora e mezza sul campo. Sia io che i miei compagni siamo seguiti da un nutrizionista e ho un ottimo rapporto sia con gli altri giocatori sia con l’allenatore. Come gesto scaramantico faccio il segno della croce e come esultanza quello del soldatino, perché mi hanno sempre detto che un soldato è pronto a mettersi al servizio degli altri».
Ci ha colpito che sia Gandolfi sia Cotali ci hanno spiegato che non apprezzano gli avversari poco sportivi o le persone che in generale vogliono rendere questo sport poco corretto.
Quale consiglio darebbero a un ragazzo o a una ragazza che voglia diventare calciatore o calciatrice?
Gandolfi suggerisce di «non mollare mai, anche quando il percorso è denso di ostacoli».
Cotali consiglia di «continuare a studiare, perchè è importantissimo».
Tutti e due concordano su un fatto nello specifico, e con questo ci piace concludere, «occorre divertirsi e coltivare la propria passione». l
Claudia Bassi
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