Gazzetta di Modena

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Scuola 2030

Horacio Pagani si racconta: «Da Leonardo a Fangio, così nasce la mia storia»

di Elisa Malaguti, Stella Mazzella di Bosco, Giacomo Babini e Fatima Ezahra Youder*

	Horacio Pagani con due studenti della media Cavour
Horacio Pagani con due studenti della media Cavour

Il genio dell’automobilismo a tu per tu con gli studenti delle medie Cavour: «Ci vuole disciplina, passione, rigore e tanta praticità»

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SAN CESARIO. Abbiamo avuto l’incredibile opportunità di addentrarci nel cuore pulsante della Pagani Automobili, precisamente negli uffici adiacenti al suggestivo Museo a San Cesario. In un’intervista esclusiva, abbiamo incontrato Horacio Pagani, un vero genio dell'automobilismo capace di fondere in modo unico arte e scienza nelle sue creazioni. Questa intervista esclusiva ci ha condotto in un viaggio appassionante attraverso la sua storia, le sfide che ha superato e i segreti che si celano dietro la nascita delle sue leggendarie supercar: un'immersione nel regno delle auto da sogno, proprio nel cuore pulsante della sua creazione.

Pagani, come è nata la sua passione per la progettazione e la costruzione di automobili?

«La mia passione per le auto è nata quando ero poco più piccolo di voi, già a 10-11 anni ero affascinato dalle materie scientifiche e una certa predisposizione verso le materie artistiche, mi piaceva molto disegnare, scolpire e fare musica. L’automobile è diventata per me un’attrazione irresistibile perché univa queste due passioni: la tecnica e l’estetica. Così, ho iniziato a disegnare e costruire modellini e da lì non mi sono più fermato. Ho studiato e mi sono impegnato, inseguendo il mio sogno fino a farlo diventare realtà».

Quali sono state le più importanti sfide che ha affrontato per raggiungere questi livelli di eccellenza?

«Raggiungere l'eccellenza è una sfida continua! Ogni giorno mi trovo ad affrontare nuove difficoltà, che aumentano con le responsabilità: più clienti, più dipendenti, più persone che amano il nostro marchio. Per me, non c'è mai nulla di scontato. Ci vuole disciplina, passione, rigore e tanta praticità. Insomma, ogni giorno è una nuova avventura, dove devo mettere in gioco tutte le mie energie!»

Ci sono state figure chiave che hanno influenzato il suo percorso professionale?

«Nel mio percorso, ho avuto la fortuna di incontrare molte persone che mi hanno ispirato. Ma se devo scegliere una figura chiave direi Leonardo da Vinci. Lui, più di 500 anni fa, aveva capito che l’arte e la scienza sono due discipline che possono andare a braccetto. Questa idea mi ha sempre affascinato perché anch’io ero un ragazzo curioso, appassionato sia di scienza che di arte. Leonardo è stato un po’ la mia guida. Certo, non posso dimenticare i miei genitori, i miei amici e tutte le persone che ho incontrato lungo la strada, come ad esempio Juan Manuel Fangio, un pilota che mi ha introdotto nell’ambiente di Modena e mi ha presentato nell’azienda Lamborghini. E poi, ci sono stati anche quelli che mi hanno messo i bastoni tra le ruote, le difficoltà che ho dovuto superare. Ma sapete una cosa? Sono proprio queste sfide che ti fanno capire quanto sei forte e che puoi farcela!»

Quale è il suo modello di automobile preferito e quale considera più iconico?

«Se parliamo di auto da corsa, ce ne sono alcune che hanno fatto la storia! La Porsche 917 LH, per esempio, è un'icona di potenza e velocità. Ma anche la W 196, l'auto con cui correva il leggendario Fangio, e la Ferrari P4 sono dei veri e propri simboli. La Porsche, però, è sempre stata un passo avanti a tutte le altre». Qual è il componente che ritiene cruciale nella costruzione di una automobile Pagani? «Quando costruiamo una Pagani, la cosa più importante per noi è la sicurezza. Vogliamo che chi guida le nostre auto si senta protetto in ogni situazione. Ma se devo scegliere un componente in particolare, direi che il meccanismo del cambio manuale dell'Huayra è un vero gioiello di ingegneria. Ci abbiamo messo un sacco di impegno per realizzarlo, perché volevamo che fosse perfetto. Anche gli scarichi sono un elemento fondamentale, perché contribuiscono a dare alla macchina quel suono unico e inconfondibile».

Quale modello ha presentato maggiori difficoltà in fase di progettazione?

«Ogni modello Pagani è una sfida, ma alcuni ci hanno fatto sudare più del solito! La Zonda, per esempio, è stata la nostra prima auto, quindi abbiamo dovuto costruire tutto da zero. È stato come partire da un foglio bianco! Anche la Huayra ci ha dato parecchio filo da torcere, perché abbiamo voluto metterci dentro un sacco di tecnologia all'avanguardia: aerodinamica e sospensioni attive, cose da fantascienza! E poi c'è l'ultimo modello, l'Utopia. È stata una sfida diversa: dovevamo realizzare i desideri dei nostri clienti, curando ogni minimo dettaglio. Un lavoro di precisione incredibile!».

Come è nata l'ispirazione per il suo primo modello di automobili?

«L'idea per la mia prima auto è nata guardando le barche a riva qui in Italia. La loro eleganza, la cura dei dettagli, il modo in cui sono costruite artigianalmente mi ha sempre affascinato. Poi, certo, c'è stata l'ispirazione da mia moglie e dallo studio di altri prototipi, ma quelle barche ferme, così belle e solide, sono state un punto di partenza importante. Volevo che la mia auto avesse la stessa bellezza, la stessa forza e lo stesso tocco speciale».

Qualche modello ha mai partecipato a competizioni automobilistiche?

«Le nostre auto sono pensate per la strada, non per le competizioni. Ma all'inizio degli anni 2000, un cliente appassionato di corse ha portato la sua Zonda in pista. È stato un evento speciale, ma noi di Pagani non eravamo coinvolti direttamente».

Qual è il modello di automobile Pagani che ha riscosso maggior successo commerciale?

«Tutte le nostre Pagani hanno avuto un grande successo, ma l'ultima, la Utopia, è stata davvero speciale: l'abbiamo venduta tutta un anno prima della presentazione! I nostri clienti si fidano di noi e comprano le nostre auto ancora prima di vederle. Però, se parliamo di modelli iconici, la Zonda Cinque Roadster è la preferita dai veri appassionati. Ne esistono solo 5 esemplari al mondo, e questo la rende un oggetto del desiderio per molti. Certo, costa parecchio, ma è un'auto davvero unica!».

Signor Pagani, lei ha condiviso con noi alcuni preziosi consigli. Qual è il messaggio più importante che si sente di dare a noi ragazzi?

«È importante credere con tutto il vostro cuore nei sogni che avete. Non lasciatevi scoraggiare dalle difficoltà, anzi, trasformate ogni errore in una spinta per fare meglio. Ricordate le sagge parole di Confucio: “Andate piano, ma non fermatevi mai”. Un altro suggerimento che vi do, soprattutto vivendo in un'epoca piena di schermi, è di passare meno tempo possibile davanti a telefoni, computer e televisione. Usate quel tempo prezioso per imparare cose nuove, per stare con le persone che vi vogliono bene, la vostra famiglia e i vostri amici. Non conta tanto la quantità di tempo passato insieme, ma la qualità di quei momenti. E non dimenticatevi del vostro corpo! Fate tanto sport e mangiate in modo sano. Infine, non abbiate paura di sbagliare, è normale! L'importante è imparare dai propri errori e non ripeterli sempre. Forza e non mollate mai!», conclude Horacio Pagani.
*studenti della scuola media Cavour, classe 2A

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