Gazzetta di Modena

Modena

Scuola 2030

Portare il cinema sui banchi: la storia di Gabriele Malagoli

di Tommaso Tozzi, Laura Ferri, Emma Sinibaldi, Arina Karpova, Antonio Mutillo, Francesco Borghi e Federico Zanarini*

	Gabriele Malagoli è il fondatore del Crispy Cinema Club
Gabriele Malagoli è il fondatore del Crispy Cinema Club

Il messaggio agli studenti: «La curiosità è la scintilla che ha acceso tutto»

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MODENA. Non tutti i giovani sanno cosa vogliono dalla vita. Gabriele Malagoli sì, e lo dimostra ogni volta che parla di cinema.

Gli brillano gli occhi quando racconta di una scena ben girata, di una luce che dice più di mille parole, di quella magia che solo un'inquadratura riesce a creare. Per questo abbiamo voluto intervistarlo: perché ha condiviso con la nostra classe un progetto sul cinema che ci ha fatto scoprire nuovi sguardi, nuovi mondi.

Il percorso

Appena laureato, Gabriele ha alle spalle un percorso intenso: ha studiato al DAMS indirizzo Cinema all'Università di Bologna e ha poi completato un master alla Cattolica di Milano, il Mica – Management dell’immagine, del Cinema e dell'Audiovisivo, dove ha avuto come docente Andrea Chimento, il primo a spingerlo verso la didattica nelle scuole.

Gli abbiamo chiesto come sia nata questa passione. «Ho avuto la fortuna di avere genitori che mi portavano spesso al cinema. All’epoca, se volevi vedere qualcosa di nuovo, dovevi andarci: in tv arrivava uno o due anni dopo. A 15 anni andai al cinema Victoria a vedere un film su Georges Méliès. Quando mostrarono il flashback della sua vita e di come creava i film, rimasi sconvolto. Pensai: “Qui c'è davvero la magia del cinema!”. E mi dissi: “Forse c'è molto di più di ciò che ho sempre visto”». Da quel momento, la curiosità non l’ha più lasciato.

L’idea

«La curiosità è la scintilla che ha acceso tutto», ci confida e ancora oggi, davanti a un film, mantiene quello sguardo curioso di quando era ragazzo. L'idea di portare il cinema nelle scuole nasce proprio durante il master: «Ho iniziato a contattare molti insegnanti, spiegando loro l'iniziativa. La notizia ha cominciato a circolare e cosi il progetto ha preso vita in numerose scuole». Un progetto che è arrivato anche da noi, coinvolgendoci in un viaggio tra frammenti di storia del cinema, analisi visive e riflessioni.

«L'intento era quello di farvi avvicinare a frammenti di storia del cinema scelti con cura. Spero di essere riuscito a trasmettere a ciascuno di voi almeno un po' della mia passione, e che questa possa accompagnarvi a lungo. Sarebbe stato un peccato non valorizzare un'arte cosi accessibile, ma soprattutto cosi aperta all’interpretazione». Ma Gabriele riesce ancora a guardare un film da semplice spettatore? «Ad un certo punto questa distinzione non si nota più. Il modo di guardare i film non è cambiato, continuo a guardarli da spettatore passivo. Se invece capita che mi venga da analizzare un film mentre lo guardo, è perché mista prendendo davvero tanto, e quindi probabilmente dopo vorrei parlarne o scriverne».

«Il cinema italiano deve sperimentare»

Tra i film che lo hanno colpito di più c'è Koyaanisqatsi, un'opera visiva degli anni Ottanta che racconta il rapporto tra uomo, società e natura senza dialoghi, solo con immagini. «Vedere quel modo di inquadrare le immagini è una vera lezione su come guardare la vita, e non accontentarsi di ciò che si ha davanti agli occhi. Questo film ti fa proprio capire che la vita è più grande di quanto la immaginiamo».

Sul cinema italiano, invece, non nasconde qualche perplessità. «Sono un po' prevenuto verso il cinema italiano, perché manca la sperimentazione che vedo in quello americano o greco. Non c'è un vero ricambio generazionale: si punta sugli anziani, gli unici che guardano ancora i canali televisivi. Però sono speranzoso, perché nuovi attori e registi stanno emergendo. Il problema è che il cinema americano ci supera per coraggio e innovazione».

Il progetto al parco

E il futuro? Non si ferma: Gabriele ha già in mente un nuovo progetto. «Partirà a giugno ai Giardini Ducali. L'idea è quella di selezionare film capaci di attirare un pubblico ampio, ma con un livello culturale e cinematografico elevato. Si terrà ogni mercoledì, dall’11 giugno fino alla fine di luglio». Alla fine dell'incontro, rimane la sensazione che il cinema, per lui, sia molto più di una passione. È uno sguardo sul mondo, una chiave per leggere la realtà, un linguaggio universale che può unire generazioni e idee. E forse, in ognuno di noi, ora brilla un piccolo riflesso di quella luce.

*studenti del liceo Corni, classe 3D