La storia di Monica Telleri: «Io, falegname donna»
Da anni è la titolare dell’attività “Hako Arredi” di Palagano: «Tutto è partito in maniera casuale»
PALAGANO. Un falegname donna? È tutto vero, ce ne parla Monica Telleri, titolare da anni della falegnameria Hako Arredi di Palagano.
Cosa l’ha spinta a scegliere proprio questo settore?
«La scelta del settore per me è stata un po’ casuale: mio cugino mi aveva parlato del suo progetto di aprire una sua attività, e senza pensarci troppo ho deciso di seguirlo. Lui lavorava come falegname fin da quando aveva 16 anni e aveva il sogno di mettersi in proprio, ma gli serviva un supporto organizzativo. Io ho avuto un ruolo importante in questo: grazie al mio lavoro come commercialista, infatti, avevo la possibilità di conoscere molti tipi di impresa e indicargli gli errori da evitare».
Ha riscontrato pregiudizi nel corso della sua attività, siccome il suo lavoro è considerato prettamente maschile?
«Può darsi che qualcuno abbia giudicato questa mia scelta o abbia pregiudizi in merito al mio ruolo, ma non ci ho mai dato importanza. A volte, invece, mi sento coccolata dai clienti e fortunata da questo punto di vista, ma non nascondo che in determinati momenti mi rendo conto che essere donna in questo settore è difficile: anche se non si dà importanza ai pregiudizi, certe situazioni mi fanno capire che mi mancano alcune tutele».
Ha mai pensato di mollare oppure di trasferirsi altrove?
«Per quanto lavori bene, nella professione è sempre possibile che qualcuno ti intralci, ma quando apri un’attività lo consideri come un rischio da correre. Ci possono essere sicuramente dei momenti di sconforto, perché quando hai una tua attività ti assumi le colpe se qualcosa va male, ed è brutto. Ma quando invece va bene, e sai che è un tuo merito, è qualcosa di impagabile».
Lei è anche la presidente della sede di Palagano dell’associazione di categoria Lapam Confartigianato, secondo la sua opinione, come si potrebbero favorire le attività in montagna?
«Sicuramente la burocrazia per le piccole attività è un grosso limite e aumenta di anno in anno. Poi c’è anche il problema della viabilità: alcune strade sono sempre più dissestate e questo di conseguenza comporta il problema della difficile raggiungibilità degli esercizi commerciali, che così perdono visibilità. Quindi penso si dovrebbe ridurre la burocrazia e abbassare alcuni costi, altrimenti diventa complicato anche solo trovare un collaboratore».
Come interviene Lapam per aiutare i giovani o chi vuole aprire un’attività in Appennino?
«Lapam fornisce assistenza, soprattutto per quanto riguarda la formazione. Una notevole importanza l’assumono anche gli uffici molto vicini al territorio, infatti quasi ogni comune ha a disposizione un ufficio Lapam. La nostra associazione è caratterizzata soprattutto dalla conoscenza delle agevolazioni per la montagna: non tutti difatti conoscono i fondi a disposizione per le nuove imprese in montagna, che in realtà come la nostra diventano molto importanti. Quindi è fondamentale fare conoscere queste opportunità».
*studenti del liceo Biagi di Palagano, sede distaccata del Formiggini, classe 4PES