Alla Cdr di Modena tornano i mercatini di Natale: «Presepi, addobbi e food truck»
Tornano le iniziative benefiche alla parrocchia di San Giovanni Bosco. Don Stefano Violi: «Così aiutiamo i più bisognosi»
MODENA. I mercatini di Natale della Cdr di Modena tornano anche quest’anno con nuove proposte e una storia da raccontare. Il tutto con fini benefici, come l’anno scorso, quando i fondi raccolti furono destinati a un ospedale palestinese. I mercatini di quest’anno si svolgeranno fino all’8 dicembre, il sabato e la domenica dalle ore 10 alle ore 19, in via Tamburini 96-106, Modena.
I mercatini
«I mercatini di quest'anno presenteranno principalmente presepi di tutti i tipi fatti a mano. In più saranno allestiti dei food truck, ovvero veicoli attrezzati per la vendita di cibi e bevande a tema invernale, principalmente ospitando l’Osteria del Pozzo», racconta don Stefano Violi, parroco della parrocchia di San Giovanni Bosco a Modena. Si potranno trovare stand ricchi di sorprese con articoli artigianali, idee regalo, articoli natalizi per arredo, decorazioni e tanto altro. Durante la passeggiata tra i mercatini si potranno assaporare castagne arrosto, vin brulè, prodotti tipici siciliani, gustosi tortellini e tortelloni e altre prelibatezze. Oltre alla casa di Babbo Natale, dove si potranno inviare le letterine al Polo Nord, si potrà assistere a concerti di Natale con ospiti speciali.
Gli obiettivi
«Il nostro scopo è quello di creare un evento che ricordi delle situazioni difficili che si vivono nel mondo. Il Natale allora è ricordare la nascita di Gesù, ricordare la terra dove è nato, ricordare che è possibile la pace e dobbiamo lavorare per la pace. Quindi questo è un po' il significato che ha spinto a fare i mercatini, un modo per donare supporto alla Terra Santa». Riferendosi all’anno scorso, Don Stefano aggiunge: «Il nostro obiettivo è stato aiutare un ospedale a Gerusalemme Est, l'unico ospedale cattolico San Iosef, situato in una zona difficile poichè un quartiere soprattutto musulmano. I modenesi hanno aiutato a costruire una sala parto in acqua dove nascono bambini islamici, ebrei e cristiani, tenuto dalle suore».
La storia della Cdr
Don Stefano ha poi raccontato della nascita della Cdr: «Durante la tirannia nazifascista, Modena diventa il centro di smistamento dei prigionieri angloamericani. I modenesi costruiscono una rete clandestina per salvare queste persone, che sono ebrei, militari, renitenti alla leva, giovani che sono chiamati dai repubblichini dalla Repubblica di Salò a fare da militari a supporto dei nazisti. Anderlini, un ottico, e Paltrinieri sono i primi due ad essere uccisi per aver salvato delle persone. Ciò che unisce queste persone è il fatto che sono tutti amanti della libertà”. Aggiunge poi: “I modenesi avevano individuato i paduli come zona per costruire un posto dove i giovani, soprattutto i meno fortunati, potessero crescere».
Le origini
Don Stefano ci ha raccontato anche dell’origine del nome: «Nel 1921, padre Flanagan, in America, fonda una città, dove raccoglie dei ragazzi, chiamata Boys Town. Un giorno fu lasciato davanti alla porta un bambino piccolo, poliomielitico, che non riusciva a camminare e i ragazzi più grandi se ne presero cura. Un giorno un ragazzo più grande prese sulle spalle questo bambino per aiutarlo a fare le scale. Padre Flanagan gli chiese se facesse fatica e lui rispose no perché lo vedeva come suo fratello. Da qui questo principio di fraternità universale viene portato a Modena, dove in questo centro si iniziarono ad accogliere i figli delle persone morte in guerra».
*studentesse del liceo Muratori-San Carlo, classe 5DL
