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Rosamaria Papaleo agli studenti: «Giovani e lavoratori sono categorie da tutelare»

Jennyfer Ronza e Elena Anoile*
Rosamaria Papaleo agli studenti: «Giovani e lavoratori sono categorie da tutelare»

La segretaria della Cisl Emilia: «È importante diffondere la cultura della legalità nel lavoro»

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MODENA. «La tutela dei giovani lavoratori è una tematica prioritaria per tutta la Cisl in quanto sindacato». La Cisl promuove la formazione e l’orientamento dei giovani nel mondo del lavoro come strumento per la crescita personale, soprattutto dei minori. Abbiamo chiesto alla sindacalista Rosamaria Papaleo, segretaria della Cisl Emilia Centrale, se i giovani sono tutelati maggiormente in quanto minori, sotto l’aspetto lavorativo: «I minori di sedici anni sono tutelati da contratti, dove il datore di lavoro deve tenere conto che il lavoratore minorenne non può lavorare oltre le 22 e deve avere il consenso di un tutore per l'avviamento lavorativo, il pagamento deve essere sottoscritto in busta paga. In situazioni illecite rispetto alle norme prestabilite, anche i giovani possono rivolgersi ai sindacati per la loro tutela attraverso l’aiuto di un tutore. E’ importante diffondere la cultura della legalità lavorativa per evitare situazioni di sfruttamento».

L’intervista

A Modena ci sono, inoltre, diverse situazioni di giovani che si trovano di fronte a situazioni lavorative sfavorevoli; Rosamaria Papaleo ha poi espresso il suo accordo sottolineando: «Ogni giorno a Modena ci sono tantissimi giovani che lavorano più di quanto prestabilito da contratto e che si trovano davanti a datori che ricorrono a delle scappatoie come la diminuzione del pagamento delle ore lavorative e il pagamento di ore in nero. Inoltre anche le donne in gravidanza si possono trovare in contesti lavorativi che non rispettano i loro diritti in quanto tali, dunque è un problema collettivo». Per quanto riguarda il salario dei lavoratori dipendenti, la Cisl è da tempo impegnata nella tutela dei lavoratori e per garantire loro una paga adatta. 

Intelligenza artificiale e lavoro

Successivamente, abbiamo affrontato il tema dell’intelligenza artificiale e in che modo, questa, potrebbe cambiare il mondo del lavoro: «Tanti lavori sono aiutati dall’intelligenza artificiale e noi come Cisl non siamo né contrari né totalmente a favore a prescindere con l’intelligenza artificiale: crediamo che questo strumento debba essere governato. Dobbiamo vedere dove inciderà nel mondo lavorativo e dobbiamo fare in modo che tutti siano al passo con le tecnologie moderne: se riusciamo in questo obiettivo può rivelarsi un grande aiuto. Sicuramente, cambierà il mondo del lavoro, ma a noi non ci spaventa: prendiamo come esempio la rivoluzione industriale, che affiancata al lavoratore, ha portato grandi progressi anche se questa inizialmente spaventava».

La tutela dei rider

Rimanendo nel tema della tecnologia e spostandoci in ambito di app di consegne del cibo, abbiamo chiesto a Rosamaria Papaleo come agisce il sindacato sulla tematica dei rider e lei ha voluto sottolineare le differenze tra pre e post pandemia Covid-19 sulla tutela dei lavoratori: «Prima di tutto vorrei sottolineare la differenza tra fattorino e rider. Il fattorino è un lavoratore dipendente di un datore di lavoro, con orari e mezzi propri o aziendali, mentre il rider è un lavoratore autonomo gestito da piattaforme digitali per consegne flessibili. Noi del sindacato stiamo cercando di tutelare i rider maggiormente, soprattutto perché è stato considerato un lavoro solo dopo il Covid-19. Prima della pandemia, la società non riteneva il ruolo dei rider come un lavoro perché questi non avevano tutele per via del fatto che non hanno un datore fisico e/o comune».

Inoltre la sindacalista ha voluto precisare come funzionava il ruolo dei rider prima della pandemia: «I rider lavoravano per una piattaforma che generava stereotipi e discriminazioni mandando le chiamate di consegna solo ai dipendenti che avevano un “Ranking positivo”, cioè un giudizio positivo calcolato sulla base della puntualità e quindi del commento del cliente. Si era entrati, così, in un circolo vizioso in cui i rider dovevano fare tantissime consegne al giorno per poter essere chiamati e quindi lavorare». I rider erano pagati solo sul guadagno delle consegne effettuate, ma il sindacato ha deciso di iniziare a tutelarli proponendo alle piattaforme di applicare il Ccnl, contratto collettivo nazionale del lavoro. Grazie a questo contratto i rider, delle piattaforme che hanno deciso di utilizzarlo, hanno un contratto, una busta paga, delle ore di lavoro prestabilite e il diritto di richiedere i permessi per malattia e altri diritti e prima non avevano. «Sfortunatamente non tutte le piattaforme hanno deciso di attuare il contratto e tutt’oggi molti Rider lavorano ancora autonomamente, ma noi del sindacato siamo riusciti a fornirgli tutele minime come la tutela in caso di infortuni». La strada è ancora molto lunga ma «stiamo cercando di portare le persone a vivere per lavorare e non a lavorare per vivere».

*studentesse del liceo Sigonio, classe 4I