Gazzetta di Modena

Modena

Giovanni Muzzioli: tra il naturalismo e la pittura storica

Michele Fuoco
Giovanni Muzzioli: tra il naturalismo e la pittura storica

Più di cinquanta dipinti esposti a Palazzo Foresti. Dal 27 novembre al 24 gennaio

25 novembre 2009
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CARPI. Quarant’anni di vita, ma la sua produzione è di prodigiosa abbondanza. E’ difficile offrire un dato certo, o solo approssimativo, del numero delle opere di Giovanni Muzzioli (1854-1894) che hanno trovato casa anche all’estero, in particolare in Inghilterra e in America Latina. Hanno fatto non poco fatica Gabriella Martinelli Braglia, Paul Nicholls e Luciano Rivi per selezionare i 56 dipinti del modenese, esposti da venerdì a Palazzo Foresti.

Una selezione di dipinti per tessere rapporti con altre 24 opere di artisti, in particolare toscani e non solo macchiaioli (Lega, Fattori, Boldini, Signorini, Manicardi, Bazzani, Tommasi, Gioli, Vinea, Conti e Andreotti, ma pure i modenesi Bellei e Reggianini che operavano a Firenze), per individuare contaminazioni di linguaggi e di stili e determinare una dimensione meno provinciale e più proiettata in campo nazionale e internazionale.

La mostra, fino al 24 gennaio, tende a scrollargli di dosso l’appellativo di “Alma Tadema italiano”, con il quale si è spesso identificato il suo lavoro tendente a rappresentare scene di antica ambientazione romana, soggetti pompeiani. In un percorso di sei sezioni vengono documentate le tappe della sua ricerca: dall’autoritratto e dall’“Uomo col guanto” (copia da Tiziano), con declinazioni ancora accademiche, al “Corteo bacchico”, “Alla fontana”, al “Corteggiamento”, a “I funerali di Britannico” e all’“Offerta nuziale”, con evocazioni di soggetti storici; dalla “Scena galante” al “Ritorno dal giardino”, con proiezioni dell’antico in una più luminosa e pacata sfera rappresentativa contemporanea, alla “Madre con bambino che piange” e allo “Scialle” per “quadretti” di vita borghese toscana; dal paesaggio e vita dei campi (Sole di settembre, Paesaggio con gregge), con particolari soluzioni di effetti cromatici e luministici, ai ritratti (anziana signora, signora in abito bianco, signora Palazzi) di pienezza e bellezza d’immagine. Anche il catalogo (Umberto Allemandi & C.) segue questo iter, in un confronto con quei pittori che possono esprimere testimonianza effettiva delle differenti esperienze di Muzzioli che, a 18 anni, si afferma al Pensionato Poletti a Modena e ha la possibilità di studiare prima a Roma, poi a Firenze, dove conosce e frequenta, tra gli altri, Fattori, Signorini, Tommasi, Vinea, e diventa presidente del Circolo Artistico.

La sua pittura, che concilia pensiero ed emozione, trova un grande sostenitore nel carpigiano Pietro Foresti che fa, nella casa-museo (ora sede della mostra) una nutrita collezione di Muzzioli che, nel tempo, ha preso diverse direzioni. Ma l’esposizione consente di vedere oltre una decina di quei dipinti della raccolta, uniti ad altri tre che Alberto Marri, responsabile dell’attuale Società Palazzo Foresti, ha acquistato, tre anni fa, in aste pubbliche a New York, California e Londra, a testimonianza di come il lavoro di Muzzioli abbia avuto tanti estimatori anche in altri paesi. Una rassegna di sicuro interesse, con opere prestate dal Museo Civico di Modena, Palazzo Pitti di Firenze, Galleria Ricci Oddi di Piacenza, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Assicoop di Modena, Raccolta d’Arte della Provincia ed altre istituzioni.