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Sitta difende l’autodromo di Marzaglia  e attacca l’Arpa: fanatici

di Evaristo Sparvieri
Sitta difende l’autodromo di Marzaglia  e attacca l’Arpa: fanatici

«Ci girano quindici macchine al giorno e lo trattano come una centrale nucleare» I lavori prescritti dalla Provincia? «Sono necessari per migliorare la pista»

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«I nuovi lavori all’autodromo? Sono necessari per migliorare l’impianto. Ma Arpa ha avuto nei confronti della pista di Marzaglia un atteggiamento fanatico. E le accuse di Modena Attiva sono come sempre strumentali».

A dimettersi non ci pensa affatto, anzi. Finito per l’ennesima volta sul banco degli imputati di Modena Attiva, con Paolo Silingardi che ne ha chiesto le dimissioni, l’assessore Daniele Sitta difende a spada tratta l’autodromo di Marzaglia, da lui fortemente voluto nelle vesti di assessore all’edilizia. Dopo il parere della Provincia, che ha accertato difformità del circuito rispetto al progetto originario e ha prescritto una serie di interventi di adeguamento, Sitta rilancia quella che definisce «una struttura fondamentale per l’indotto motoristico modenese». E di fronte alle accuse lanciate da Modena Attiva, che ad aprile scorso aveva presentato un dossier su Marzaglia che portò alla crisi di giunta e al successivo rimpasto, l’attuale assessore allo Sviluppo economico ribatte colpo su colpo. «Modena Attiva dimostra una scarsa conoscenza tecnica della situazione – attacca Sitta – oltre che la consueta demagogia. Quanto detto da Silingardi non rappresenta nulla di vero. Compreso quanto dice sulla crisi di giunta, che nacque da un’accusa infondata su presunte dimensioni più grandi del circuito. In realtà la pista è più lunga rispetto al progetto iniziale, ma la superficie è inferiore del 40% rispetto a quella sancita nella Via».

Lavori “non conformi” nel sistema fognario, in una zona caratterizzata dalla presenza di falde acquifere: le vasche di laminazione per le acque piovane, le opere di mitigazione a verde del progetto, una serie di interventi per migliorare l’impermeabilità del suolo e il monitoraggio delle emissioni in atmosfera e dei rumori. Sono queste le criticità e i lavori evidenziati dalla Provincia, su indicazione di enti come Arpa e Atesir (ex Ato).

«Il parere espresso dalla Provincia è il risultato di un percorso fatto con i progettisti e con la società che ha in gestione l’impianto, con varianti necessarie per migliorarlo e renderlo più efficiente – aggiunge l’assessore – Modena Attiva vuole che l’autodromo non funzioni. Io l’ho sempre voluto perché credo sia una struttura decisiva per il settore dell’auto, permettendo i test alle case automobilistiche e la ricerca universitaria. Se avessi potuto, avrei realizzato la pista anche più lunga di quella attuale, dal momento che proprio la scarsa lunghezza del circuito rappresenta uno dei punti di carenza rispetto alle esigenze di test richiesti dalle nostre case automobilistiche».

Sui rilievi ambientali, Sitta mostra il dente avvelenato: «L’Arpa sta dimostrando un’attenzione spropositata sul circuito. Si sono pretese soluzioni sull’impianto fognario fuori da ogni logica, con interventi non previsti in nessun altro luogo, neanche in siti decisamente più pericolosi».

Perché “fuori logica”? «L’unica cosa che può succedere nel circuito è un incidente in cui un’auto si ribalta perdendo benzina – prosegue Sitta – la pista è dotata di canaline di raccolta che conducono a fogne con la doppia camicia. Precauzioni che non esistono, ad esempio, neanche nella strada che passa proprio dì fianco all’autodromo». Come noto, per questioni legate alla tutela ambientale e delle falde acquifere è mancata alla pista la possibilità di realizzare una stazione di rifornimento di carburante: «Colpa del fanatismo ideologico di Arpa - afferma Sitta – a cinquanta metri dall’autodromo c’è un aeroporto con tanto di cisterne di carburante interrate. Come mai lì non c’è pericolo? La verità è che l’atteggiamento di pregiudizio ha portato a dover prendere soluzioni vessatorie. L’impresa le ha accettate tutte, ma l’atteggiamento astioso nei confronti dell’autodromo lo considero controproducente: crea solo lungaggini e aumenti di costi. Se qualcuno vuole che l’autodromo chiuda lo dica chiaramente. Quello di Marzaglia è un impianto in cui girano in media tra le dieci e le quindici auto al giorno. Si smetta di trattarlo come se fosse una centrale nucleare».