Gazzetta di Modena

Modena

Vignola/Crac Nadini: Bizzini rinchiuso in carcere

di Carlo Gregori
Vignola/Crac Nadini: Bizzini rinchiuso in carcere

Sentenza esecutiva. Per l’imprenditore vignolese, un tempo industriale di successo, si sono aperte le porte di Sant’Anna

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VIGNOLA. Giacomo Bizzini, 68 anni, vignolese, un tempo famoso industriale del settore abbigliamento, ora è rinchiuso nel carcere di Sant’Anna. È il primo imprenditore di rilievo condannato per bancarotta fraudolenta a finire in cella da tanti anni a Modena. E sicuramente questo epilogo della sua vicenda giudiziaria chiude il cerchio drammatico dei crac industriali e finanziario legato ai suoi fornitori e creditori non pagati, più di 200 aziende; un crac esploso ben 13 anni fa con il fallimento della sua azienda, la Nadini. Bizzini è entrato in cella “accompagnato” dai carabinieri, appena arrivata la notifica dell’ordine di carcerazione emessa dal Tribunale di Bologna. Ormai non aveva alternative per evitare questa soluzione: alla condanna in Appello a sei anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta era seguito nel gennaio scorso un ricorso in Cassazione, respinto dalla Suprema corte. Così, la condanna è diventata esecutiva. Sulla carta, la pena da scontare è, come detto, di sei anni e sei mesi, ma vanno detratti tre anni di condono dai benefici della Legge Mastella del 2006. Inoltre, i suoi difensori, gli avvocati Roberto Chiossi e Fabrizio Lemme, hanno sempre detto che dopo un periodo di carcerazione obbligata, se ci saranno le condizioni favorevoli verrà richiesto l’affidamento ai servizi sociali in base alla Legge Gozzini. Il periodo per un’eventuale accoglimento di questa richiesta richiederà però alcuni mesi; per cui si prevede che Bizzini non uscirà da Sant’Anna almeno prima della prossima primavera. La vicenda dei vari filoni giudiziari del caso Nadini è molto complessa ed è legata fondamentalmente, in ambito penale, alla bancarotta fraudolenta e al mancato pagamento dei creditori. In sede fallimentare, il Tribunale di Modena riuscì ad acquisire parecchi beni che facevano capo a Bizzini: dalla Nadini alla ex Toschi, mentre per la ex Bugatti di Campogalliano, che si era impegnato a pagare 19 milioni (che non aveva) si scottò le dita rimettendoci un milione di euro. Il buco che aveva coinvolto due cento aziende dell’abbigliamento di tutta Italia è stato valutato in oltre cento milioni di euro. Alcune di queste aziende hanno subito danni gravissimi. Il sospetto che il suo patrimonio non fosse tutto alla luce del sole trovò una clamorosa conferma con la scoperta di alcuni dei pezzi più importanti della sua quadreria (possedeva tele preziose, compresi un Guercino e un Guido Reni). Una scoperta importante: con la precedente vendita di quadri, il curatore fallimentare aveva raccolto 11,6 milioni di euro e l’attivo finale era arrivato a 29 milioni. Anche i suoi ex dipendente gli fecero causa per il mancato pagamento delle liquidazioni. Nel frattempo la bancarotta fraudolenta venne riconosciuta dal tribunale di Modena in primo grado con la condanna a sette anni e sei mesi, ridotti in Appello a sei anni e sei mesi (pena attuale).