VolontariaMo/ Doposcuola alla Crocetta: «Nessuno sarà mai solo» - VIDEO
Oltre una trentina di volontari, tutti molto motivati, dedicano il tempo libero ad aiutare nell’apprendimento bambini e ragazzi in difficoltà con le lezioni
«Penso che una parte di tempo della propria vita vada dedicata a capire che non si è soli al mondo ma parte di una comunità e la realtà del Gavci - Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia - insegna proprio questo: a sentirsi parte attiva della collettività».
Così Daniele Ferraguti riassume la sua esperienza di servizio civile al Gavci. di Modena, realtà nata nel quartiere Crocetta all'inizio degli anni Settanta ad opera di Agnese Santi e del prete operaio della parrocchia Santa Caterina Angelo Cavagna, inizialmente a sostegno degli anziani. "No al ricovero, sì all'assistenza domiciliare!" era il motto del gruppo. «Quando fu istituito il servizio civile nel 1972, con la legge sugli obiettori di coscienza - ricorda la fondatrice Agnese Santi - io e don Cavagna avviammo in città un progetto rivolto agli anziani soli: con gli obiettori ci recavamo nelle loro case, gli facevamo la spesa, le pulizie … In quegli anni questo tipo di servizio a Modena non esisteva ancora, siamo stati noi i primi ad avviarlo». Negli anni il Gavci. si è trasformato insieme alla società che ci circonda: «Prendendo atto dei bisogni legati alle nuove povertà, al tema dell'immigrazione/integrazione e delle difficoltà che investono le generazioni più giovani, abbiamo esteso la nostra attività oltre il campo della terza età - spiega l'attuale presidente Gianfranco Buffagni - Oggi contiamo trenta volontari e diversi ragazzi in servizio civile impegnati in varie attività, che vanno dal servizio al sostegno scolastico ai ragazzi di elementari, medie e primi anni delle superiori all'alfabetizzazione degli adulti stranieri, passando per le attività di raccolta e distribuzione di abiti e di formazione/intrattenimento come gite e feste di comunità per giovani, adulti ed anziani». Tutto questo accade in via Crocetta dove al civico 62 c'è una stanza, tenuta aperta dai volontari, dove vengono raccolti indumenti ed accessori che i modenesi regalano e che vengono venduti a modico prezzo a coloro che ne hanno bisogno; sempre nella stessa via, al civico 18, vi è una sede messa a disposizione dal Comune dove i ragazzi del doposcuola passano i loro pomeriggi seguiti da volontari che li aiutano nei compiti e dove si tengono i corsi di alfabetizzazione per adulti. Il 95% dei ragazzi che frequentano il doposcuola (80 studenti per quest'anno scolastico 2013-2014) è di origine straniera; 19 sono gli adulti che frequentano i corsi per l'apprendimento della lingua italiana L2. «Colpiscono la sintonia e il rispetto reciproco tra questi ragazzi che non hanno pregiudizi tra di loro e sono molto aperti e socievoli - commenta Michela Gratton, altra giovane in servizio civile - Io in particolare mi occupo delle donne marocchine analfabete e interagendo con loro cerco di valorizzare il più possibile l'aspetto della socializzazione nel contesto italiano, puntando sul fatto che questo è prima di tutto un luogo di incontro oltre che di apprendimento». «Ho iniziato a fare volontariato al Gavci. tre anni fa, e due volte a settimana vengo a Modena per lavorare con i ragazzi, perché mi piace lo spirito che respiro qui dentro» ci racconta invece Francesca Arletti, che viene da Carpi per dare una mano a questa associazione. Poi ci sono i veterani, come il vicepresidente Giorgio Ferrari, che fanno doposcuola da più di 20 anni, da quando si faceva attività solo alla sera o nel fine settimana fino ad oggi, che va dal lunedì al sabato. «La capacità di coltivare il confronto intergenerazionale rappresenta un fiore all'occhiello del Gavci. - insiste Agnese - Siamo un gruppo composto da persone di età diverse che sa lavorare insieme e trovare sempre un punto di incontro, e credo che questa sia un grande punto di forza». «Dopo trent'anni di lavoro alla Tetra Pak, facendo tutt'altro rispetto a quello che avevo studiato, torno alle origini e mi dedico a quelli che erano i miei interessi giovanili come l'insegnamento» sorride Antonio Barbuto raccontandoci di essere uno dei primi laureati al Dams e che una volta andato in pensione, non facendocela più a stare con le mani in mano, ha iniziato a fare volontariato al Gavci. Chi è interessato a prestare qualche ora di volontariato può scrivere a gianfranco.buffagni1@virgilio.it