Gazzetta di Modena

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Protesta al liceo Sigonio: «Questa scuola è marcia»

di Gabriele Farina
Protesta al liceo Sigonio: «Questa scuola è marcia»

Dopo la caduta dell’intonaco, acqua dal soffitto sulla testa di una studentessa Chiuso l’ingresso principale, striscioni e tweet a Renzi. Poi tutti in classe

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Nessuna sospensione di lezioni, al liceo Sigonio, ma una nuova manifestazione con “chiusura” di un ingresso. Motivo: dopo la caduta dell’intonaco, una perdita d’acqua. Sabato mattina il soffitto in una classe s’è aperto, improvvisamente e senza alcun rumore, facendo cadere una secchiata su una studentessa. Ieri il cancello principale dell’istituto è stato simbolicamente chiuso, con nastro da cantiere e catene. Libere invece e altre entrate, per consentire il normale accesso a studenti e professori.

«Il significato di questa azione era puramente dimostrativo - hanno spiegato i rappresentanti del Collettivo interno Sigonio - gli studenti non dovrebbero entrare in una scuola che assomiglia ad un cantiere. Il nostro intento non era assolutamente quello di bloccare gli ingressi». C’erano anche cartelloni di protesta. «Basta falsa promesse. Verso un nuovo Sigonio», si leggeva in uno, firmato dal Cis. I ragazzi hanno intrapreso anche una forma di protesta virale. Dopo l’hashtag su Twitter #Matteovieniascuola, gli studenti hanno promosso il loro #laclassenonèacqua. Il presidente del Consiglio aveva indicato nell’istruzione una priorità per il futuro del Paese; i ragazzi del Sigonio desiderano che si intervenga presto, nel concreto. «Dobbiamo smettere di credere che questa sia una scuola sicura - hanno aggiunto i rappresentanti - dobbiamo smettere di credere a tutte quelle promesse che la giunta comunale ci ha propinato per lungo tempo, dimostrandosi falsi politicanti sordi alle vere esigenze degli studenti e in cerca di facili voti». Gli striscioni, come i sigilli, erano già stati tolti prima dell’uscita degli studenti, ma questo non li scoraggia. «Ci potete insultare - hanno affermato ancora - strappare gli striscioni, boicottare le nostre iniziative, mandare i tweet a Renzi, fare i giri delle classi per rassicurare gli studenti, ma la verità rimane sempre e solo una: la scuola crolla, è marcia, e il nostro unico obiettivo è un edificio sicuro. Nonostante gli errori commessi, continueremo a insistere con le nostre motivazioni, prima che accada il peggio».

«Ci hanno spiegato che è “solo” caduta dell’acqua e che la situazione è adesso sotto controllo - ha spiegato una studentessa - ma episodi del genere non dovrebbero mai accadere. Noi studenti non possiamo fare niente a parte protestare. Non siamo noi a dover intervenire». Gli studenti del Sigonio hanno ricevuto attestati di «solidarietà e rabbia» da parte del “Collettivo amici del Venturi”, che ha sottolineato come «ci si ritrova con una scuola già tornata al degrado dopo tre mesi dalla fine dei “lavori”. Che servano esempio per una scuola come la nostra trascurata».

«Le nostre proteste non sono al capolinea - hanno concluso dal Collettivo interno Sigonio - ma porteremo avanti il nostro percorso più forti di prima».