Sfrattato il modenese custode di Budelli dall’89
Unico abitante dell’isola con la spiaggia rosa ora passata alla Regione Sardegna Mauro Morandi: «Mi cacciano perché ho segnalato le inadempienze pubbliche»
Prima ancora di prendere possesso di Budelli, l'isola simbolo con la spiaggia rosa nell'arcipelago della Maddalena, il presidente del Parco ha fatto sapere al custode che deve andarsene. Ma il diretto interessato, il modenese Mauro Morandi, 75 anni, che da un quarto di secolo vive come un Robinson Crusoe sul piccolo sperone di rocce e vento davanti alla Sardegna, non ci sta a farsi trattare come un ospite di troppo.
Per questo ha lanciato un appello al presidente del Parco della Maddalena con una lettera aperta. «Sono il custode di Budelli da 25 anni - scrive - So che il Tar ha ricusato il ricorso di Harte e perciò il Parco diventerà il proprietario. Il presidente Bonanno non vede l'ora di mandarmi via, perché gli ho detto quello che pensavo sulla cattiva gestione del territorio.
Ho sempre lavorato da solo, senza compenso, per salvaguardare la spiaggia, anche se non era compito mio. Il Parco non mi ha mai aiutato nemmeno con cartelli, richiesti da anni, che indicassero i vari divieti. Sono nullatenente e ho molto materiale accumulato in tutti questi anni. Lasciatemi un tempo sufficiente per trovare un magazzino. Tutto questo l'ho fatto solo per la mia Amata Isola».
Una lettera toccante in cui il custode geminiano, ma dopo un quarto di secolo naturalizzato come sardo doc, si firma come “Mauro Morandi custode dell' isola di Budelli”. Il suo lavoro di custode in compagnia di vento, gabbiani e mareggiate, mesi di solitudine con qualche rara e brevissima escursione in terraferma, gli sono entrati dentro. Così persino i pannelli solari, la pompa per la cisterna dell’acqua e tutto il resto sono diventati per lui dei cimeli da salvare, quasi come quelli di Garibaldi che finì i suoi giorni a poca distanza, nell’isola di Caprera. Ora, forse, è arrivato alla fine della sua permanenza. La Regione Sardegna ha vinto il ricorso al Tar e ha pagato i 3 milioni per risarcire il banchiere neozelandese Michael Harte che nell’ottobre scorso si aggiudicò all’asta la proprietà dell’isola. Proprio lui infatti, al termine di un ventennale contenzioso per il fallimento della società Nuova Gallura, comprò l’isola della spiaggia rosa, con i gusci delle conchiglie al posto della sabbia, resa famosa in tutto il mondo dal film di Antonioni.
Agli albori del boom turistico della Costa Smeralda la società immobiliare costituita da milanesi e poi anche da svizzeri, comprò per una cifra modesta quell’angolo di paradiso.
L’obbiettivo dichiarato era quello di trasformare l’isolotto in un resort di lusso, ma le proteste ambientaliste prima e l’insipienza gestionale poi affondarono progetto, società e proprietari. Questi ultimi, mentre continuava la battaglia legale, affidarono a Morandi la custodia della proprietà, con l’impegno di rispettare tutte le norme e di tenerla pulita.
Perciò neanche un mattone a terra; niente elettricità, niente telefono, niente riscaldamento, niente casa. Col tempo arrivarono i cellulari e i pannelli solari ma a parte la visita di qualche amico, la compagnia di un cane e di qualche gatto per lunghi mesi Morandi era isolato dal resto del mondo. «Ho fatto rispettare le prescrizioni del parco, ho pulito i rifiuti dei turisti che sbarcavano dagli yacht per i pic nic - dice Morandi - Ho tenuto in ordine facendo la guardia eco logica a tempo pieno senza esserlo?»
A sua parziale consolazione dovrebbero arrivargli dal Tribunale i 110 mila euro che vanta per il lavoro svolto per la società fallita, da togliere ai 3 milioni versati. Ma il cuore, quello, non potrà pagarglielo nessuno. Lo lascia lì, tra i lentischi e la sabbia rosa dove ha vissuto sinora.