Gazzetta di Modena

Modena

Scommesse sportive, a Modena cresce la “febbre”

di Francesco Dondi
Scommesse sportive, a Modena cresce la “febbre”

In due mesi giocati oltre quattro milioni di euro nelle 52 sale: terzo posto in regione. Ma l’on-line resta terreno sconosciuto

3 MINUTI DI LETTURA





Schedina alla mano, televisione sintonizzata su Novantesimo minuto alle 18,15 e Paolo Valenti che leggeva: X, 2, 1, X... Uno dei riti della domenica è ormai soltanto un lontano e sbiadito ricordo, surclassato dallo “spezzatino” sportivo e soprattutto dal nuovo modo di scommettere. Addio alle infinite discussioni nelle ricevitorie, addio al 13 miliardario che ti avrebbe cambiato la vita e fatto trasferire in un’isola caraibica pagando vitto e alloggio a tutti gli amici, addio al Totip e agli ippodromi. Benvenuti alle decine di schermi al plasma che trasmettono in contemporanea Modena-Latina e la corsa numero 3 a Tor di Valle, celebre location dove Mandrake e i suoi amici di “Febbre da cavallo” raccontarono agli italiani lo stereotipo del giocatore incallito e dalle tasche bucate.

Basterebbe guardare l’ultimo incasso del Totocalcio di domenica per capire come la geografia della schedina sia cambiata: i 14 - sì, perché hanno anche provato ad introdurre una partita in più nella lista - hanno incassato appena 39mila euro a scapito di un nuovo modo di giocare.

Le ricevitorie sono state sostituite dalle sale giochi, non c’è paese al di sopra dei 15mila abitanti che non abbia un centro dove scommettere. Ce n’è per tutti i gusti: dal calcio di serie A ai cavalli, passando per il basket americano e il volley brasiliano finendo con l’hockey su ghiaccio canadese e il baseball giapponese. Sono ben 52 i luoghi autorizzati e certificati dal Monopolio di Stato dove puntare è lecito e i numeri sono in continua crescita. Secondo i dati diffusi da Agipronews, infatti, Modena si piazza al terzo posto in regione per fondi raccolti nel primo bimestre del 2014. Sono infatti 4,2 milioni i soldi che gli scommettitori hanno piazzato agli sportelli delle varie agenzie. Davanti alla nostra città ci sono soltanto Bologna (7 milioni) e Parma (4,4 milioni).

Modena, però, viene retrocessa nella raccolta media data dal rapporto tra euro incassati e sale scommesse attive sul territorio. Parma balza al primo posto (117mila euro ad agenzia), seguita da Rimini (97mila), Bologna (87mila), Forlì-Cesena (84mila) e poi c’è Modena con poco più di 81mila euro divisi tra i 52 punti di gioco.

Il totale delle scommesse regionali piazzate tra gennaio e febbraio arriva a quota 29 milioni che aiutano a raggiungere i 450 registrati a livello nazionale tra cui spiccano i 74 milioni di Napoli.

Il bilancio complessivo però ha un “buco nero”, quello collegato alle scommesse piazzate dal proprio computer di casa. O meglio, i Monopoli possono controllare i siti collegati e autorizzati dallo Stato su cui incassano una rilevante percentuale, ma nulla possono con quel mondo borderline e totalmente illegale che tanto ha fatto discutere nel ciclone giudiziario capace di travolgere decine di calciatori professionisti.

Ma la mania delle scommesse sta sempre più avvicinando gli italiani al modello anglosassone dove i “bookie” sono avanti anni luce e continuano a fare scuola. Si pensi, ad esempio, ai siti che nascono come funghi e che permettono di puntare su ogni evento globale, dal festival di San Remo o al vincitore del Grande Fratello. Ogni aspetto della vita reale dove si insinua una competizione può diventare oggetto di gioco. L’avversario non c’è, la sfida è soltanto contro se stessi: più si è analisti (e fortunati) e più si può vincere, ma anche perdere.

@francescodondi

©RIPRODUZIONE RISERVATA