«Temple, i nuovi gestori ripetono errori passati»
Il comitato: «Inutili i nostri sforzi per avere una struttura non commerciale Vendere birra non significa fare cultura. Questo locale deve essere spostato»
«Se ne sono fregati dei debiti (da considerarsi “condivisi”) accumulati dalle passate gestioni e stanno per affidarne una nuova senza tenere conto di quello che i residenti ed i cittadini più in generale hanno suggerito di fare, cambiando le caratteristiche della Casa nel parco». Inizia così l'intervento del comitato dei residenti della zona adiacente alla struttura, interna al parco ducale. «C'è un nostro ricorso – continuano - che sta andando avanti e ci sarebbe da parlare per mesi. Inutilmente abbiamo chiesto che non si deve dare una gestione commerciale per il Temple bar, perché ovviamente chi gestisce deve fare reddito e lo si fa vendendo bibite e birra e non facendo conferenze. Ecco, la variante culturale sarebbe stata la più logica, e ne avevamo parlato, l'avevamo sollecitata. Spendere dei soldi pubblici per fare aggregazione, come la chiamano in Comune, quando alla fine si fa solo del chiasso di notte, anche spaccio di droga, è davvero poco civico».
Ed i residenti hanno anche memoria storica.
«Nel 2005 – dicono – avvenne il cambio di destinazione d'uso dei locali, con l'avvento della gestione di bar, pub e birreria. Tutto è andato via via degenerando, visto che l'ultima gestione, più che per addebiti economici e amministrativi evidenziati dalla Guardia di finanza, non andava nemmeno assegnata, per mancanza di caratteristiche dell'associazione che si era formata. E, per quanto ne sappiamo, le stesse caratteristiche le avrebbe anche l'associazione che sta per ricevere il crisma dell'ufficialità, anche se l'assessore ai giovani Francesca Buffagni, da settimane ne aveva anticipato il risultato ad un gruppo di amici in un locale, dicendo chiaramente che sarebbe toccata al gruppo “Pandora”».
Torniamo ai temi delle vostre prime reazioni pubbliche, la sicurezza ed i controlli delle forze dell'ordine. Adesso come va?
«I controlli promessi sono stati quasi sempre sulla carta o nelle parole degli amministratori – dicono i residenti – ma vorremmo a questo punto fare una nuova, se serve, affermazione decisa. Il Temple bar, da quando è diventato bar e birreria, non è più da considerarsi un centro di aggregazione ma di accumulo selvaggio di gente. Non vogliamo offendere nessuno - conclude - ma questo tipo di aggregazioni devono avvenire a discreta distanza dagli abitati: c'è tanta dismissione in zona industriale, perchè non trasferire tutto lì e trasformare questi locali in contenitore culturale e basta?».