Chiuso circolo Arci Tube con multa da 16mila euro
Dai controlli sbucano lavoro in nero, capienza superata e gestione stile discoteca Stangata della questura. La presidente Barbolini: «Hanno violato regole basilari»
Lavoratori in nero, circolo privato gestito come se fosse un locale pubblico, con persone fatte entrare in numero ben superiore alla capienza oltre ad altre sanzioni “minori”. Tutto questo è stato scoperto al circolo Arci Tube di via del Lancillotto ed è costata la denuncia per il gestore e una multa sin qui di 16 mila euro destinata a salire.
È la sintesi dei provvedimenti amministrativi emessi al termine della verifica congiunta svolta lo scorso 30 marzo ad opera di Questura, Polizia Municipale e Direzione Provinciale del Lavoro. Tre le violazioni principali contestate ai gestori del circolo relative all’impiego dei dipendenti. Le sanzioni più gravi dal punto di vista amministrativo che hanno provocato la sospensione del circolo sino a quando non saranno regolarizzare tutte le posizioni. Per questi lavoratori in nero è scattata una multa di mille 950 euro. Cifra alla quale si dovranno aggiungere altri 10 mila euro, somma totale del verbale redatto per ogni singolo lavoratore irregolare. Non sono di poco conto anche le altre 5 violazioni emerse nel corso delle verifiche. Si va da un classico: arbitraria trasformazione del circolo privato in locale pubblico (altri 5mila euro di multa), alla mancanza della certificazione di impatto acustico (multa da 516 euro), dall'accesso al locale consentito anche ai non soci (multa da 1032 euro), fino alla violazione del regolamento di Polizia Urbana sulla musica a volume alto, udibile all’esterno, dopo la mezzanotte (multa da 50 euro). Infine è stato contestato anche lo svolgimento di un intrattenimento danzante nonostante la sospensione della relativa licenza (e qui la multa sarà decisa a giorni dall’autorità competente».
Infine per il presidente del circolo privato, A.P. 38 anni originario di Zurigo, è scattata la denuncia per aver consentito l'accesso di 760 persone all'interno del locale, vista la mancanza dei requisiti di sicurezza.
Imbarazzo negli ambienti Arci per quanto emerso da questo controllo che ha messo in evidenza una serie di violazioni di norme importanti.
«Abbiamo saputo del controllo il martedì successivo e abbiamo cercato di approfondire immediatamente la situazione con il direttivo del circolo - spiega la presidente Arci Greta Barbolini - ed eravamo in attesa di sapere come e quando sarebbe stata quantificata la sanzione. Come Comitato Provinciale, infatti, ci teniamo che i nostri circoli seguano le regole senza sbavature possibili. Siamo sempre i primi a volere mettere in chiaro i limiti e le regole dell'associazionismo che non deve assolutamente mascherare comportamenti scorretti».
Arci prende poi le distanze invitando quasi a scindere tra le mancanze di uno e l’insieme dell’associazione.
«Organizziamo corsi di formazione annuale per tutti i presidenti e gli attivisti perché non si verifichino situazioni di questo tipo e, soprattutto, sulle questioni di sicurezza siamo piuttosto rigidi. Ci ha colpito molto il fatto che siano state contestate anche le violazioni riguardanti l'arbitraria trasformazione del circolo privato in locale pubblico e l'ingresso ai non soci. Queste sono le basi delle nostre attività culturali e ricreative di ogni associazione definita tale e su cui non si può transigere. Noi rappresentiamo una rete di 180 circoli che si applicano ogni giorno per seguire le regole e dopo quest'episodio si rende necessaria una verifica con il gruppo dirigente del circolo per analizzare la situazione e fare luce su queste mancanze».