“Il ricatto”: un buon thriller con citazioni di cult del genere
IL RICATTO di Eugenio Mira. Spagna 2013 “Suona una nota sbagliata e morirai”: è il messaggio che un giovane e talentuoso pianista, ritiratosi dalle scene a causa di un attacco di fobia da...
IL RICATTO di Eugenio Mira. Spagna 2013
“Suona una nota sbagliata e morirai”: è il messaggio che un giovane e talentuoso pianista, ritiratosi dalle scene a causa di un attacco di fobia da palcoscenico (stage fright, è il titolo originale di un film di Hitchcock…), trova scritto sullo spartito nel momento in cui sta per iniziare il concerto del suo grande ritorno. Da qui, inizia un vorticoso, incalzante thriller contro il tempo: a tratti sembra di assistere a una sorta di “Speed” al pianoforte, e le mani di Elijah Wood, che interpreta il virtuoso Tom Selznick (altro riferimento cinefilo…) e che si è esercitato per mesi, effettivamente volano, mentre ascolta la voce del cattivo John Cusack che gli parla dall’auricolare. Alta tensione orchestrata dal regista spagnolo trentasettenne Eugenio Mira, che ha studiato cinema a Madrid e ha esordito nel 2000 con il cortometraggio “Fade”. Al suo attivo soprattutto “The Birthday”, horror premiato a Sitges. Accanto all’attività di regista e sceneggiatore, Mira ha composto la colonna sonora di diverse produzioni: è dunque anche musicista, e ciò gli ha dato una grossa mano a concepire questo suo ultimo film. Si vede che Mira è cresciuto tra le immagini di giganti come Steven Spielberg, Robert Zemeckis, Brian De Palma e soprattutto del maestro dei maestri, Alfred Hitchcock, del quale, oltre a “Paura in palcoscenico”, è abbondantemente saccheggiato anche “L’uomo che sapeva troppo”, con la sua scena celeberrima dell’attentato alla Royal Albert Hall quando il killer vorrebbe far coprire il colpo di pistola dal suono dei timpani dell’orchestra. Da De Palma proviene invece lo split screen che cerca di far montare la tensione in parallelo. Lo sceneggiatore Damien Chazelle, anche lui regista, sembra aver dato forma al sogno di ogni regista che abbia mai osato chiedere al proprio agente una vera sfida cinematografica. Non stiamo esagerando: come il mentore di Tom Selznick, anche Damien è stato l’autore di un “pezzo quasi impossibile da eseguire”, così pieno di elementi da mettere insieme in perfetta sincronia. Insomma, la partitura di “Grand Piano” (il titolo originale di “Il ricatto”) è la sorella frattale e metalinguistica della stessa “Cinquette”, il pezzo difficilissimo che Tom deve eseguire nel film per salvare la pelle a sé e alla stupenda moglie. Naturalmente, l’estrema abilità tecnica e l’incredibile complicazione degli accadimenti va un po’ a scapito della vera tensione: Hitchcock sapeva (troppo) bene come disseminare i suoi elaborati momenti di suspense nel corso della vicenda, dandogli così molto maggior risalto. Mira non è certo Hitchcock, ci mancherebbe, ma accontentiamoci in questi tempi grami per il thriller ben fatto…