Il Tar: non ripagate gli oneri al Comune
Zocca. Prima sentenza dopo il caso Leonelli: debito esaurito per chi versò in buona fede al tecnico che intascava i soldi
ZOCCA. I cittadini in buona fede non devono al Comune gli oneri urbanistici che l’ex tecnico Sergio Leonelli si è intascato, facendo loro credere che gli assegni in bianco che gli consegnavano sarebbero stati versati nelle casse del municipio.
Lo stabilisce la “sentenza pilota” della prima sezione del Tar di Bologna. Sentenza a sorpresa, visto e considerato che la seconda sezione, negando altre due sospensive, sembrava pensarla diversamente.
La sentenza pronunciata il 31 marzo accoglie invece il ricorso di Patrick Sean Hopkins e Alfonsina Lanzarini, contro la determina del Comune, che calcolava 48mila euro di oneri di urbanizzazione e costi di costruzione ancora da versare (in tesoreria ne risultavano versati solo 7.500), per un permesso a costruire rilasciato nel 2005 per una abitazione.
I ricorrenti hanno chiamato in causa anche due tecnici del Comune e il responsabile del settore tecnico, chiedendo l’annullamento della pretesa di pagamento, in quanto avevano versato a suo tempo gli oneri richiesti a Leonelli, con assegni in bianco. Chiedevano anzi al Comune e ai suoi funzionari la restituzione di 6mila euro versati in eccedenza (secondo il ricalcolo degli oneri), oltre ad un consistente risarcimento dei danni. I giudici del Tar di Bologna dopo una attenta valutazione di principi opposti del codice civile concludono per la buona fede dei ricorrenti, che quei soldi se li erano sentiti chiedere in municipio da un funzionario del Comune, con tanto di rilascio della “scheda oneri”, con il timbro “pagato”. Un documento “farlocco”, utilizzato da Leonelli (che ha patteggiato 5 anni) per ingannare le sue vittime. Nella sentenza (di primo grado) vengono escluse responsabilità dei tre funzionari chiamati in causa, e respinta la richiesta di risarcimento danni, perché non dimostrata. Ma i 6.000 euro “eccedenti” versati a Leonelli il Comune dovrà invece restituirli. La sentenza è la prima di poche altre. Perché, al di là del “can can” di questi anni, sono poche le ingiunzioni di pagamento inviate. Il Comune voleva infatti “sondare” l’opinione dei giudici ed evitare per contro contestazioni della Corte dei Conti. Anche perché Leonelli non restituirà nulla - risultando nullatenente - del milione e 400mila euro che mancano al Comune.
Alberto Setti