Gazzetta di Modena

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Rabbia dopo l’allagamento «Ora chi pagherà i danni?» - VIDEO - FOTO

di Saverio Cioce
Rabbia dopo l’allagamento «Ora chi pagherà i danni?» - VIDEO - FOTO

Giuseppe Rubini indica i campi di barbabietole da zucchero coperti d’acqua Spese già fatte per 15 mila euro, ma la strada di un rimborso è difficile

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«Ecco, vede questa distesa d’acqua? Qui sotto ci sono i miei campi, Anzi, c’erano. Perché adesso lì sotto non ci sono più le piante di barbabietole da zucchero ma solamente messo metro d’acqua e fango. Quando potrò tornare a coltivare la terra?».

È amareggiato Giuseppe Rubini, che a poca distanza da Paganine e dal Tiepido aveva messo a coltura quelle biolche da cui contava di ricavare un piccolo guadagno. Ma il bilancio è sconfortante dopo l’esondazione causata dall’accumulo di tronchi che hanno tappato il ponte sulla via Gherbella: «Quanto ci rimetto? - si chiede - Se tutto va bene tra i 10 e i 15 mila euro, ma forse il conto finale sarà più vicino alla seconda cifra. Sementi, diserbanti e tutto il resto; il lavoro era stato fatto, la raccolta non ci sarà. E in più c’è il problema degli accumuli di melma arrivata dappertutto. Che devo fare? Qui nessuno si è fatto avanti per farmi capire a chi devo mandare la richiesta di risarcimento».

Il giorno dopo l’esondazione la situazione sulla strada Gherbella è tornata alla quasi normalità. Asfalto asciutto ma transito interrotto sino a ieri sera per permettere alla ruspa e al camion di effettuare i lavori d’emergenza per liberare lo spazio tra i piloni e il ponte vero e proprio che permette al torrente di correre a valle. Un lavoro ininterrotto che si è protratto anche nella notte con un sospiro di sollievo per chi deve andare a lavorare e cerca una strada secondaria per evitare la Vignolese, come sempre intasata nell’ora di punta; fortunatamente il disastro è arrivato il venerdì pomeriggio, i pendolari sono stati incolonnati solo per un rientro e da oggi tutto il tragitto sino alla Nuova Estense tornerà agibile.

Chi non riesce a darsi pace davanti ai campi allagati e ai mezzi che lavorano per portare via i detriti sono gli abitanti delle case vicine che hanno avuto l’acqua sino alla soglia di casa. Massimo Montagnani se l’è scampata ma scandisce bene le parole quando mostra la foto e la ricevuta della lettera che ha inviato alla Provincia. «Questa situazione - dice - era ben nota a chi di dovere. Mi hanno risposto di aver girato la segnalazione alle autorità competenti. Bene, ma il fatto è che se avessero pulito le sponde dei fiumi per tempo, o almeno avessero tolto i tronchi ammassati, quelli arrivati con la pioggia di venerdì non si sarebbero accumulati. Così invece la spesa si è moltiplicata. Noi siamo stati risparmiati ma se succederà ancora a chi dovremo rivolgerci per evitare un disastro che potrebbe essere ben maggiore?».

Tra i salvati della zona c’è anche il gattile dell’Enpa a poca distanza e il piccolo campo nomadi: l’acqua da loro non è arrivata.