Gazzetta di Modena

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No alla centrale: già 200 diffide

No alla centrale: già 200 diffide

Tante adesioni all’azione legale promossa dal comitato Nib di Massa contro Comune e Regione

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FINALE. Già cento diffide notificate al sindaco, alla Regione e ad altre autorità. Altrettante firmate e pronte per la notifica. Altre ancora in preparazione.

È in questi termini l’offensiva legale che il comitato “No Inceneritori Bassa» ha lanciato in questi giorni, chiedendo ai cittadini di Massa e del territorio circostante, specie Finale a San Felice, di schierarsi con atti di rilevanza giuridica contro la proliferazione di “inceneritori” a biomasse, come quello in costruzione all’ex zuccherificio, o di impianti a biogas, come quelli che già esistono nella stessa zona del territorio comunale, in via Ceresa. Nel cuore del cosiddetto “Polo pattumiera”, ovvero quel concentrato di infrastrutture inquinanti (l’autostrada in arrivo), fabbriche e impianti che gestiscono energia e rifiuti con emissioni .

«Siamo ad un risultato parziale sopra le nostre stesse aspettative, anche perchè la risposta arriva soprattutto dai giovani del territorio, e dalle donne», spiega Monica Cotti una delle referenti del Comitato sorto qualche tempo fa, sulla scia di anni di preoccupazioni locali e del comitato analogo che era sorto a Carpi, e che la sua battaglia legale, in quel caso, l’ha vinta.

A caratterizzare il comitato di Massa soprattutto le donne. «Mamme - chiosa Monica - e per questo c’è anche chi ha ironizzato sul nostri impegno, che è stato anche informativo. Per le diffide ci siamo ovviamente rivolti a degli esperti, e anche ad un legale, si tratta dunque di atti responsabili, e seri. Chiediamo in sostanza che venga interrotta, e ci sono anche le possibilità sul piano legale e normativo, la continua costruzione di impianti inquinanti sul territorio».

La battaglia è principalmente contro il mega bruciatore di sorgo che oggi vede coinvolta anche Enel Power, all’ex zuccherificio. Dove peraltro i lavori sono già partiti, anche per intercettare i fondi che la comunità europea aveva messo a disposizione degli Stati che accettavano di chiudere gli zuccherifici e riconvertire i siti.

«Raccogliamo le firme al mercoledì e al venerdì presso il negozio di Stefano Botti, Luce D’Aura - spiega Monica - e qualora i cittadini volessero anche presso il loro municipio. E siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento». (ase)