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Una foto una storia / Ecco le opere d’arte da mangiare

Una foto una storia / Ecco le opere d’arte da mangiare

Rita Loccisano regina del VisualFood: «Nulla va sprecato: è l’insegnamento avuto fin da bambina»

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Una passione per la cucina creativa nata durante l'adolescenza e approfondita negli anni acquistando libri e strumenti da tutto il mondo. «Quando finalmente sono arrivata a padroneggiare questa passione, ne ho scoperto i limiti: l'intaglio artistico mira a creare opere che hanno lo scopo di essere ammirate in buffet e ricevimenti ma alla fine non vengono mangiate!», racconta l'artista dell'intaglio alimentare Rita Loccisano, che ha fatto di questa passione la propria professione. «Così ho pensato che era arrivato il momento di restituire al cibo il suo valore di alimento e ho ideato una nuova disciplina, VisualFood, in cui i piatti hanno sì un alto impatto visivo ma, come nel vero design, mantengono la funzione di cibo». Rita ci mostra le foto delle sue creazioni che testimoniano come frutta, verdura, salumi, formaggi, sottaceti e tantissimi altri alimenti possono essere lavorati per diventare opere d'arte commestibili.

«Vengo da una cultura in cui il cibo è considerato sacro e non si spreca mai. In casa mia c'era e c'è un rispetto per il cibo che può sembrare maniacale. Mia nonna quando ero piccola mi sgridava se mettevamo sul tavolo la pagnotta di pane sottosopra, diceva che era peccato - rammenta Rita, ricordando l'infanzia in Calabria, la sua terra - Questo perché tutto quello che arrivava in tavola era frutto di lavoro e sacrificio: dal grano agli ulivi, dall'uva agli ortaggi, tutto era coltivato in casa. Oggi non è più così, eppure al mondo ci sono ancora milioni di persone che soffrono la fame e che pagherebbero per avere sulla tavola quello che noi scartiamo. Per questo quando creo le mie composizioni cerco di utilizzare e riutilizzare tutti gli alimenti che lavoro».

E così gli avanzi di nachos usati per i panini girasole diventano la panatura per le cotolette e il pane avanzato tra i fiori di tramezzini viene usato per fare il polpettone. Rita racconta che il piatto della cucina modenese che più ispira la sua arte sono le rosette: «Amo i fiori, sono un motivo che ritorna spesso nelle mie creazioni. Le rosette sono versatili e possono essere riproposte con design diversi». E a proposito di fiori, Rita confessa che le orchidee di patatine sono la creazione di cui va più orgogliosa: «Mi è venuta in mente così, pensando alla forma ovale e ricurva delle patatine: dei petali perfetti per un fiore!». Dall'assistente alla poltrona in uno studio dentistico alla centralinista, sono tanti i lavori che Rita ha fatto prima di riuscire a vivere di questa sua grande passione. «Ho anche lavorato come lavapiatti in una mensa aziendale, come assistente domiciliare e in struttura protetta. Quando i miei figli stavano finendo le elementari decisi di iscrivermi all'università: avevo sempre desiderato studiare lingue. Da lì è stata tutta un'ascesa: ho trovato un lavoro fisso migliore e ho cominciato a fare traduzioni. Poi ho aperto un blog sulla cucina creativa e l'idea che una passione potesse diventare un lavoro ha preso corpo. I video dimostrativi che ho cominciato a postare hanno avuto successo e dal blog sono passata a tenere dei corsi. La fortuna ha voluto che tutto ciò sia capitato in un momento in cui in Italia, l'attenzione e l'interesse per il mondo della cucina è ai massimi livelli: non c'è canale, infatti, che non abbia la sua trasmissione di cucina!».

Domanda d'obbligo di chiusura: qual è il tuo piatto preferito? «Sono molto golosa, adoro i dolci al cucchiaio e in particolare la mousse al cioccolato. Per quanto riguarda il salato i miei piatti preferiti sono la Pissaladière, una focaccia bianca con cipolle e acciughe e il Gravlax, il salmone marinato di origine scandinava».