Cardiologia tutta nuova, il Policlinico si rilancia
Inaugurati i 28 posti letto per degenza e terapia intensiva: «Abbiamo affrontato due terremoti, quello reale e quello giudiziario. Così riconquistiamo i cittadini»
«Come prima del terremoto, anzi meglio». Il nuovo reparto di Cardiologia del Policlinico, inaugurato ieri, ha ventotto posti letto, gli stessi presenti alla vigilia del sisma. Venti sono per la degenza ordinaria, otto per la funzione intensiva, a cui sono stati dedicati 430 degli oltre 1660 metri quadri della nuova area.
«La soluzione adottata introduce dei miglioramenti significativi - ha assicurato Licia Petropulacos, direttore generale del Policlinico - rispetto alla qualità e alla sicurezza dell’assistenza». La spesa complessiva ammonta a 125mila euro ed è stata sostenuta dall’Ausl, salvo gli 11mila finanziati dalla Regione per la telemetria. Nell’area intensiva ci sono carrelli con monitor grazie a cui è possibile effettuare il monitoraggio, invasivo e non, dei pazienti. La collocazione, al quarto piano accanto al laboratorio di emodinamica, è stata scelta per mettere una maggiore integrazione nel lavoro del personale. Nonostante i quasi due anni di “lavoro fuori casa”, le cifre delle visite appaiono lusinghiere. Nel 2013 ci sono stati 1.611 ricoveri nei 16 posti letto, contro i 1.692 dell’anno prima (su 21 posti letto) e i 1.975 del 2011 (quando c’erano ancora 28 posti letto). In media, ogni posto letto ha visto oltre cento pazienti lo scorso anno, contro gli oltre ottanta del 2012 e i settanta dell’anno prima. La degenza media si è quindi ridotta, nonostante i tassi di occupazione più alti. «Nel 2013 inoltre - ha rimarcato il direttore della struttura complessa di Cardiologia, Gioacchino Coppi - ci sono state 120 segnalazioni positive ed elogi contro le zero contestazioni o richieste di risarcimento verso il reparto. Dopo due terremoti, abbiamo ricostruito la fiducia con la cittadinanza». «È un punto d’orgoglio», ha detto il sindaco, Giorgio Pighi. «Al Policlinico è stato fatto un lavoro tutt’altro che ordinario - ha sottolineato Carlo Lusenti, assessore regionale alla Salute - sarebbe stato più facile delegare qualcun altro che avrebbe magari deciso di chiudere; invece è stata presa la strada più difficile per difendere e ricostruire. I lavori non sono finiti. Il Policlinico ha avuto due terremoti. Uno di reputazione, legato alle diverse vicende giudiziarie, chiamiamole così, che ha prodotto un forte impatto difficile da recuperare. Poi c’è stato il terremoto vero e proprio, per cui s’inizia a intravedere una via d’uscita». Senza dimenticare i tagli al capitolo sanità, di cui si paventano un miliardo di euro in meno da erogare al Servizio sanitario nazionale. «Siamo preoccupati e contrari - ha aggiunto Lusenti - se ne discute in questi giorni ma ancora non c’è nulla di certo. Modena è l’unica città, con Bologna, ad avere due grandi ospedali cittadini: una ricchezza da valorizzare. Sulla scelta dei primari, non di competenza dell’assessorato, non serve scegliere le persone, ma la direzione verso cui andare».
Gabriele Farina