Tiepido, gli allagamenti? «Caduta troppa pioggia»
Regione e Comune si assolvono per le responsabilità dell’esondazione «D’ora in poi un accordo per stabilire chi deve pulire». Libera la raccolta legna
Piove sul bagnato per quanto riguarda le responsabilità dell’esondazione del Tiepido.
Dopo la segnalazione documentata dalla “Gazzetta” di un residente, fatta un mese fa con le foto dei tronchi che ostruivano il ponte su via Gherbella, e la nota pubblica della Provincia, che avvisava del pericolo la Regione, ecco che ieri mattina i tecnici dei vari enti si sono trovati per mettere una toppa sulla vicenda. All’incontro erano presenti l’assessore regionale Paola Gazzolo e Simona Arletti, assessore all’Ambiente del Comune di Modena. La linea di comportamento è stata una sola: la colpa è della pioggia. «Arpa e Servizio Tecnico di Bacino - afferma una nota ufficiale - certificano che l’esondazione è avvenuta a causa di una precipitazione particolarmente intensa e localizzata, una bomba d’acqua che ha raggiunto i 3 metri a valle del ponte, la più alta mai raggiunta in dodici anni di verifica dei livelli idrografici e più alta di 60 centimetri dell'ultimo evento successo in cui il livello era di 2.40 metri».
Peccato che la stessa quantità d’acqua è caduta su tutta la provincia e che i danni si sono verificati solo in quel ponte dove c’era l’ostruzione. Le riprese video documentano che man mano che tronchi e detriti venivano rimossi l’acqua ricominciava a scorrere sotto il ponte e non usciva sui campi.
Leggendo con attenzione il comunicato si legge l’imbarazzo con cui la Regione, sul banco degli imputati per l’inefficienza del servizio tecnico Stb, ammette che i guai sono arrivati non solo dal cielo ma anche dalla palude delle competenze incrociate. Alla fine della riunione si è scelto di sbloccare l’intasamento dei tronchi burocratici che finora hanno impedito a Regione e Comuni di stabilire una gerarchia di responsabilità in casi di crisi.
«Stando ad una legge del 1904 - è scritto nella nota stampa finale dell’incontro - per i torrenti classificati come corsi naturali e senza arginature non è prevista una funzione costante di vigilanza e custodia, come invece è prevista per i corsi arginati. Pertanto si dovranno trovare nuove forme di collaborazione tra enti per la salvaguardia dei corsi naturali da attuarsi non solo in emergenza. Per questo motivo si è deciso di arrivare a un convenzione per meglio precisare la collaborazione tra Servizio Tecnologico di bacino della Regione, Comune e privati, che possa migliorare lo stato attuale di manutenzione dei corsi d’acqua».
Conclusione: i torrenti che non hanno argini sino a sabato erano figli di nessuno quando si trattava di mettere mano alla tasca per garantire la pulizia di alberi, rami e affini ed evitare i disastri. Ora però si vuole voltar pagina, perché ci si è accorti che anche la pazienza dei cittadini è esondata. «Un passo importante - afferma la Regione - per la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua è la convenzione firmata il 18 marzo con una coop specializzata nel per il taglio selettivo sperimentale di alberi e il loro recupero come biomassa con un radicale abbattimento dei costi per la Regione».
Infine la postilla che lascia a bocca aperto tutti i frequentatori di fiumi e aree naturali a cavallo di Secchia, Panaro e corsi d’acqua minori che hanno sempre fatto i conti con i divieti assoluti sulla raccolta di legna secca.
«Va ricordato - aggiunge testualmente la Regione Emilia Romagna - che la raccolta della legna a terra è possibile: già ora i cittadini possono farlo gratuitamente. Basterà darne comunicazione all’ente regionale che ne prenderà atto».
Una precisazione importante sia per chi può caricare nel bagagliaio il necessario per il caminetto, sia per gli agricoltori dei fondi confinanti con le aree cosiddette protette e che quindi, in modi tutti da specificare e verificare, potranno caricare i tronchi portati dalle piene con i trattori e poi segarli con calma dopo aver notificato il loro lavoro alla Regione.