Delibera “annacquata”, è scontro
Via Cannizzaro, mozione generica sullo stop al cemento sulle falde di Modena
Il Comune di Modena dovrà andare verso il blocco dell’edificabilità delle aree di via Cannizzaro e via Aristotele, “nel rispetto delle disposizioni, delle motivazioni e delle procedure imposte dalla legge”.
È questo l’indirizzo approvato dal consiglio comunale del 7 aprile dopo che la proposta di deliberazione sottoscritta da 572 cittadini e presentata in aula da uno dei firmatari, il capogruppo di Sel Federico Ricci, è stata modificata sulla base di un emendamento proposto poco dopo la mezzanotte dal capogruppo del Pd Paolo Trande e firmato da Sel, Pd e FI-Pdl.
A favore si sono espressi Pd, Sel e FI-Pdl, mentre si sono astenuti Udc, Modenasaluteambiente.it ed Etica e legalità, che avevano precedentemente votato contro l’emendamento. Le consigliere Sandra Poppi di Msa ed Eugenia Rossi di El, tra i firmatari della proposta d’iniziativa popolare, in particolare, non si sono riconosciute nelle modifiche intervenute sul documento. «È una clamorosa beffa a danno dei cittadini» ha attaccato la Rossi.
«I cittadini sono stati ingannati - ha rincarato la dose Sandra Poppi (Msa) - La delibera è stata approvata ma non nel testo originale; gli oltre 500 modenese che avevano firmato sono stati ingannati. L'emendamento di Ricci e Caporioni (Sel), Trande (Pd) e Morandi (Fi) sostituisce la frase “bloccare qualsiasi ipotesi di trasformazione urbanistica e di edificazione sulle aree dei campi acquiferi di via cannizzaro e via aristotele”, con una simile che la rende generica e inefficace».
Sel da parte sua parla di grande successo.«È salva la volontà dei 571 firmatari - spiega in una nota - La nostra proposta ha fatto sì che con il voto in consiglio si sia trasformato in un atto amministrativo una delibera di iniziativa popolare. È la prima volta a Modena».
Critica Giulia Gibertoni, già responsabile dell’iniziativa per bloccare il cemento sulle falde acquifere e oggi candidata del Movimento 5 Stelle alle elezioni europee. «L'emendamento che ha fatto approvare la delibera sulle falde? Di fatto un espediente rassicurante per un'amministrazione che ha temuto questa proposta così tanto da evitare di parlarne da settembre ad oggi. E poi l’ha depotenziata per far finta di niente e infine l’ha tenuta come ultima discussione dell'ultimo giorno, l'ultima ora. Il risultato è un grande passo indietro rispetto alla volontà popolare espressa dai “Cento per Modena” e dei 570 firmatari della proposta. Ci riporta a discussioni intorno a varianti di varianti invisibili e sempre impossibili e all'immobilismo cautelativo di questa giunta che se deve preservare un'area dal cemento si fa prendere da mille scrupoli, ma se deve approvare varianti che rendono aree pubbliche edificabili, lo fa in un batter d'occhio».
Applaude il candidato sindaco del Pd Giancarlo Muzzarelli: «Il voto - scrive in una nota - è la dimostrazione che il centrosinistra sa ascoltare i cittadini. Il rispetto dell'accordo di coalizione era per me un punto fermo, ed il voto di ieri notte lo conferma. Ora, possiamo proseguire con l'alleanza del buonsenso».