Rossi, Guerzoni, Rimini: se i giovani lasciano il Pd
“Fuga” dal consiglio comunale e indisponibilità ad entrare nella nuova lista per alcuni dei volti nuovi più noti e più votati nella precedente legislatura
Fabio Rossi? No. Giulio Guerzoni? No. Stefano Rimini? Nemmeno. Tre dei più giovani consiglieri dell’attuale assemblea, in quota Pd, non saranno più della partita nella prossima legislatura. Il problema doveva essere il rinnovamento, e finisce che proprio coloro che erano stati bandiera del nuovo vento di casa Pd non saranno più nemmeno in lista, indisponibili. Si tratta anche di tre dei consiglieri che cinque anni fa erano stati tra i più votati, tutti appartenenti a mondi diversi, zone di Modena diverse, ognuno con sensibilità diverse. Non è un bel segnale, una grana in più per chi, come Andrea Sirotti e Andrea Bortolamasi, sta completando le consultazioni per chiudere la lista entro venerdì, quando sarà messa nero su bianco dall’assemblea comunale.
Il primo a dirlo era stato Fabio Rossi, che rimarrà con gli incarichi di partito nella sgereteria provinciale, Giulio Guerzoni non lo ha detto pubblicamente ma nemmeno lui sarà in lista, ieri è arrivata l’esternazione di Stefano Rimini: «Il futuro è adesso: era lo slogan di Matteo Renzi alle primarie del 2012, vale oggi per Modena, una città dove chi riesce ancora a reggere la crisi - non senza difficoltà - sono pensionati e impiegati. Chi invece subisce il contraccolpo più pesante sono i giovani, le donne, i liberi professionisti, gli stranieri. Per questo ci vuole un'ottica nuova di cambiamento, a livello locale come a livello nazionale. Perchè anche il Pd è in un momento di grande transizione, e anchea Modena per la prima volta nulla è più scontato. Ecco, proprio per questo io voglio stare nel Pd - ha detto Rimini - senza ripresentarmi in lista in consiglio comunale, attivo per quel cambiamento per cui in questi anni ho inteso la mia esperienza politica in consiglio. Sulle questioni che a Modena ho più volte segnalato: porre fine alle politiche del consumo di suolo, risolvere il conflitto di interessi tra azionisti pubblici e privati nelle partecipate come Hera, combattere quello che il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha definito il “sistema di porte girevoli tra enti e comuni” nelle nomine e negli incarichi. Un sistema che invece, come dimostrano proprio le ultime nomine fatte, non è cambiato. E' invece arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, perchè cambiare non significa “parlare del cambiamento” dando un nome nuovo ad una vecchia cultura. Cambiare non significa fare in modo che tutto cambi perchè tutto rimanga come è: bisogna strappare con le pratiche del passato nei fatti e nella concretezza delle scelte quotidiane. Ora è il momento di farlo».
Se ne prende atto. Ma sarebbe un errore derubricare la scelta di Rimini e di Rossi come epilogo della sconfitta perchè schierati con Francesca Maletti. Così come sarebbe un errore parlare di disimpegno per Giulio Guerzoni. Il problema vero è che la politica si deve chiedere come mai il tasso di abbandono è così alto.
@dvdberti
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