Allarme Ausl: troppo alcol, gli anziani modenesi devono bere di meno
A Modena i 7 centri alcologici del Servizio Dipendenze Patologiche dell'Ausl hanno avuto nell'ultimo anno 1.340 pazienti, di cui il 17% con un'età superiore ai 60 anni
Ultimamente le nostre bacheche di Facebook pullulano di neck nominations e la formula "alcolismo tra i giovani" rimbalza tra telegiornali e quotidiani. Eppure gli ultimi dati Istat riferiscono che una gran parte di ultrasessantacinquenni, il 40% degli uomini e il 10% delle donne, hanno comportamenti rischiosi legati al consumo di alcolici. L'Emilia Romagna è per tradizione una zona ad alto rischio, e solo a Modena i 7 centri alcologici del Servizio Dipendenze Patologiche dell'Ausl hanno avuto nell'ultimo anno 1.340 pazienti, di cui il 17% con un'età superiore ai 60 anni (226 casi). Ecco perché ad aprile, mese nazionale della prevenzione alcolica, le Aziende Sanitarie di Modena e molte associazioni organizzano una campagna di sensibilizzazione rivolta agli anziani: "Un bicchiere in meno, un momento in più". Il calendario di appuntamenti si muoverà in quasi tutti i Comuni della provincia durante tutto il mese.
«Ci teniamo a sottolineare - dice Massimo Marcon, direttore Socio-Sanitario dell'Usl di Modena - che il nostro approccio è legato a un messaggio positivo: il vino nel nostro territorio è una tradizione, si tratta solo di dare consapevolezza nel consumo. Gli anziani sono una risorsa importante e un veicolo comunicativo con le altre generazioni: quest'iniziativa è rivolta a loro». Le raccomandazioni dell'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, parlano chiaro: due unità alcoliche al giorno per gli uomini (12 grammi di alcol, circa un bicchiere), una per le donne e gli anziani. Prima dei 16 anni di età è invece raccomandabile l'astensione dal consumo di alcol. Secondo i dati OMS l'alcol è la terza causa mondiale di malattia e morte dopo il basso peso alla nascita e il sesso non protetto.
«Nella maggior parte dei casi - afferma Claudio Annovi, direttore del settore Dipendenze Patologiche in area Sud e Responsabile del progetto interaziendale "Alcol" della Usl di Modena - si tratta di disinformazione: gli anziani mantengono le stesse abitudini acquisite in passato, ignorando che col passare degli anni la capacità di metabolizzazione si modifica». Non ultima la maggiore assunzione di farmaci in età avanzata e le dannose interferenze con l'alcol con conseguenti effetti nocivi.
«L'idea è di sensibilizzare gli anziani anche alle indicazioni dei medici - continua Annovi - dal mix farmaci-alcol possono originare problemi di vario genere ed è importante arrivare a un consumo responsabile, moderato e a basso rischio. È questo il motivo di un'iniziativa che speriamo coinvolga la popolazione nel coniugare le abitudini e la tradizione con la salute e la consapevolezza dei rischi». Quali? Peggioramento delle condizioni di salute, in soggetti già affetti da patologie mediche. Ma anche il malfunzionamento di reni e fegato, rischi legati all'atrofia cerebrale, interferenze con il sonno, aggravamento dei sintomi di ansia e depressione. «Probabili anche danni dal punto di vista alimentare e la perdita del coordinamento dei movimenti, con conseguenti cadute e fratture, che in età avanzata sono sinonimo di disabilità», conferma Andrea Spanò, responsabile delle Cure primarie presso il Distretto di Pavullo. L'iniziativa è organizzata nell'ambito del programma territoriale "Comunicazione e Promozione della Salute" ed è sostenuta dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria. È realizzata insieme alle associazioni Alcolisti Anonimi, AlNon-Familiari di Alcolisti, Club Alcologici Territoriali e Auser Modena.
Alessandra P. De Luca