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Fresenius, è partito il cantiere

Fresenius, è partito il cantiere

Mirandola. L’azienda biomedicale, con piani ambiziosi, si trasferirà dietro l’ex maglificio Fontana

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MIRANDOLA. C’è fermento in città per la partenza dei lavori dello stabilimento di Fresenius Kabi, nel quale verrà trasferita - entro la fine del 2015 - tutta la produzione dei filtri per trattamento sangue, attualmente situata a Cavezzo. E il Comune è tra i più soddisfatti sia per la questione occupazionale sia per la possibilità di riqualificare l’area del nuovo insediamento che sorgerà sulla Canaletto, nella zona dell’ex maglificio Fontana.

«Le ragioni del trasferimento - spiega una nota dell’amministrazione - sono da ricercarsi principalmente nell'aumentata richiesta di capacità produttiva e nella decisione di continuare ad investire nel territorio da parte del gruppo multinazionale, nonostante il terremoto. La capacità di reazione del territorio al sisma, la sintonia di Fresenius Hemocare Italia srl con il territorio emiliano e in particolare con il tessuto del distretto biomedicale mirandolese, hanno sicuramente contribuito a far sì che Fresenius continuasse a credere nelle Bassa. La scelta effettuata consente di mantenere gli attuali livelli di occupazione con possibilità di incremento nei prossimi anni».

Oggi Fresenius Kabi ha posto tra gli obiettivi alla base del progetto, oltre all'ampliamento della capacità produttiva (con l'introduzione di attrezzature automatizzate ad alto impatto tecnologico), la sicurezza e il rispetto per l'ambiente. Proprio per garantire l’aspetto “green” verrà potenziata la raccolta differenziata in modo da poter arrivare a recuperare il 98% dei rifiuti prodotti; ad oggi il 90% degli scarti di produzione viene avviato a recupero trasformandolo in materia prima secondaria. Da un punto di vista energetico, dal 2009, Fresenius Kabi sta attuando una politica di abbattimento dei consumi: in particolare si è focalizzata sulla riduzione di utilizzo del gas metano, aumentando all’80% la percentuale di energia recuperata dai processi produttivi in termini di calore. Altra significativa scelta effettuata dall'azienda è quella di non usare la sterilizzazione mediante ossido di etilene, ma di puntare sugli alternativi metodi dei raggi gamma e del vapore.