Gazzetta di Modena

Modena

Nonantola si ripensa intorno al suo centro

di Patrizia Cantusci
Nonantola si ripensa intorno al suo centro

Presentati i cinque progetti selezionati per il concorso “Una nuova vivibilità”. L’attenzione sulla piazza

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NONANTOLA. Durante un incontro pubblico molto partecipato al teatro Troisi, il sindaco Pier PaoloBorsari ha presentato il documento della giunta per una proposta partecipata sul centeo storico, elaborato insieme a “Centro anch'io”. Il tutto nell'ambito del concorso “Una nuova vivibilità per il centro di Nonantola”. Era il 2012 quando l'amministrazione comunale aveva bandito un concorso di progettazione partecipata per la riqualificazione della città. Il terremoto aveva poi sospeso tutto, fino all’autunno, quando la giunta ha avviato una riflessione più articolata di quanto fin lì raccolto. Obiettivi, tempi, costi, c’era da tener conto del territorio, della fattibilità. Ecco che il processo partecipativo è stato integrato con un bando di concorso per sviluppare idee di partenza tenendo conto delle normative vigenti e di tutto il resto. «Pensare alla rigenerazione del centro urbano è un’occasione importante che capita rare volte ad una comunità», recita il documento dell’amministrazione. La Giunta si è trovata presto davanti a molte risposte, rilevanti sia per qualità che per ideazione. Dopo una prima selezione, si è deciso per 5 progetti, rientranti in cinque chiavi tematiche che vanno dalla mobilità e sosta, al verde nel centro storico, ai servizi, alla cultura; poi economia, rete delle identità di Nonantola, biblioteca e centro culturale, mercato a km.0, alcuni di questi rientranti in proposte racchiuse nei sub ambiti individuati dal bando di concorso. Una riflessione a trecentosessanta gradi, è stata l'opportuna osservazione del vicesindaco. «È bene fare una panoramica generale - ha detto – anche per la necessità di fare il punto sul percorso partecipativo e su ciò che ne è emerso». In estrema sintesi, piazza della Liberazione è il fulcro di attenzioni molto importanti, già evidenziate in Regione, ed è apparsa singolare, interessante, creativa, la definizione che l'architetto Agnoletto ha dato, parlando del luogo: «vuoto urbano». Difatti, privata di elementi architettonici caratterizzanti, piazza della Liberazione ha una sua curiosa unicità. È piuttosto ampia, eppure non c'è una chiesa, non c'è un monumento. C'era, un tempo lontano, la chiesa di San Lorenzo. Ma nei secoli è cresciuta solo di portici, a confermare che il borgo vero e proprio è nato attorno all’abbazia e al museo. Come prospettiva generale, intesa come visione d'insieme, è il tema della multifunzionalità a tornare preponderante. Che si parli di cultura, di viabilità, di fondi. E, come ha evidenziato Borsari, la prima cosa è l'operatività e l'azione per edifici che hanno già finanziamento certo.