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I custodi del balsamico/Se l’aceto stimola la grande fantasia di Maurizio Panini - VIDEO - FOTO

di Laura Solieri
I custodi del balsamico/Se l’aceto stimola la grande fantasia di Maurizio Panini - VIDEO - FOTO

Era il 1961, aveva nove anni, e si avvicinò per la prima volta alle botti che oggi costruisce. C’è anche quella trasparente...

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Quando la passione per qualcosa diventa uno stile di vita, un modo per stare insieme e ritrovarsi in allegria: l'aceto balsamico per Maurizio Panini è questo e altro, e lo testimonia l'originale salotto in cui ci accoglie, lo stesso in cui si ritrova con gli amici a degustare il balsamico e a scherzare in compagnia. «Ho un salotto formato da quattro poltrone piene di aceto balsamico tradizionale ricavate da un vecchio tino e da un tavolo fatto con una mezza botte ricoperta da un coperchio di vetro, dove si può vedere dentro il contenuto, ovviamente di aceto. Oltre a essere molto originali, hanno anche un ricordo affettivo: si tratta di oggetti recuperati dai miei nonni, che li usavano a loro volta per il vino!», spiega con orgoglio Maurizio. Era il 1961, quando all'età di nove anni Panini inizia ad avvicinarsi alla tradizione dell'aceto balsamico e a conoscere i primi rudimenti dell'arte dell'oro nero. «Mio padre, Bruno Panini, possedeva diverse batterie di botti di aceto balsamico tradizionale nella nostra casa in campagna ad Albareto e vedendolo così immerso e interessato a questa attività, mi sono incuriosito e ho iniziato a seguirlo nei vari processi di creazione - racconta Panini - Da quel momento, è nata una vera, grande, unica passione, la stessa passione che spero un giorno di poter trasmettere a mia figlia Elisa. Questo amore - prosegue Maurizio - mi ha regalato tante soddisfazioni! Gli anni sono passati, sono diventato grande e insieme a me è cresciuta questa passione che mi ha portato a creare questa originale location dove poter sistemare le diverse batterie di botti e ospitare gli amici, passando ore in allegria degustando l'aceto balsamico tradizionale insieme».

Panini nel tempo ha creato un piccolo museo, catalogando con dedizione le botti per anno di produzione, alcune delle quali le ha personalmente disegnate e fatte costruire. Tra queste, ritroviamo una batteria di sei botti che Maurizio ha costruito usando del vetro trasparente blindato per la parte anteriore e posteriore, fornendo la seconda di apposita illuminazione che consente di mostrare il contenuto. Tra le sue creazioni, anche un pezzo unico: una botte costruita con sette tipi di legno, le cui parti frontali sono state fatte con due oblò da lavatrice. E ancora: una batteria di quattro botti corte, a forma di valigia, la stessa valigia con cui in passato il contadino si recava in città per far assaggiare l'aceto al padrone che viveva in centro. «Il complimento più bello che mi è stato fatto - conclude Maurizio - è stato quello del grande Maestro della Consorteria di Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto Francesco Saccani, il quale, entrando nella mia acetaia ha esclamato «questo si che è un vero museo dell'aceto balsamico tradizionale!". In quel momento mi sono sentito davvero un maestro … Mio padre sarebbe stato orgoglioso di me».