Vola nel dirupo e muore escursionista 37enne
Simone Mestriner si era recato domenica con un amico sulle Alpi Apuane Ha telefonato al compagno di gita già in auto: «Inizio a scendere». Poi la tragedia
«Sei già in macchina? Bene, adesso io ho finito, inizio a scendere pure io. Ci vediamo alla prossima».
È domenica pomeriggio, sul tardi. Il telefono si spegne, l’amico mette in moto la vettura e torna a casa. Simone Mestriner spegne il cellulare, inizia a scendere lungo uno dei sentieri della cosiddetta “Regina delle Apuane”, la Pania della Croce, una zona famosa sin dai tempi danteschi per la sua bellezza e anche per la sua asprezza e pericolosità. Simone non farà più ritorno. Forse un piede messo male, o l’attenzione che cala perché si pensa che l’escursione sia già terminata una volta raggiunti la meta fissata, oppure una scivolata su un fondo sassoso, reso viscido dal fango, dalle recenti precipitazioni in un’ampia fetta di montagna dove ancora regnava la neve e dove domenica c’era un po’ di nebbia: un episodio dunque, un fatto banale e frequente, ma questa volta fatale anche per un esperto escursionista ed arrampicatore come lui. Il 37enne è precipitato in un dirupo compiendo un volo di circa 700-800 metri. Ed è deceduto sul colpo. Era domenica sera. Il giorno dopo in ditta, alla sede Gambro di via Newton, creata provvisoriamente dalla multinazionale del biomedicale dopo le devastanti conseguenze del terremoto, viene notata la sua assenza non prevista. Il 37enne ingegnere, che si occupa nello specifico dell’hardware, della parte meccanica dell’apparecchiatura per la dialisi, non è al lavoro. I colleghi e gli amici iniziano a preoccuparsi. C’è chi prova a chiamarlo sul cellulare ma l’apparecchio resta muto, c’è chi prova a casa, nell’appartamento in via Pagani dove il giovane si era stabilito da circa due anni, proprio da quando era stata aperta la filiale modenese. Ma anche qui nessuna risposta utile.
Viene ovviamente contattata la famiglia, i genitori settantenni dell’ingegnere che vivono a Mareno di Piane, in provincia di Treviso (lui è nato a Conegliano Veneto). Il tam tam tra i colleghi e gli amici escursionisti porta a delineare successivamente una meta, si arriva a ricostruire quella che si sarebbe rivelata l’ultima giornata di Simone con quella gita escursionistica sulle Alpi Apuane.
E così martedì, nel tardo pomeriggio, i genitori giunti in città per una verifica nell’abitazione del figlio e amici sporgono denuncia di scomparsa presso la questura di Modena. Sono circa le 19, subito viene inviata la nota di ricerca ai colleghi della polizia lucchese che fanno scattare il Soccorso Alpino di Querceta. Una prima ricognizione serale e notturna porta al ritrovamento dell’auto. Ieri mattina all’alba si alzano in volo tre elicotteri. Quelli del Soccorso Alpino purtroppo sanno quali sono i luoghi più a rischio, a causa dei numerosi interventi e relative tragedie già avvenute. E si portano così in prossimità della vetta. E in fatti ecco la risposta ale loro ricerche: a Mosceta (nel comune di Stazzema) a circa 100 metri dalla vetta della Pania, viene avvistato Il corpo senza vita dell'escursionista, caduto in un dirupo e precipitato per 7-800 metri. Sul posto per il recupero, a 1550 metri, è dovuto intervenire un elicottero Pegaso del 118.
Una volta effettuato il recupero, la salma è stata trasferita all'obitorio dell'ospedale Versilia dove ieri si sono portati gli anziani genitori per lo straziante riconoscimento. La Gambro ha espresso cordoglio per la perdita di Simone.